C'è qualcosa che non funziona con il 112 a Roma?

Telefonate lunghe, tempi di attesa ben superiori ai classici 30 secondi imposti in altre Regioni, e a volte anche risposte sgarbate da parte degli operatori. Riunione questa mattina a Roma per capire come lavorare sulle tante segnalazioni dei cittadini

ROMA – Il Numero Unico per le Emergenze è un progetto fondamentale per lo sviluppo del sistema di emergenza integrato in Italia. Tante Regioni italiane ormai fanno parte di questo sistema, che è nato da una precisa direttiva Europea: creare un numero unico su tutto il continente a cui tutti i 740 milioni di abitanti possano rivolgersi in caso di emergenza sanitaria, emergenza incendi o emergenza di sicurezza pubblica.

L’obiettivo del 112 è noto e chiaro a tutti: localizzare e indirizzare. Però a Roma sembra esserci un grave problema di risposta alle chiamate di emergenza. A segnalarlo – oltre a qualche lettore di Emergency Live – ci pensa oggi il rappresentante italiano per la EENA 112, Marco Cherri.

L’immagine della schermata del telefono è abbastanza eloquente. Alle ore 13.03 la chiamata al 112 per un’emergenza a Roma ha portato a un’attesa – prima della risposta del pre-filtro – di 12 minuti e 13 secondi. Una persona colpita da arresto cardiaco sarebbe già morta, senza nessun tipo di supporto.

Non parliamo poi di eventuali situazioni di ordine pubblico. In caso di aggressione, di ladri in casa, o peggio in caso di incendio, un’attesa di questo tipo è intollerabile.
Paragonando la situazione ad altre realtà non pare di essere nella stessa Nazione. Senza dover citare da quale Regione arriva la telefonata d’esempio, possiamo dire con certezza – e prove – che una chiamata al 112 in un’area del Nord Italia abbia tempistiche totalmente diverse. 30 secondi per localizzare il chiamante e scegliere il servizio, ed altri 2 minuti scarsi (per la precisione 102 secondi) per raccogliere anamnesi del paziente e far partire l’ambulanza. In 2 minuti e 12 secondi è possibile effettuare un “delivery” preciso e puntuale del servizio richiesto, senza lungaggini burocratiche.

L’unica certezza al momento è l’impegno delle autorità a risolvere questo problema. Questa mattina è prevista una riunione tecnica a Roma per discutere della questione, come riporta nel suo tweet 112 Italia.

NOTA A MARGINE: Dopo precise segnalazioni, rettifichiamo che Marco Cherri non è il rappresentante italiano di EENA, l’organizzazione europea per il numero di emergenza. Marco Cherri è un socio di EENA ma non ha formali incarichi con l’associazione. 

 

 

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