L’importanza della supervisione per gli operatori sociosanitari

Ruolo della supervisione: l’elemento di fondo che accomuna le professioni cosiddette “d’aiuto alla persona” (elenco delle professioni sanitarie e d’aiuto alla persona stilato dal Ministero della Salute) sta nel fatto che gli operatori di queste professioni utilizzano la propria persona come mero strumento di lavoro, mettono in gioco la loro soggettività

A essere precisi, bisognerebbe dire che la soggettività dell’operatore è “messa in causa”, più che in gioco, nel senso che non solo è la causa del suo essere lì nella posizione di operatore, ma è anche la “causa” della natura stessa della relazione che di volta in volta egli mette in atto con l’altro (utente o paziente).

Che cos’è la supervisione?

La supervisione è uno strumento di rielaborazione e ristrutturazione delle modalità di comunicazione e organizzazione del contesto lavorativo, attraverso l’ascolto e l’accoglienza dell’operatore sociosanitario, per prevenire il burn-out (Il rischio di burnout negli operatori sociosanitari, di Franco De Felice, Barbara Cioccolanti, Edizioni Goliardiche, Psicologia di comunità, 1999) e migliorare la qualità dei Servizi e il benessere dei lavoratori.

Nell’ambito dei servizi alla persona è sempre più frequente la richiesta di un intervento che sia in grado di prendersi cura non già degli utenti o clienti del servizio ma bensì degli operatori che in esso svolgono le loro mansioni professionali.

La cura del personale nei servizi dei settori psicosociali, socioeducativi, formativi, riabilitativi e sociosanitari diventa sempre più un’esigenza, una necessità, una richiesta di intervento.

Da una fase storica in cui la supervisione alle équipe operative era intesa per lo più come un intervento emergenziale, da attivare quando il servizio viveva una fase di criticità, si è passati ad un momento in cui la cura degli operatori e dei gruppi di lavoro, attraverso l’intervento di supervisione, assume il carattere di normale e fisiologico strumento di accompagnamento e crescita del servizio (Giorgio Cavicchioli, Narrare i gruppi. Prospettive cliniche e sociali. Anno II, Vol. I, Marzo 2007, La supervisione nei servizi alla persona. Curare la relazione che cura).

LA SUPERVISIONE COME STRUMENTO (S., Premoli, Il soggetto in divenire, Libreria Cortina, Milano 1966)

Senza la supervisione, l’operatore rischia di andare incontro a un sovraccarico psichico che può condurlo a una situazione di usura, denominata” burn out”, che segnerà negativamente la sua capacità di rispondere adeguatamente alla domanda avanzata dall’utente.

Condizione sine qua non della supervisione è la apertura alla domanda di aiuto da parte dell’operatore a partire da una situazione di disagio.

Aprendosi a una domanda di aiuto, l’operatore ha la possibilità di entrare nella relazione di supervisione andando a occupare il posto che il suo utente/paziente occupa nella relazione con lui.

La supervisione riguarda la relazione operatore-utente, relazione che l’operatore si impegna a portare in supervisione, assieme ai cosiddetti scarti della relazione. Per “scarto” si intende qualsiasi cosa che, alla fine di uno scambio, pone all’operatore un problema di “senso” nella direzione di una colpa o comunque di una perplessità.

Gli scarti vengono portati in supervisione per essere “lavorati” nella direzione di una ricerca di senso che renda conto non solo dell’economia psichica dell’operatore ma anche dell’utente coinvolto in quel momento nella relazione con lui. (S., Finzi, Misurazione, calco e originale nell’analisi di un caso di psicosi infantile”, in “Il piccolo Hans” n.53, 1984, Dedalo, Bari).

DEFINIZIONE DEL CONTRATTO E DEL SETTING

Gli attori del contratto devono essere sempre almeno tre: l’Istituzione, gli operatori e il supervisore;

Deve esservi una chiarificazione della domanda e degli obiettivi;

La supervisione deve avere uno spazio chiuso, separato e protetto da qualsiasi interferenza esterna con una cadenza prestabilita settimanale o quindicinale;

LA SUPERVISIONE COME PRATICA DI LAVORO

La supervisione è a pieno titolo da riconoscere come “pratica di lavoro” in quanto si tratta di elaborare qualcosa che si colloca all’interno di una relazione professionale lavorativa. Per questo motivo si ritiene che la supervisione debba essere programmata all’interno dell’orario di lavoro e non richiedere un costo economico o di tempo all’operatore.

Attraverso la supervisione di gruppo si attivano in modo esperienziale e pragmatico processi di collaborazione, aiuto all’operatore in difficoltà emotiva, professionale, progettuale, relazionale, riconoscimento e fiducia reciproca, consapevolezza e accoglienza delle differenze e delle competenze professionali, rilevazione dei bisogni formativi, condivisione di strategie di lavoro del gruppo, stimolazione di un clima di lavoro basato su: collaborazione, solidarietà, partecipazione, autonomia, ascolto e creatività, intesa come ricerca di soluzioni nuove.

Autrice dell’articolo: dottoressa Letizia Ciabattoni

FONTI

Il rischio di burnout negli operatori sociosanitari, di Franco De Felice, Barbara Cioccolanti, Edizioni Goliardiche, Psicologia di comunità, 1999;

La supervisione come strumento di lavoro, articolo sulla natura e il ruolo della supervisione nella pratica degli operatori psico-socioeducativi, pubblicato sulla rivista: PROSPETTIVE SOCIALI E SANITARIE, n. 14, 1993, di Premoli Sergio;

Di Mattei V., Prunas A., Sarno L. (2004). Il burnout negli operatori della salute mentale: quali interventi? Psicologia della salute, II;

Giorgio Cavicchioli, Narrare i gruppi. Prospettive cliniche e sociali. Anno II, Vol. I, Marzo 2007, La supervisione nei servizi alla persona. Curare la relazione che cura;

Cavicchioli G., Bianchera L., (2005) Supervisione e consulenza nell’organizzazione cooperativa sociale. Percorsi di apprendimento e cambiamento nei gruppi di lavoro. Roma, Armando Editore; Braidi G.,

Cavicchioli G., (2006) Conoscere e condurre i gruppi di lavoro. Esperienza di supervisione e intervento nei Servizi alla persona, Milano, Franco Angeli;

Lama, Antonella, Prendersi cura dei curanti: i gruppi di psicodinamica per operatori sanitari, 2009, Franco Angeli;

https://www.salute.gov.it/portale/ministro/p4_5_2_4_2.jsp?lingua=italiano&menu=uffCentrali&label=uffCentrali&id=110

https://air.unimi.it/bitstream/2434/766555/2/Finale%20pubblicato.pdf

https://www.psicotraumatologia.org/ambiti/iep-per-il-sociale/supervisione-e-coaching-per-il-personale-socioeducativo/

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