COVID-19, en Vénétie grande soddisfazione per i trattamenti con plasma iperimmune

Trattamento per il COVID-19, una degli approcci ritenuti plus interessanti ha riguardato certamente il plasma iperimmune. Di cosa si tratta? Del plasma estratto dal sangue di pazienti guariti dal coronavirus.

 

A rendere speciale quel plasma è la presenza di anticorpi contro il SARS-CoV-2: è plasma che può, se trasfuso in pazienti con malattia in corso, osez vigore alla risposta immunitaria del rizvente.

L'evidenza scientifica ha spinto la Lombardia ad aprire la prima «banca» del plasma iperimmune, Napoli a selezionare i donatori ed it noto tenore Andrea Bocelli, che ha sconfitto il COVID-19, a diventare donatore.

Je lie relativi sono dans coda a questo articolo.

Plasma Iperimmune en Vénétie: risultati confortanti

Anche in Veneto si sono addentrati in questo approccio terapeutico, con risultati che vengono definiti più che soddisfacenti : tutti i pazienti trattati hanno avuto miglioramenti, dopo la somministrazione.

Beaucoup de ces choses sont en place, d'autres sons en phase de fiabilité.

Tolto il caso del malato deceduto (ère in terapia intensiva da 14 giorni e con altre gravi patologie “che hanno impedito qualsiasi effetto del plasma”), i 23 pazienti che en Vénétie hanno rizvuto il plasma dei guariti dal coronavirus “in linea di massima sono andati bene: sono tutti viventi, molti sono stati dimessi e gli altri sono in fase di riabilitazione ».

Vénétie, de Padoue il rapporte sull'utilizzo di plasma iperimmune

A fare il punto è oggi Giustina De Silvestro, direttore dell'immunoematologia dell'Azienda ospedaliera di Padova dove appunto è partita la sperimentazione di questa terapia, incontrando gli organi di informazione al fianco del presidente del Veneto, Luca Zaia.

E 'stata l'occasione per rimettere in fila i passaggi che hanno portato all'avvio del percorso terapeutico, per evidenziare “la notevole disponibilità” dei donatori, e ribadire che si andrà avanti anche e soprattutto in previsione della possibile seconda ondata di Covid per l'autunno.

Cioè per “creare scorte di plasma utilizzabili se dovessimo avere una recrudescenza” del coronavirus, ma “in fase molto più precoce”, spiega De Silvestri. Cioè da usare «subito».

Qui sta una differenza tra i 23 casi veneti e quelli «non confrontabili» de Pavia perchè erano «pazienti molto meno gravi, trattati molto precocemente in reparto medico».

En Vénétie dopo la donazione di plasma «nessuno ha dato risposta entro 24-36 ore come a Pavia, però tutti hanno avuto miglioramenti dopo la somministrazione», spécifique De Silvestro.

Dunque su questa strada si proseguirà, forti dei primi passi (il plasma è stato donato anche a quattro casi 'compassionevoli' cioè su cui si presume che la cura non abbia efficacia) e della disponibilità di donatori: finora 199, ma solo a Padova c «è une liste d'attesa di 350 avec appuntamenti prenotati per appurare che sia possibile raccoglierne il plasma, e gli altri dipartimenti veneti“ sono sugli stessi livelli.

Plasma Iperimmune: en Vénétie grande risposta dei cittadini

Del resto donare il plasma 'giusto' per combattere il Covid-19 non è così 'automatico': «Dopo l'appello del presidente Zaia, abbiamo avuto una grande offerta di donatori», racconta De Silvetro, ma non tutti i guariti sviluppano il dosaggio di anticorpi suffisant.

Serve un 'titolo' anticorpale superiore a 160 e finora il 50% dei donatori lo aveva inferiore a 80 e solo uno su tre uguale o sopra 160.

Inoltre, da ogni donatore si raccolgono tre 'unità terapeutiche' (quindi fin qui un totale di 481): ne sono state trasfuse 101 ai 23 pazienti, il che però porta a dire che “con un donatore non riesco a trattare un paziente, ci vuole un rapporto di un donatore e mezzo ”per ogni malato, spiega De Silvestro.

Ad ogni modo, verrà raccolto il plasma di tutti i donatori anche se con titolo anticorpale troppo basso: siccome proviene da chi ha vinto il coronavirus, è quindi ha un valore «plus» per dirla con De Silvestri, sarà conservato e usato per scopi clinici o par produit dérivé de plasma.

Dans une autre parole, potrà anche essere usato su altri malati per trasfusioni.

«Non si butta niente», dés dans la battuta De Silvestro.

Per donare si deve avere dai 18 anni in su e si può arrival, con una deroga, fino a 65 anni, ma De Silvestro sconsiglia di effettuare la prima donazione se si è superati i 60.

Queste condizioni, sommate al fatto che non devono esserci controindicazioni mediche alla donazione, restringono di già "la quantità delle disponibilità" di plasma iperimmune.

Detto che l'avvio del progetto aveva passaggi tecnici da rispettare e quindi di ritardi non si potrebbe parlare per De Silvestro, ora qualche bisogno di rinforzi c'è: «Serve personale amministrativo per non lasciare fatasa nessuna risposta a offert di donazioni» e su questo si è fatta apposita richiesta.

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