Cuba, studio su effetti del COVID-19 nei polmoni: utilizzate cellule staminali

I polmoni sono organo bersaglio tra i più colpiti dal coronavirus COVID-19. A Cuba la dottoressa Odalis María de la Guardia Peña e la sua equipe sta sviluppando una interessante strategia di “riparazione” (usiamo l’espressione in senso lato) dei tessuti lesionati utilizzando cellule staminali. I risultati vengono definiti dagli autori “promettenti”.

La dottoressa  Odalis María de la Guardia Peña, specialista in secondo grado in Immunologia, ha definito  «promettenti» i risultati preliminari ottenuti al termine della prima fase del saggio clinico per l’utilizzo delle cellule madri in pazienti che hanno sofferto per lesioni polmonari dovute alla COVID-19.

Polmoni e COVID-19, lo studio a Cuba

Lo studio ha preso vita a marzo di quest’anno presso l’Istituto di Ematologia ed Immunologia (IHI), e si prefigge l’obiettivo di eliminare o lenire le lesioni infiammatorie interstiziali o fibrotiche conseguenti alla patologia da COVID-19, che spesso costringono i pazienti sopravvissuti alla terribile malattia a lunghi periodi di riabilitazione polmonare.

Se lo studio che utilizza cellule staminali darà felice esito, dichiarano la dottoressa Odalis María de la Guardia Peña e gli altri autori, sarà possibile generalizzare il trattamento ed estenderlo ai pazienti di altre patologie con uguale “lascito” sull’organismo del paziente.

Gli organi bersaglio del coronavirus sono diversi: colpisce, è un dato scientifico verificato, cuore, rene, cervello, sistema vascolare e sistema nervoso (soprattutto il periferico degli arti inferiori).

Ma è il polmone quello che sembra risentire degli effetti dell’infezione.

Almeno in termini di frequenza, se non di gravità.

COVID-19, nei mesi duri della prima fase dell’epidemia medici e ricercatori cubani studiano i polmoni dei pazienti direttamente nelle loro case

Uno studio che è stato effettuato direttamente nelle case dei pazienti: “Sono state visitate 130 case in circa tre mesi, da maggio a giugno; sono stati intervistati 141 malati e tra loro ne sono stati studiati 50.

Nel  saggio sono stati aggiunti 20 pazienti, la quantità determinata”.

“Durante l’investigazione sono state apprezzate diverse conseguenze del COVID-19, anche se la più frequente è stato il danno polmonare.

In alcuni casi è stata notata l’apparizione d segni di fibrosi polmonare, problema che non si riesce a correggere totalmente e che si può trattare solo per aumentare la capacità polmonare e migliorar la qualità di vita”, ha spiegato la capo dei  Servizi Esterni del IHI.

“Lo studio è in via di definizione. La prima parte è terminata, ma ci vuole un certo tempo per realizzare la valutazione finale del malato.

Quello che possiamo dire è che sino ad oggi siamo molto contenti dei risultati che abbiamo osservato, che sono promettenti”, ha affermato la dottoressa.

Per approfondire:

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Premio Nobel per la Pace: medici cubani che aiutarono l’Italia candidati

Fonte dell’articolo:

Intervista pubblicata in Granma, a Consuelo Macías Abraham, Direttrice
dell’Istituto Nazionale di Ematologia e Immunologia/ GM – Granma Int.

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