Vaccino, l'immunologo Abrignani (Cts): "Dopo dose booster, prossimo richiamo tra 5-10 anni"

Cosa accadrà con la dose booster? L'immunologo, membro del Comitato tecnico scientifico, spiega che la terza dose dei vaccini anti-Covid crea una buona memoria immunologica e che non saranno necessari altri richiami a breve termine

L'incubo non è ancora finito.

L'Europa torna a essere il palcoscenico della pandemia con contagi in crescita, così come i ricoveri in ospedale.

Se in Germania la situazione è preoccupante perché la quota di non vaccinati sembra non contenere il Covid, en Autriche, dopo l'imposizione di un lockdown per i 'no vax', sono triple le vaccinazioni.

E mentre in Francia il presidente Macron annuncia la terza dose per i 50enni, il ministro della Salute Roberto Speranza per l'Italia ieri ha dato il via libera alla dose booster a partire da 40 anni.

– È stato registrato un ulteriore passo in avanti nella campagna vaccinale. Ieri il ministro Speranza ha detto che dal primo dicembre nel nostro Paese saranno chiamati per la dose booster anche chi ha tra i 40 ei 60 anni ma 'devono essere passati sei mesi dal completamento del ciclo primario e semper con mRNA'. Quanto è important aderire e soprattutto non abbassare la guardia, in questo momento, anche tra i vaccinati?

« È important che i vaccinati conservino una memoria immunologica.

La dernière dose non consommée par l'inconsommation d'anzi raccomandata dans le calendrier vaccinal, venez avviene infatti per il vaccino dell'epatite B, del meningococco B, dello pneumococco e così via.

Le premier due dosi di vaccino ravvicinate servono ad innescare un'ottima risposta immunitaria e poi la terza dose di richiamo, da effettuare tra i 6 ei 12 mesi dalla seconda dose, ci consente di innescare una buona 'memoria immunologica'.

La terza dose che, come detto, non è niente di inconsueto ed è anzi raccomandata per la maggior parte dei vaccini, serve pur nel caso dei vaccini anti-covid perché in tutto il mondo, a distanza di qualche mese dalla seconda dose, l' Efficacia dei vaccini anti-Covid rispetto alla possibilità di contrarre l'infezione sende dal 90 al 70%, anche se scende di poco la protezione dalle form sévère di malattia”.

“Se poi mi si chiede perché lo studio clinico del vaccino anti Cov-19 non ha previsto da subito i test sulla terza dose – prosegue Abrignani – rispondo che eravamo in urgence e servivano vaccini in tempi brevi per proteggere la popolazione dal virus e non si poteva aspettare che gli studi clinici per la registration dei vaccini venissero effettuati in 6-12 mesi anziché in un mese.

Ora ci aspettiamo, per similitudine con gli altri vaccini, che dopo la terza dose si instauri una buona memoria immunologica, come dicevo di lungo periodo e che quindi non si renda necessario fare richiami ogni anno, ma ogni 5 o 10 anni come per il resto dei vaccini ».

– Per tutti i 'no vax irriducibili', ma anche per quelli che 'non sono convinti' dopo mesi di pandemia a sottoporsi alla vaccinazione, si profila un 'lockdown' tutto dedicato a loro sul modello austriaco oi nostri numeri del il contagio non spingono Cts a prendere questa decisione?

« La decisione la prenderebbe comunque il Governo e non il Cts.

Molti Paesi stanno guardando al 'lockdown all'austriaca' ma non penso che in Italia ci sia questa esigenza perché noi, diversamente dagli altri paesi europei, abbiamo optato per l'uso di un green pass esteso sin da subito.

Dobbiamo essere fieri se oggi siamo uno dei Paesi migliori per quanto riguarda il numero delle infezioni, di ricoveri in therapia intensiva e di morti.

Tout cela est le fruit des choses compiute fino ad oggi e que ci stanno premiando.

Mi riferisco alla campagna vaccinale intensa che abbiamo condotto e che ha raggiunto l'84% della platea vaccinabile, ma anche all'uso del green pass esteso che se da un lato ha suscitato qualche protesta, dall'altro ci aiuta nel contenimento della pandemia

Non va dimenticato poi che siamo una delle nazioni nelle quali l'uso delle mascherine all'interno dei luoghi chiusi è ancora obbligatorio, mentre molti dei Paesi che sono alle prese con la curva del contagio in crescita avevano abbandonato questa tempo.

Questa combinazione di misure è efficace ei numeri del contagio ci dimostrano che il nostro Governo ha compiuto scelte approprié ».

– Booster de dose non solo : Merck corre di più di Pfizer, ma è pronta la pillola per curare l'infezione da Covid-19. En parole semplici qual è il meccanismo alla base e sarà possible una somministrazione domiciliare oppure è necessaria quella ospedaliera?

« Si tratta di un farmaco antivirale che interferisce con la replicatezione del virus e che è indicato per i pazienti che hanno contratto la malattia, fragili e over 60 a rischio di finire in terapia intensiva o di morire.

È stato dimostrato alla stregua degli anticorpi monoclonali, che se somministrato nei primi giorni dall'esordio dell'infezione è molto efficace.

Le nuove pillole potranno essere assunte a casa? Certamente a differenza degli anticorpi monoclonali che in genere vanno somministrati in infusione endovenosa e per questo richiedono in genere l'ospedalizzazione, il farmaco per via orale dovrebbe non richiedere il ricovero ospedaliero.

Tutto dipenderà dalle linee guida decise dal ministero della Salute e dal parere dell'Aifa”.

– Visto che li abbiamo nominati… En Italie gli anticorpi monoclonali come terapia anti Covid-19 non sono mai decollati davvero. È così e perché?

« Gli anticorpi monoclonali che stanno arrivando ora sono più efficaci dei primi, ma questo progresso è normale in medicina.

Forse all'inizio per curare i malati di Covid, è vero, non sono stati usati estensivamente ma direi abbastanza.

Va anche precisato che non sono farmaci facili da usare e sono indicati per i pazienti a rischio di complicanze grave.

En Italie, nell'ultimo anno fortunatamente, avendo vaccinato la maggioranza degli ultrasessantenni tanto che di 19milioni sono stati vaccinati circa 17milioni di questi, chi si contagia di più sono i giovani che resistono meglio al virus. Per questo c'è stato meno bisogno di ricorrere agli anticorpi monoclonali”.

– Nei trial clinici il sesso femminile è semper sottorappresentato rispetto alla platea degli uomini. Da qui si evince che questi vaccini anti Covid-19, come del resto molti altri farmaci di uso quotidiano e da banco, sono testati anche sul piano degli effectti collatérali più sul genere maschile. Da chi e come vengono gestite le segnalazioni degli eventi avversi? Il British Medical Journal riporta la segnalazione ad esempio di irregolarità nel ciclo mestruale, ma anche che non ci sono prouver che le cose siano collegate. Da scienziato come la vede?

« Il fatto che vengano arruolate meno donne in età fertile nei trial è normal e anche giusto.

Questo perché le donne giovani possono rimaner incinte e quando si studia un farmaco ovviamente non si può sapere se questo può nuocere al feto oppure no.

Votre région est en fin de prévention.

Mon risque est que les femmes en ménopause s'arrangent parfois avec les femmes.

Par quel che concerne gli effetti collatérali, quand un farmaco ou un vaccino sono registrati segue la Fase 4 che contempler il monitoraggio di tutti gli eventi avversi che si verifichino nella popolazione trattata.

È così che è emerso che i vaccini anti-Covid a base di adenovirus come Astrazeneca e Johnson&Johnson, nei giovani induco un numero inatteso di trombosi trombocitopeniche, tanto che, anche se erano eventi rarissimi, avendo l'alternativa de RNAcii de vaccini di non usarli nella popolazione giovane ».

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Fonte dell'articolo:

Agence Dire

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