Covid en Ouganda: Addio a 'Brother Elio', 40 anni in Difesa degli Ultimi per Il Comboniano

Covid, Ouganda à lutto. Il missionario comboniano, deceduto a causa del Covid 19, è stato tra gli attori di pace più attivi in ​​questa regione colpita dalle violenze delle milizie armate e poi dall'epidemia di ebola

Si è passéo la notte scorsa fratel Elio Croce, per tutti noto come «frère Elio», missionario comboniano da quasi 40 anni en Ouganda, tra gli attori di pace più attivi in ​​questa regione colpita dalle violenze delle milizie armate e poi, pochi anni fa , dall'epidemia di ebola.

Purtroppo, la récente épidémie de Covid-19, qui est déjà en train de fondre aussi sur ce pays, n'a pas de données sur la fraude.

Ouganda, Annuncio dall'ospedale St.Mary di Lacor: Fratel Elio ucciso dal Covid

A darne notizia è la Fondazione Corti, che sostiene le attività dell'ospedale St. Mary a Lacor, nel distretto settentrionale di Gulu, dove il missionario ricopriva il ruolo di capo tecnico: «Brother Elio è stato la colonna portante del Lacor dal 1985» si legge sulla pagina Facebook della Fondazione.

«Anima gemella di Piero Corti, padre amorevole dell'orfanotrofio Saint Jude di Gulu, ère un uomo buono, di immensa statura moral.

Un onore avuto come compagno di strada e aver calcato insieme la terra del popolo Acholi colombe, insieme a Piero e Lucille, ha costruito, mattone dopo mattone, una speranza di vita per milioni di ugandesi ”.

Frère Elio, che aveva 75 anni, fu uno dei tanti comboniani che decisero di dedicare la propria missione all'Uganda.

Originario del Trentino, giunse nel Paese negli anni Ottanta, mentre il nord ère minacciato dalle violenze della milizia cristiana et transnazionale del Lord's Resistance Army (Lra). Una lotta «che hai saputo vincere» hanno ricordato invece dal Lacor Hospital, «insieme a quella contro ebola e contro la povertà».

Fratel Elio ucciso dal Covid en Ouganda, il cordoglio Afron

«La scomparsa di frère Elio è un duro colpo non solo per la popolazione locale, ma anche per le tante organizzazioni umanitarie italiane s'implante en Ouganda, che in lui trovavano un punto di riferimento sicuro»: così ha commentanto Tiziana Andriani, presidente di Afron - Oncologia per l'Africa Onlus, che è presente al Lacor Hospital con programmi rivolti ai bambini affetti da linfoma di Burkitt.

«Essendo capo tecnico del Lacor - ha detto Andriani - ha seguito con noi i lavori per realizzare il Cinema del sorriso che abbiamo inaugurato di recente all'interno del reparto di oncologia pediatrica».

La presidente di Afron ha ricordato l'impegno e la sensibilità che frere Elio dedicava agli ultimi, in particolare ai bambini: “All'orfanotrofio Saint Jude di Gulu si occupava in particolare dei disabili permanenti: ci metteva tanto impegno nel sostenerli, incoraggiandoli a studiare .

Cercava di dialogare anche con le famiglie d'origine, affinché non abbandonassero del tutto i propri figli ».

Lo stigma, la povertà ei timori per il futuro spingono tanti genitori a lasciare i bambini con disabilità ma, come ricorda Andriani, «padre Elio li convinceva a far studiare i figli oppure si attivava per costruire per loro case adatte ad ospitare i ragazzi in car ospitare i ragazzi ».

All'epoca in cui il gruppo armato Lra rapiva di notte i bambini per farne dei soldati, «li portava personalmente al sicuro in strutture nascoste» ha aggiunto Andriani. «Ne ha salvati tanti».

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Fonte dell'articolo:

Agence Dire

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