L'abbraccio della Croce Rossa al suo presidente: i volontari “intervistano” Francesco Rocca

da Cristiano-Antonino il Juillet 20, 2020

Je volontari «intervistano» il Presidente. Francesco Rocca incontra i volontari ed il personale della Croce Rossa. Non solo italiana, va detto: il collegamento Zoom che abbiamo avuto l'onore di ospitare, ha avuto interventi anche da altri luoghi del mondo.

Ad imperversare, ça va sans dire, è stato il tema COVID-19.

Ma non fine a se stesso : coniugato ai diritti delle persone detenute, agli interventi della Croix Rouge in Afrique, ea tanto altro ancora.

Il «popolo» della Croce Rossa si è confrontato con il presidente Rocca su molti aspetti interessanti.

Mais tout d'abord.

VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA, L'INTERVISTA AL PRESIDENTE FRANCESCO ROCCA

ANNA RITA ED I DIRITTI DELLE PERSONE DÉTENUE

Dipendente dell'Asl di Rieti, volontaria CRI da gennaio, Anna Rita arriva diritta al punto.

- “Ciò che dalla cittadinanza non viene normalmente ben percepito è che anche alla popolazione detenuta è costituzionalmente garantito il diritto alla salute.

In quanto tale ho pensato ad un intervento maggiore, da parte della Croce Rossa, che considero un'applicazione pratica dei sette principi fondanti.

Con lo scoppio dell 'urgence coronavirus abbiamo un po 'accantonato la parte formativa.

La domanda che volevo rivolgere al presidente, che ringrazio per questa opportunità che ci ha consentito, è questa, sul tema dell'intervento di Croce Rossa negli istituti penitenziari »

«Grazie per la domanda - esordisce Francesco Rocca -.

Proviamo a distinguere: un livello nazionale ci sono più esperienze, devo dire tutte positive.

De nombreux comités sono previste attività.

Da un lato però ci deve essere la disponibilità della direzione (dell'istituto detentivo, ndr) ad avviare quei dialoghi, dall'altro ci deve essere la disponibilità dei volontari, cioè un numero suffisante da mettere in piedi percorsi formativi.

Ne Abbiamo in essere tanti: i corsi salvavita sono stati fatti in numerose strutture carcerarie. Abbiamo in essere un protocollo per le «messe alla prova».

E 'una risposta, quella della Croce Rossa, a macchia di leopardo, perché varia molto a seconda delle tante attività che devono portare avanti vari Comitati.

Ma è più una questione locale che nazionale: come nazionale possiamo solo favorire ed esserne contenti, ma l'importante è che (a livello locale) ci sia poi un gruppo di volontari che porti avanti la progettualità che insieme alla direzione di un Istituto si va ad individuare.

Croce Rossa est en première ligne dans les contrôles.

E non solo par la population carcérale.

Perché in un Istituto penitenziario c'è il detenuto ma c'è anche la Police pénitentiaire, qui très spesso vit une condition difficile.

Pendant laUrgence Covid abbiamo aperto una linea con i nostri psicologi, anche a sostegno per quella situazione di difficoltà: vivono spesso una pressione énorme, ed in quei giorni, con le rivolte in corso, vivevano una condizione complicata.

COSETTA, CROCE ROSSA DI PARMA: "QUAL E 'STATO IL MOMENTO PIU' BRUTTO PER LEI?"

Cosetta interviene con une domanda che tocca ancora una volta il lato umano, di Francesco Rocca.

“Volevo chiedere al Presidente: quand'è che ha vissuto il momento plus difficile? Il momento in cui si è detto “io non ce la faccio, è troppo grossa”?

«Sono stati i primi dieci giorni. Ma il Momento Più Difficile Sono State Le Prime 48 Ore, Dal patient 1, quando in quei giorni si è verificata quelle la crescita esponenziale.

Tutti mi dicono che ho un debole per Codogno.

Nella realtà io con Codogno ho un debito moral, perché come potete immaginare in quei momenti io cercavo notizie.

Alors che in quella sede la Croce Rossa fa 118, quindi penso «fammi sentire il presidente (Roberto Zetti, ndr) per capire cosa sta succedendo a Codogno».

Chiamo anche Lucia (Fiorini, ndr), la presidente di Lodi. Poi chiamavo anche Giuseppe (Zammarchi, président à Parme), che non mi rispondeva.

Confesso che mi ero anche un po 'innervosito, perché mi dicevo «ma come… in una situazione del genere Giuseppe non mi risponde?».

Alla fine, dopo dieci o dodici ore, Giuseppe mi chiama e tutto trafelato mi dice: «Francesco, scusa ma io ero a fare il trasporto di un malato.

Sto facendo il servizio anche io perché devo dare il buon esempio agli altri volontari, ero tutto bardato e non ti potevo rispondere ”.

Mais de quel côté était Lucia aussi, qui était préoccupée, elle se réjouit de son retour et peut tripler ses services, et en fait sur le piano psychologique, la décision de nos comités m'a rassuré.

Sono stato molto orgoglioso della rizposta che stavano dando.

Allo stesso tempo con loro condividevo l'angoscia della difficoltà di reperire i dispositivi di protezione individuale, e questa devo dire è stata una della cose che mi ha fatto plus soffrire: quando mi hanno accusato di non average fatto abbastanza per i dispositivi.

E 'l'accusa che mi ha fatto più male, perché in realtà ci siamo sbattuti come mai per trovare dpi ovunque fosse possibile.

Questo è stato il momento plus difficile: vivere quella difficoltà, vivendo giorno per giorno, senza sapere se il giorno successivo avremmo avuto il numero di dispositivi per tutti i servizi che dovevamo fare.

ABDELDJALIL «ABDU» TAOUTI: IL RUOLO DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE NEL COVID EN AFRIQUE

«Abdu» est uno dei tanti volti belli, della Croce Rossa: in Italia da oltre vent'anni, è volontario da subito.

Durante questa pandemia si è speso con gli anziani, è quindi andato en Lombardie, ed infine si è imbarcato su una nef, anche in questo caso per dare una mano.

“Quello che volevo chiedere al Presidente - dice - è questo: in questo periodo in Africa, e soprattutto nel mio paese di origine, l'Algérie, l'épidémie si sta sviluppando in modo un po 'strano.

Oltre a ciò non hanno protocolli. Je primi contagiati sono proprio medici e volontari della zona rossa.

Una delle tante cose : negli ospedali manca l'ossigeno (par la ventilation nei reparti di Terapia Intensiva, ndr). Il tampone è presente in un solo istituto, il Pasteur di Algeri, che ha installato tre o quattro presidi, all'est e all'ovest. Ma al sud non c'è niente.

Volevo chiedere come la Federazione poteva aiutare Algeria, ma più in generale i paesi che sono in difficoltà in questo momento? »

«Ho parlato personalmente con la Presidente della Mezza Luna Rossa, devo dire de l'Ufficio che si occupa di Medio Oriente e nord Africa sta facendo un gran lavoro.

Abbiamo organiszato venir Croix-Rouge italienne dei webinar per ottenere un trasferimento di competencenze e conoscenze.

E 'ovvio che sono paesi che pagano uno scotto enorme rispetto a numero di posti letto e numero di laboratori a disposizione.

Rispetto ad una crisi che è stata così difficile en Italie, in quei paesi che sono meno attrezzati possiamo solo immaginare quanto sia impattante.

L'aiuto della Federazione internazionale c'è, ma è ovvio che siano gocce nel mare: lo dicevo prima per Brasile ed India (parte I dell'intervista, link in coda, ndr), per quanto facciamo arrivare 300mila-500mila dpi, stiamo comunque parlando di bisogni énormi e consomme énormi.

Ritengo che solo un piano global li possa alleggerire.

Per noi in quei paesi est important lavorare soprattutto a livello comunitario sulla prevenzione, sul rispetto delle regole di protezione sociale, perché en Afrique i rischi di una diffusione della malattia sono énormi.

Vous devez penser à ce qui est le nombre de ventilateurs à disposition.

Ho sentito però gli Uffici regionali e devo dire che ho rizvuto risposte nelle quali dicono di sentire la Federazione molto vicina ».

GIOVANNI PONE LE THÈME DU DIALOGO DEI VOLONTARI CROCE ROSSA CON I PROPRI VERTICI :

«Il volontario - afferma Giovanni, dopo lo scambio dei saluti - non viene reso partecipe. Nei nuovi corsi di base per volontari noi diciamo che nella nuova strategia di Croce Rossa il volontario è al centro. Tutto ruota attorno al volontario, che viene reso più responsabile nelle attività comuni.
Allo stato attuale però ancora non lo viviamo. Vorrei capire il perché ».

«Questo è uno dei limiti dei grandi centri: se penso a Roma (che Giovanni ha citato con Genova e Napoli, ndr), è difficile che il presidente abbia dialogo con ciascuno dei 7mila volontari.

Le problème est le leadership. Di come lavorare sul territorio.

Non c'è una risposta, se non quella di dire “c'è un posto nel quale il volontario non può non essere ascoltato, e colombe se le cose le chiede non possono non essere messe a verbale, che è l'Assemblea, che si deve tenere almeno due volte l'anno.

Quello è il momento nel quale, se non ci si riesce durante l'anno, si può esercitare il proprio ruolo.

Prima della riforma introduit un po 'di tempo fa non era possibile nemmeno far sfiduciare il presidente.

Abbiamo présente un thème de quête anche, che prima non esisteva.

In molti luoghi percepisco l'entusiasmo, in altri avverto la fatica che tu mi manifesti. Sento tutto il limite di questo, perché poi non posso intervenire nelle realtà locali.

Quello che i presidenti dovrebbero fare, e in questo dobbiamo crescere come associazione, è Delegare un po 'di più. Delegare perché non ce la fai.

Delegare perché comunque quando hai centinaia di volontari è important che ci sia chi può in tua vece prendere delle decisioni.

E 'un problema culturale di esercizio della leadership, in cui come Croce Rossa dobbiamo crescere ”.

VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA, CIO 'DI CUI POI SI E' PARLATO

C'è poi spazio per qualche domanda un po 'più tecnica e per i saluti delle persone di Croce Rossa al proprio presidente: il video dell'incontro è postato nella propria versione integrale qui sotto.

Per concludere, che dire? Brésil, Algérie, i Comitati Croce Rossa durante il Covid, l'angoscia per i dpi che non si trovavano, il dialogo del volontario con i propri referenti… c'è stato tanto, in questa videointervista a Francesco Rocca.

Il presidente si è offerto con semplicità, rispondendo in modo sereno ma franco su un po 'tutti gli argomenti, e questo ha reso tutto ancora più bello.