Ginocchio varo: cos’è e come si cura?

Il ginocchio varo è una deformità degli arti inferiori. Anche conosciuta come “ginocchia a parentesi”, “ginocchia ad arco” e “ginocchia a O”, per la posizione delle ginocchia che tendono a “puntare” nella direzione opposta, il ginocchio varo si caratterizza per un disallineamento fra la tibia e il femore, provocando la formazione di un angolo ottuso e aperto internamente (medialmente) piuttosto che di un angolo piatto

Ginocchio varo: cause

Le cause di questa malattia sono molteplici.

Tra queste figurano il rachitismo, malattie del metabolismo osseo (ad es. morbo di Paget), la malattia di Blout (conosciuta come tibia vara) o problemi neurologici.

Possibili cause della malattia sono anche lesioni ripetute ai legamenti del ginocchio curate male o frattura di tibia e femore mal consolidate o ancora infezioni ossee che hanno determinato una alterazione dello sviluppo dello scheletro.

Ginocchio varo nei bambini

Il ginocchio varo è una deformità piuttosto comune nei bambini con un’età inferiore ai 18 mesi; si tratta di un problema temporaneo, che tende poi a scomparire quando il bambino inizia a camminare.

Infatti, la variazione del carico del peso corporeo che si verifica durante l’inizio della deambulazione di solito corregge in modo spontaneo la deformità.

In alcuni casi può però succedere che questa correzione non avvenga e che anzi il problema si aggravi; bisogna in tal caso sospettare la presenza di altre malattie concomitanti come ad esempio il rachitismo.

Il rachitismo è una patologia scheletrica ad esordio infantile, caratterizzata da un difetto della mineralizzazione della matrice ossea; è molto comune nei paesi in via di sviluppo ove le condizioni igieniche scarse, vomito e diarrea prolungati e la malnutrizione comportano deficit di calcio, magnesio, fosforo e molti altri elementi necessari all’accrescimento osseo.

I pazienti sono predisposti a fratture e deformità ossee.

Ginocchio varo nei calciatori

I giocatori di calcio presentano una maggiore frequenza di ginocchio varo, soprattutto se praticanti lo sport dall’adolescenza.

Sembra infatti che il tipo di attività svolta determini uno squilibrio tra muscoli interni ed esterni della coscia, così da predisporre al varismo e ad una perdita di allineamento tra femore e tibia.

Ginocchio varo: sintomi

Il ginocchio varo, nelle forme più lievi, di solito non presenta particolari sintomi e rappresenta esclusivamente un problema estetico.

Nei casi di ginocchio varo severo, però, possono comparire dei sintomi come ad esempio il dolore, osseo o muscolare, instabilità delle ginocchia, ridotta mobilità e disturbi della deambulazione.

In tal caso possono manifestarsi complicanze a livello meniscale o ligamentoso.

Ginocchio varo: complicanze

Il ginocchio varo è associato a diverse complicanze.

Fra le più gravi vi è la rottura del menisco o di uno dei legamenti del ginocchio.

Il sovraccarico del menisco mediale, infatti, se non adeguatamente trattato può evolvere nella rottura del menisco stesso.

Inoltre la sofferenza del tessuto cartilagineo che riveste i capi ossei del ginocchio conseguente a questa condizione può evolvere in artrosi, anche precoce.

Ginocchio varo: diagnosi

La diagnosi viene generalmente fatta dall’ortopedico in occasione di una visita specialistica con un semplice esame obiettivo.

Il medico rileva l’andamento divergente dei femori a partire dall’anca e un grado contatto delle caviglie superiore alla normale anatomia.

Potranno poi essere prescritte ulteriori indagini come, per esempio, la risonanza magnetica ed esami del sangue a completamento.

Ginocchio varo: terapia

Nei casi di soggetti asintomatici o di pazienti con ginocchio varo di lieve entità i trattamenti, soprattutto se invasivi, non sono ritenuti indicati.

Ad essere trattati sono quindi i pazienti sintomatici, con qualità della vita ridotta a causa del disturbo o severa deformità.

Le opzioni sono varie e vanno da terapie di tipo conservativo all’intervento chirurgico.

L’efficacia del trattamento conservativo dipende da numerosi fattori ed è legata anche alla gravità della condizione.

Esso prevede l’uso di presidi come plantari e scarpe ortopediche, ed esercizi di fisioterapia per rinforzare i muscoli della coscia che svolgono un ruolo chiave nel favorire l’allineamento fra femore e tibia.

Il fisioterapista aiuterà il paziente anche a potenziare l’elasticità dei legamenti del ginocchio

Anche la ginnastica posturale può essere di aiuto.

La perdita di peso nel caso di pazienti in sovrappeso o obesi è raccomandata.

Nel caso in cui il paziente lamenti dolore, può essere considerata la somministrazione di farmaci antinfiammatori.

L’intervento chirurgico, riservato generalmente ai casi più gravi (pazienti sintomatici o affetti da complicanze del menisco), consiste di solito in un intervento di osteotomia.

Si tratta di un’operazione molto delicata, a prognosi generalmente favorevole, atta correggere l’asse del ginocchio.

Ginocchio varo: la differenza con il ginocchio valgo

Da non confondere con il ginocchio varo, il ginocchio valgo è un altro tipo di deformità del ginocchio; in questo caso le ginocchia “puntano” l’una verso l’altra.

Femore e tibia non solo non risultano allineati, ma i femori tendono a convergere tra loro e le tibie a distanziarsi; si tende pertanto a parlare di “ginocchia a X”.

Tra le cause del ginocchio valgo figurano malattie metaboliche dell’osso, traumi ossei mal consolidati, sovrappeso e infezione ma anche alterazioni della muscolatura della coscia.

Come accade nel caso del ginocchio varo, anche nel ginocchio valgo i pazienti sono generalmente asintomatici e non presentano limitazioni della qualità della vita.

Nelle forme più severe, però, i soggetti possono lamentare dolore e manifestare complicanze principalmente a carico del menisco laterale e dei legamenti del ginocchio.

Generalmente la degenerazione in artrosi del compartimento esterno del ginocchio avviene più tardivamente che nel ginocchio varo.

Anche in questo caso una visita ortopedica è sufficiente per porre diagnosi anche in tempi rapidi.

In tal caso obiettivamente femore e tibia formano un angolo ottuso verso l’esterno e i malleoli risultano essere molto distanziati tra loro.

Solo nei casi di elevata gravità o compromissione della qualità di vita del paziente l’intervento chirurgico può essere ritenuto indicato.

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Pagine Bianche

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