SLA : identificati nuovi geni responsabili della sclerosi laterale amiotrofica

SLA : su « Nature Genetics », uno studio internazionale, con il contributo della Statale, segna un significativo passo avanti nella comprensione della malattia

Un altro, important, passo avanti nella identificazione dei geni responsabili della SLA con il contributo déterminante degli scienziati italiani

Le sforzo volto alla identificazione di geni responsabili della sclerosi laterale amiotrofica (SLA) fa un significativo passo in avanti grazie alla collaborazione internazionale che raggiunge un rilevante risultato pubblicato sulla rivista Nature Genetics.

Dans le studio d'association "à l'échelle du génome" o GWA, che permette di analizzare contemporaneamente tutti i geni di un individuo, sono stati analizzati i DNA di 29.612 pazienti affetti da SLA in forma sporadica e di 122.656 soggetti sani, con identificazione di 15 geniche associé alla malattia.

Queste varianti interessano geni implicati in vie metabolhe specifiche e correlate ai processi neurodegenerativi anche di altre malattie quali i meccanismi di trasporto vescicolare tra apparato di Golgi e reticolo endoplasmatico, l'autofagia con evidenza dell'ergitihevodelleamento cellule glutineux

Lo studio è fruitto di una estesa collaborazione internazionale guidata dal Prof. Jan Veldink dell'Università di Utrecht, à Olanda, a cui hanno partecipato istituzioni da tutto il mondo.

Tra i gruppi di ricerca Italiani ha contribuito alla rimarchevole scoperta anche il Laboratorio di Neuroscienze ed Unità di Neurologia dell'Istituto Auxologico Italiano IRCCS che ha supportato la ricerca insieme all'Università degli Studi di Milano ed al “Centro Dino Ferrari”.

Le groupe comprend la dottoressa Isabella Fogh ei professori Nicola Ticozzi et Antonia Ratti dell'Università degli Studi di Milano, coordinati dal prof. Vincenzo Silani.

Lo studio sulla SLA ed i loci geneci

“Il recente studio – spiega Vincenzo Silani, docente di Neurologia dell'Università Statale di Milano, primario di neurologia all'Auxologico San Luca di Milano e fondatore del Consorzio Italiano SLAGEN – ha confermato, tra i 15 loci associati alla malattia, 8 geni già identificati in precedenti studi (UNC13A, SCFD1, MOBP/RPSA, KIF5A, CFAP410, GPX3/TNIP1, NEK1 e TBK1) provando ulteriormente il rispettivo coinvolgimento patogenetico.

Di particolare rilievo è però l'identificazione di 7 nuovi loci che contribuiscono a meglio delineare i meccanismi di neurodegenerazione specifici della malattia.

Lo studio dimostra, infatti, l'espressione dei geni implicati in particolare nei motoneuroni glutammatergici, suggerendo quindi che il processo neurodegenerativo nella SLA è originariamente a carico dalla cellula neuronale e non microgliale od astrocitaria.

Viene, en particulier, dimostrato il ruolo sia del trasporto di vescicole che dell'autofagia quale déterminante per la perdita neuronale con particolare coinvolgimento del complesso di Golgi e del reticolo endoplasmatico.

Da ultimo, elevati livelli di colesterolo sembrano assumere un ruolo causale per la SLA come verrà ulteriormente sottolineato da un lavoro in uscita dello stesso gruppo ».

Molto interessante risulta la condivisione dei geni patogenetici riportati con altre malattie neurodegenerative quali la malattia di Alzheimer, di Parkinson, la degenerazione corticobasale, la paralisi sopranucleare progressiva e la demenza frontotemporale convalidando ulteriormente perogenerazione il présuppostcan la demenza.

« Questo potente studio di GWA - conclure le professeur Vincenzo Silani - si discosta dai precedenti per l'ampio numero di pazienti analizzati e per la completezza di informazioni raggiunte con inserimento della SLA accanto alle altre malattie neurodegenerative perché accomuniciata da comuni mecieti indicazione di un processo neuronale primitivo all'origine della malattia, rinforzando quindi il concetto di a vulnerabilità selettiva della cellula motoneuronale nella SLA”.

Lo sforzo del gruppo del professor Silani, iniziato nel 2014 con un primo studio di GWA su ampia casistica di pazienti SLA, si rafforza ora con questo nuovo di ampie dimensioni volto ad identificare geni e meccanismi patogenetici della semper, in un contesto con altre malattie neurodégénérative.

La prospettiva di poter agire su meccanismi condivisi tra diverse pathologie costituisce il presupposto per una alleanza terapeutica volta a definire rapidamente approcci terapeutici efficaci, fermo restando che il target rimane il motoneurone spinale responsabile dell'innesto malattialogico de.

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Fonte dell'articolo:

La Statale de Milan

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