Cardiopatici e caldo: i consigli del cardiologo per un’estate in sicurezza

Cardiopatici in estate: il caldo afoso dei mesi estivi può essere fastidioso per molti, ma addirittura pericoloso per chi soffre di problemi cardiovascolari

Gli effetti delle alte temperature, infatti, possono minacciare l’equilibrio cardiovascolare di coloro che seguono una terapia farmacologica per trattare l’ipertensione o sono affetti da una cardiopatia ischemica.

La dott.ssa Valentina Mantovani, cardiologa dell’unità di Cardiologia Clinica dell’IRCCS Policlinico San Donato, spiega perché questo avviene e come è opportuno comportarsi.

Gli effetti del caldo sul sistema cardiovascolare

“Il caldo produce degli adattamenti sul sistema cardiovascolare, normalmente ben tollerati da persone giovani e in salute. Questi adattamenti consistono sostanzialmente in:

  • vasodilatazione periferica (l’aumento del calibro dei vasi sanguigni)
  • accompagnata a volte da un abbassamento della pressione arteriosa
  • aumento della frequenza cardiaca, in risposta al calo pressorio.

Fatta eccezione per alcune reazioni peculiari, come i colpi di calore, si tratta di assestamenti naturali del corpo.

Nei pazienti cardiopatici, però, questi adattamenti del sistema cardiovascolare possono rendere instabile il quadro di compenso”, spiega la dott.ssa Mantovani.

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L’abbassamento di pressione determinato fa farmaci e caldo

“Molti pazienti cardiopatici assumono una terapia farmacologica che ha come effetto anche l’abbassamento di pressione.

L’effetto del caldo può rendere più forte il calo della pressione arteriosa e quindi i pazienti possono lamentare:

  •  astenia (stanchezza, debolezza);
  • episodi più gravi come la sincope, ovvero l’improvvisa e rapida perdita di conoscenza.

In questo caso, il medico curante o il cardiologo potrebbe dover rimodulare la terapia farmacologica normalmente assunta”.

La perdita di magnesio e potassio

“Nei casi di cardiopatia ischemica e angina (il dolore acuto a livello del torace, irradiato talvolta al braccio), il pericolo è collegato principalmente al freddo, che porta a un incremento degli episodi.

Il caldo non è direttamente collegato all’evento, ma il rischio è rappresentato dalla sudorazione eccessiva indotta dal caldo.

Questo porta la perdita di liquidi e di sali minerali, come l’abbassamento dei livelli di potassio o magnesio, che può facilitare la comparsa di aritmie in pazienti che sono già predisposti a questo tipo di problematiche.

Un fenomeno che avviene soprattutto nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica e, in forma più severa, in quelli affetti da diabete.

Inoltre, c’è da sottolineare il fatto che questa perdita eccessiva di liquidi spesso non viene reintegrata con un giusto apporto di acqua: caso che coinvolge soprattutto gli anziani che avvertono poco lo stimolo della sete”.

Caldo estivo, quali attenzioni avere? 

“In questa stagione è fondamentale idratarsi correttamente. I pazienti che soffrono di una cardiopatia dilatativa e di una severa disfunzione ventricolare devono far riferimento al proprio medico curante per individuare la giusta quantità di liquidi da assumere.

In questi casi, infatti, le quantità di liquidi che entrano ed escono devono essere ben commisurate. Saranno sempre i medici curanti, eventualmente, a rimodulare la terapia farmacologica in caso di ipotensione e sincope”.

Ci sono poi le solite, ma fondamentali, regole:

  • uscire nelle ore più fresche;
  •  utilizzare indumenti più leggeri e traspiranti;
  •  indossare copricapi.

Come alimentarsi

Per quanto riguarda la dieta, è preferibile mangiare spesso, ma in modo leggero, privilegiando cibi freschi come frutta e verdura, che sono ricchi sia di liquidi che di sali minerali.

Anche il consumo di integratori, a base di vitamine e sali minerali, può essere utile per reintegrare gli elementi persi con la sudorazione”.

Per approfondire:

Nuove linee guida sul primo soccorso e sulla rianimazione cardiopolmonare: domani la presentazione IRC

HIV e placca coronarica: ricercatori identificano condizione con potenziali implicazioni cardiovascolari

Fonte dell’articolo:

Gruppo San Donato

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