The Lancet: In Uk possibile congedo per burnout 16% medici e infermieri

Burnout, quali cause? Pandemia, carichi di lavoro schiaccianti e liste d’attesa record hanno minato il benessere degli operatori sanitari, sempre più affaticati e stressati

‘Combattere il burnout’ è, infatti, uno studio pubblicato dalla rivista ‘The Lancet Rheumatology’ proprio per capire cosa servirà per scongiurare un’ulteriore crisi

Il burnout era una condizione ben nota già prima che il Covid-19 colpisse il mondo: “Riguardava quasi la metà dei medici negli Stati Uniti e un terzo di quelli nel Regno Unito, che riportavano un esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale.

Alla fine del 2020 poi il 44% del personale del servizio sanitario nazionale inglese riferiva di non sentirsi bene a causa dello stress correlato al lavoro (rispetto al 40% nel 2019), e si sentivano allo stesso modo i due terzi degli infermieri del Regno Unito intervistati nell’ottobre 2021”, si legge nell’articolo.

Adesso l’onda omicron potrebbe “triplicare i numeri osservati nelle prime ondate di Covid-19, tanto che secondo un recente studio di modellizzazione potrebbero essere uno su sei i medici e gli infermieri del Regno Unito che dovrebbero prendere un congedo per malattia nel 2022 a causa del burnout e degli effetti a lungo termine del Covid-19”.

Il rapporto di ICN sul burnout e sulle carenze globali di infermieri

Un rapporto del 24 gennaio scorso a cura dell’International Council of Nurses (federazione internazionale che riunisce oltre 130 associazioni infermieristiche) “ha stimato che la carenza globale di infermieri – di 5,9 milioni prima della pandemia – potrebbe raggiungere i 13 milioni entro il 2030 a meno che non si intervenga per contrastare il burnout e reclutare un numero sostenibile di infermieri nella professione”.

Anche la Reumatologia sta risentendo degli effetti del burnout. “Prima della pandemia- si legge nello studio di ‘The Lancet Rheumatology’- il 51% dei professionisti della Reumatologia negli Stati Uniti ha riferito di aver subito un burnout.

Questi numeri sono aumentati dall’inizio della pandemia, estendendosi al 60% dei reumatologi in America Latina e all’81% dei reumatologi in Germania”.

“Quasi la metà dei reumatologi pediatrici in America Latina ha riferito di avere sintomi di ansia e un terzo di quelli in Nord America- continua lo studio di The Lancet- ha affermato che l’insoddisfazione per la telemedicina ha contribuito al loro burnout”.

Al di là del bilancio individuale, il burnout impatta sui sistemi sanitari

“I governi e i responsabili politici di molti paesi stanno compiendo sforzi per mitigare il problema.

Negli Stati Uniti, ad esempio, l’amministrazione Biden ha stanziato 103 milioni di dollari in sovvenzioni per aiutare a frenare il burnout sanitario, la carenza di personale e per sostenere la formazione e lo sviluppo.

Questo aumento dei finanziamenti è stato ampiamente applaudito, ma alcuni lo hanno criticato come insufficiente, perchén pari a meno di 5 dollari a persona in un settore che dà lavoro a 22 milioni di persone”.

Nel Regno Unito, il servizio sanitario nazionale “ha specificato che il sostegno alla salute e al benessere del personale è una priorità per il 2021-22, compreso un rapido accesso al supporto psicologico.

Gli operatori sanitari nel Regno Unito stanno già lavorando regolarmente ore non retribuite (il 74% degli infermieri del Regno Unito lavora più dell’orario contrattato almeno una volta alla settimana) e molti hanno espresso sentimenti di colpa per essersi presi una pausa- si legge sempre nello studio del ‘The Lancet Rheumatology’- lasciando i colleghi sovraccarichi a coprire la loro assenza”.

Ciò che serve, secondo la nota rivista, “è un cambiamento organizzativo a livello di sistema. Un rapporto del 2021 del Comitato per la salute e l’assistenza sociale della Camera dei Comuni del Regno Unito richiedeva, infatti, una revisione completa della pianificazione della forza lavoro”.

Bisognerebbe affrontare, quindi, “i fallimenti nella cultura del SSN, prestando una particolare attenzione alle soluzioni sistemiche piuttosto che alla resilienza degli individui.

Allo stesso modo, la necessità di una pianificazione strategica della forza lavoro era tra le priorità centrali delineate dalla London School of Economics-Lancet Commission sul futuro del Sistema sanitario nazionale inglese, che ha osservato che le strategie dovrebbero concentrarsi sul raggiungimento della composizione ottimale dei team multidisciplinari”.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo:

Agenzia Dire

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