Cefalea: che cos’è, sintomi e cura

Con il termine cefalea si definisce un qualsiasi tipo di dolore che si localizza a livello del cranio. In alcuni casi si tratta di un disturbo occasionale, mentre in altri si manifesta di frequente e in modo intenso, a volte disabilitante

La cefalea interessa prevalentemente la popolazione nella fascia d’età adulta (tra i 20 e i 50 anni), ma può interessare le fasce più giovani, anche se con minor frequenza.

Le forme più frequenti sono le cefalee primarie, in cui la cefalea rappresenta segno e sintomo del disturbo.

Più rare le cefalee secondarie a patologie neurologiche o sistemiche.

Cefalee primarie

Le tipologie più frequenti di cefalea primaria sono rappresentate dall’emicrania, dalla cefalea tensiva e dalla cefalea a grappolo.

Emicrania: sintomi e cure

L’emicrania è una forma di cefalea frequente. Ha un’incidenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini con un rapporto di 2:1.

Si distinguono due forme principali:

  • l’emicrania senza aura,
  • l’emicrania con aura.

Nell’emicrania senza aura il dolore è prevalentemente unilaterale, a volte bilaterale o alternarsi su entrambi i lati, è spesso pulsante, di intensità moderata o forte e peggiora con il movimento (chinare il capo o salire una rampa di scale).

Al dolore spesso si associano nausea, vomito, intolleranza a luce, ai rumore e agli odori. Il paziente con emicrania generalmente trova beneficio durante l’attacco dal riposo in ambiente buio o poco illuminato.

La durata tipica degli attacchi è compresa tra 4 e 72 ore, più raramente può prolungarsi oltre le 72 ore.

Nell’emicrania con aura, molto meno frequente rispetto alla precedente, la fase dolorosa è preceduta da alcuni sintomi neurologici, detti appunto aura, caratterizzati da disturbi visivi come visione di lampi, macchie luminose o scure, strie luminose, deformazione degli oggetti, visione offuscata, assenza di visione in una metà del campo visivo.

In alcuni casi si possono manifestare anche disturbi della sensibilità (formicolio) a un braccio e a metà del volto e disturbi della parola.

Questi disturbi possono coesistere nel corso di uno stesso attacco e lo precedono di circa mezz’ora.

La terapia dell’emicrania si avvale di farmaci usati al bisogno per il trattamento del dolore acuto.

I più comuni sono i Fans, meno specifici per la cura del dolore emicranico anche se spesso efficaci e i triptani, che invece rappresentano i farmaci specifici per l’attacco emicranico.

Nel caso in cui gli attacchi emicranici dovessero essere frequenti e superare i 3-4 al mese si prevede l’utilizzo di farmaci che usati quotidianamente permettono di ridurre il numero e l’intensità degli episodi dolorosi (terapia di prevenzione).

Ultimamente sono stati introdotti in commercio per le forme severe di emicrania e per l’emicrania cronica gli anticorpi monoclonali: anticorpi in grado di bloccare l’azione di uno dei mediatori dolorosi più importanti coinvolto nella genesi dell’attacco emicranico detto CGRP.

Cefalea tensiva: sintomi e cure

La cefalea tensiva è la tipologia di cefalea più frequente.

Rappresenta circa il 90% di tutte le cefalee.

La cefalea di tipo tensivo può essere poco frequente (occasionale, meno di una volta al mese), frequente (da 1 a 15 volte al mese) e cronica (più di 15 volte al mese).

Il dolore ha caratteristiche “costrittive”, ha intensità lieve-moderata, tende ad interessare tutta la testa e, in genere, non impedisce lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Il dolore non si aggrava con i movimenti.

La durata delle crisi può variare da mezz’ora a diversi giorni e, nelle forme più severe o croniche, questo può comparire al risveglio e proseguire fino a sera.

La terapia della cefalea tensiva, come per l’emicrania è rappresentata dalla terapia dell’attacco e dalla terapia di prevenzione.

Per il trattamento dell’attacco vengono impiegati i Fans, mentre nella terapia di prevenzione gioca un ruolo particolare l’amitriptilina, farmaco antidepressivo che a bassi dosaggi permette di ottenere un buon risultato clinico sulla riduzione degli episodi dolorosi.

Cefalea a grappolo: sintomi e cure

Si tratta di una forma di cefalea primaria molto più rara rispetto alle precedenti che coinvolge prevalentemente il sesso maschile.

Gli attacchi della cefalea a grappolo sono particolarmente dolorosi tanto da aver acquisito la denominazione di “cefalea da suicidio”.

Si caratterizza per accessi di dolore lancinante, di intensità molto forte, di durata tra 15 e 180 minuti, localizzato a livello dell’occhio e della tempia, sempre dallo stesso lato.

Il dolore si accompagna ad intensa lacrimazione, arrossamento dell’occhio, ostruzione nasale con secrezione, sudorazione facciale, pupilla più piccola e palpebra abbassata, tutti dal lato del dolore.

Raramente presenti la nausea e il vomito.

L’intensità della cefalea è tale da rendere il paziente particolarmente agitato.

Le crisi, nella forma episodica, si presentano giornalmente, spesso a orari fissi, una o più volte nelle 24 ore, per periodi della durata di 3-6 settimane con cadenza annuale o biennale (grappoli). Il 10% circa dei pazienti è affetto da una forma cronica, senza lunghe fasi di remissione.

La terapia è complessa e si avvale di farmaci per l’attacco (triptani sottocute o per inalazione), ossigenoterapia, corticosteroidi e i farmaci di prevenzione sono rappresentati dal Verapamil e dal Litio.

Per approfondire

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Fonte dell’articolo

Medicitalia

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