Mammografia con mezzo di contrasto: quando e perché eseguire la CESM

Parliamo di mammografia con mezzo di contrasto: la metodica definita CESM (Contrast Enhanced Spectral Mammography) consente una valutazione contrastografica della mammella, individuando, efficacemente la presenza di neoplasie

Il carcinoma della mammella è la neoplasia più frequente nel sesso femminile, rappresentando circa il 29% delle diagnosi di tumore.

In Italia si stima una incidenza di oltre 47.000 casi l’anno, con una sopravvivenza dell’85% a cinque anni dalla diagnosi.

La mammografia analogica è l’esame di riferimento per lo screening mammario ed ha permesso una notevole riduzione della mortalità (stimata dal 20% al 40%) ma ha tuttavia alcune limitazioni: in particolare, la sua sensibilità si riduce notevolmente in presenza di seno denso, in quanto il cosiddetto “rumore anatomico” può mascherare la presenza di eventuali lesioni.

Per tale ragione, con la mammografia analogica si può avere un discreto numero di falsi negativi, non diagnosticando circa il 15% dei tumori mammari, alcuni anche palpabili (da qui la necessità di integrare la mammografia classica con l’ecografia mammaria e con la valutazione clinica).

Ancora, tale tecnica può risultare meno efficace in fase di stadiazione preoperatoria, non diagnosticando, talvolta, ulteriori foci multifocali e multicentrici di malattia e determinando, così, un trattamento inadeguato.

Dalla mammografia analogica a quella con mezzo di contrasto

Per ovviare a tale problematica, negli ultimi anni la mammografia analogica è stata sostituita dalla mammografia digitale che ha permesso, con le sue immagini di alta qualità e la sua migliore risoluzione di contrasto, di migliorare l’accuratezza diagnostica in fase di screening e di sviluppare applicazioni come la tomosintesi e la CESM (Contrast Enhanced Spectral Mammography – mammografia con mezzo di contrasto).

Focalizzando l’attenzione su questa ultima metodica, va segnalato che la CESM è la più recente delle tecniche diagnostiche introdotte in ambito senologico e che gli studi pubblicati in letteratura internazionale ne dimostrano l’elevata performance diagnostica, grazie a valori di sensibilità, specificità ed accuratezza analoghi a quelli della risonanza magnetica con mezzo di contrasto, che risulta, tuttavia, meno specifica nelle indagini in tale campo.

In più, la CESM risulta essere anche meno costosa e meglio tollerata dalle pazienti.

In dettaglio, la CESM unisce i principi della mammografia alla somministrazione del mezzo di contrasto (mdc) endovena, che permette, come in risonanza magnetica, una valutazione contrastografica della mammella e una migliore localizzazione delle lesioni.

Le indicazioni per ricorrere all’esame CESM, sono: presenza lesioni dubbie o sospette, stadiazione locale preoperatoria per carcinoma mammario, diagnosi differenziale tra cicatrice e recidiva, Cup Syndrome (linfoadenopatia ascellare metastatica in assenza di primitivo mammario), pazienti con controindicazioni assolute o relative alla RM.

Per eseguire l’esame, la paziente deve presentarsi a digiuno, avere effettuato un esame del sangue che confermi che il valore della creatinina sia nella norma ed aver eseguito una preparazione farmacologica in caso di diatesi allergica, dopo consulto con il nostro specialista in Anestesia e Rianimazione.

I buoni risultati ottenuti grazie alla CESM incoraggiano l’esecuzione di ulteriori studi clinici per poter definire il ruolo di questa metodica nell’iter di diagnostica senologica

Guardando all’esecuzione dell’esame, innanzitutto viene somministrato il mdc iodato, con dose di circa 1,5ml/kg con iniettore automatico per assicurare un flusso costante di 2,5-3 ml/sec.

Dopo 2 minuti dalla somministrazione di mdc si acquisiscono una serie di immagini a bassa ed alta energia in rapida successione mentre la mammella rimane compressa per i pochi secondi necessari per l’esecuzione dell’esame.

In totale, l’esame ha una durata complessiva inferiore a 10 minuti.

In definitiva, i risultati degli studi fino ad oggi condotti hanno dimostrato che la CESM garantisce una elevata accuratezza nella diagnosi del tumore mammario e nella valutazione di lesioni sospette, anche perché la corretta valutazione dimensionale è di fondamentale importanza in fase di staging prechirurgico per un giusto planning preoperatorio e per poter ottenere dei margini di resezione liberi da malattia, così da evitare il più possibile cambiamenti traumatici nel corpo della donna affetta da carcinoma.

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Fonte dell’articolo

Brugnoni

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