Sclerosi Multipla, la nuova frontiera sono le stimolazioni magnetiche cerebellari e la neuroriabilitazione vestibolare

La combinazione di stimolazioni magnetiche cerebellari e la neuroriabilitazione vestibolare come armi per accelerare il recupero del cammino e dell’equilibrio in soggetti affetti da Sclerosi Multipla. È quanto è emerso dal recente studio pubblicato sulla rivista ‘The Cerebellum‘ che riporta i risultati del trial clinico condotto presso l’ospedale della Fondazione Santa Lucia IRCCS.

A parlare della ricerca e delle sue applicazioni è Marco Tramontano, Fisioterapista e ricercatore presso la Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma nonchè direttore del Corso di Laurea in Fisioterapia presso l’Università Tor Vergata di Roma.

-La rivista ‘The Cerebellum’ ha recentemente pubblicato il risultato di un trial clinico condotto presso l’UOC di Neuroriablitazione 5 della Fondazione Santa Lucia Irccs. Ci racconta di cosa si tratta e quali sono i vantaggi per i pazienti affetti da sclerosi multipla?

“E’ uno studio preliminare, randomizzato, controllato e in doppio cieco ciò significa che i pazienti sono stati sottoposti a un training di neuroriabilitazione convenzionale e in aggiunta a questo entrambi i gruppi di pazienti che hanno partecipato alla ricerca, in modo aggiuntivo sono stati sottoposti ad esercizi specifici per allenare il sistema vestibolare.

In più ciò che gli conferisce il carattere di doppio cieco è il fatto che tali pazienti ricevuto una stimolazione magnetica transcranica diretta al cervelletto.

In un gruppo, tale stimolazione era reale mentre nell’altro era ‘finta’, effetto placebo.

Un escamotage metodologico che consente di dare maggiore forza metodologica allo studio.

La ricerca è stata basata sulla somministrazione aggiuntiva di esercizi finalizzati a migliorare la stabilità visiva e posturale in soggetti con sclerosi multipla.

La novità dello studio è legata al fatto che oltre ad effettuare un allenamento del sistema vestibolare i pazienti hanno ricevuto una stimolazione magnetica del cervelletto.

Noi avevamo già pubblicato uno studio molto promettente che dimostrava effetti positivi del training vestibolare in pazienti con sclerosi multipla , nello specifico il Professor Giacomo Koch aveva dimostrato in un lavoro che associando alla terapia neuroriabilitativa convenzionale la stimolazione del cervelletto si poteva migliorare il cammino e l’equilibrio di questi pazienti.

Quindi abbiamo combinato queste esperienze precedenti e abbiamo condotto tale trial clinici associando la stimolazione del cervelletto al trainig vestibolare.

I risultati sono preliminari ma molto incoraggianti perché si evince che i pazienti che si sottopongono a tale terapia combinata tendono a migliorare di più rispetto a coloro che sono sottoposti esclusivamente alla terapia convenzionale associata alla vestibolare.

L’intuizione di associare nuove tecnologie di fisiologia a nuovi trainig dinamici riabilitativi è una strategia vincente in neuroriabilitazione”.

– Andando al cuore della ricerca sulla sclerosi multipla, è emerso che nel processo neuroriabilitativo il cervelletto svolga un ruolo fondamentale, ci può spiegare meglio?

“Il cervelletto in neurofisiologia è un’area anatomica deputata anche all’apprendimento delle attività motorie quindi per questo noi nella ricerca abbiamo sfruttato il potenziale dell’attività cerebellare per facilitare il riapprendimento di funzioni neuromotorie ce erano andate perdute a causa della malattia”.

– Crede che questo approccio riabilitativo possa estendersi anche ad altre patologie degenerative?

“Sicuramente alla luce dei risultati non solo dei nostri studi ma in quelli che si trovano in letteratura si può provare.

Nel senso che ci sono delle prospettive interessanti che potrebbero dare buoni risultati.

Queste strategie terapeutiche ricordo sono aggiuntive alla terapia convenzionale neuromotoria e non sostitutive.

Questo concetto deve risultare molto chiaro.

Quello che si può fare è che una parte della terapia convenzionale al massimo quando le evidenze scientifiche saranno più solide può essere integrata con queste strategie ma non sostituita”.

PER APPROFONDIRE:

VIGILI DEL FUOCO, UN PERCORSO FORMATIVO PER IL SOCCORSO DI PERSONE AFFETTE DA S.M.

FONTE DELL’ARTICOLO:

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