Emergency Extreme: le visite nel cuore dell’Amazzonia della Papa Francesco

Papa Francesco non è soltanto il nome del pontefice in carica, ma anche quello di una nave ospedale dalle caratteristiche uniche.

Bé, la prima è intuitiva: il nome è una dedica. Dovuta sia all’ispirazione del progetto, determinata proprio da uno sprone di Francesco Bergoglio, sia per l’aiuto fattivo del Santo Padre, che ha donato un ecografo.

La seconda riguarda la tratta che essa percorre: essa, infatti, risale il Rio delle Amazzoni per raggiungere i villaggi più remoti e sperduti, situati nello stato brasiliano del Parà, abitati in massima parte da indigeni.

Papa Francesco: dove si trova e verso quali luoghi salpa

La nave si inserisce in un’azione più corale della Fraternità Francesco d’Assisi nella Provvidenza di Dio, che ha edificato due ospedali nelle località di Obidose e Juruti.

A finanziare gli spostamenti della nave è stato proprio il governo brasiliano, che ha destinato a questo progetto i proventi di un indennizzo per danno morale collettivo che hanno dovuto pagare le aziende Shell Chimica e Basf S.A.

La Papa Francesco è lunga 32 metri, ed è provvista di apparecchiature per la diagnostica, per il trattamento e di strutture per il ricovero. Fornisce cure per i problemi riguardanti oftalmologia, odontologia, chirurgia, radiografia, mammografia, cardiologia e quelli che richiedono analisi di laboratorio.

Nata nei cantieri navali di Fortaleza, la Papa Francesco, se non in viaggio, è ancorata al port di Óbidos: tra tratte eseguite e tratte in programma, essa servirà un bacino potenziale di 700 mila persone, disseminate in circa 1.000 località, viaggiando per una decina di giorni per ciascuna missione.

A bordo una decina di persone come equipaggio e una ventina tra medici e personale sanitario. Tra essi anche gli italiani di “Mattoni di gioia”, operante da molti anni in Brasile.

A risultare interessante è anche una terza caratteristica: la nave Papa Francesco è idealmente predisposta alla telemedicina.

Questo determina un feedback continuo tra operatori a bordo e colleghi di svariati ospedali, che sta avvenendo. Una volontà che aumenta le competenze (e di conseguenza l’aiuto al paziente) in modo significativo.

Una splendida iniziativa, non trovate? Affrontare le emergenze degli ultimi della Terra, ma ce ne sono molti anche a pochi passi da noi, corona in modo meraviglioso la quotidianità di chi ha fatto del Soccorso e dell’aiuto la propria chiave di esistenza.

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