Chemioterapia: che cos'è e quando si esegue

Il termine “chemioterapia” significa letteralmente cura con composti chimici. Con tale termine si potrebbe comprendere la gran parte delle cure mediche, ma nel tempo il termine chemioterapia è diventato sinonimo di chemioterapia antitumorale e con questo significato è usato sia nel linguaggio popolare che in quello tecnico

La chemioterapia è, assieme alla chirurgia e alla radioterapia, uno dei 3 trattamenti antitumorali “classici” che costituiscono ancora oggi i cardini della cura antitumorale.

Dei tre tipi di cura è stato l’ultimo utilizzato (la prima iniezione, allora sperimentale, di un chemioterapico in un essere umano venne effettuata il 28 dicembre 1947) ed è una pratica ormai consueta nel trattamento delle malattie neoplastiche, scientificamente accettata e ampiamente consolidata nell’armamentario terapeutico dei medici oncologi.

Rimane tuttavia ancora un evento drammatico per il paziente che si prepara ad affrontare questa nuova esperienza, sia perché è in relazione con una malattia grave e diffusa – il cancro – che comporta di per sé una importante reazione emotiva nel paziente e nei familiari, sia perché viene prescritta in situazioni cliniche molto differenti fra loro.

Perché e quando si usa fare la chemioterapia

La chemioterapia è una forma di terapia dei tumori che si attua somministrando uno o più farmaci chemioterapici detti anche antiblastici o citotossici.

Tali farmaci hanno la capacità di danneggiare le cellule, essenzialmente quelle che si moltiplicano, sia le cellule anormali del tumore, sia quelle normali.

L’efficacia della chemioterapia sta nel fatto che, somministrando il farmaco citotossico a dosi e tempi adeguati, la maggioranza del cellule tumorali non sono in grado di ripararsi i danni e muoiono, mentre la maggioranza delle cellule normali si riparano i danni e sopravvivono.

Contrariamente alla comune convinzione popolare, la chemioterapia non è un’unica entità.

Esistono, infatti decine di farmaci citotossici, differenti per attività e meccanismo di azione, che vengono combinati in numerosi schemi diversi.

Ciascuno schema è specifico di alcuni tumori e situazioni cliniche, ed è caratterizzato da effetti collaterali in parte uguali ed in parte differenti dagli altri schemi.

In che che cosa consiste la chemioterapia

I farmaci chemioterapici agiscono sulle cellule che si moltiplicano, sia normali sia tumorali.

Per questo motivo, ogni schema di chemioterapia prevede la somministrazione dei farmaci a intervalli prestabiliti (cicli) per dare la possibilità alle cellule normali di recuperare dagli effetti tossici a cui sono sottoposte.

La somministrazione della chemioterapia avviene di solito per via endovenosa e può durare da pochi minuti a diverse ore a seconda dello schema impiegato, del meccanismo di azione del farmaco che si vuole sfruttare e della patologia da trattare.

In alcuni casi la chemioterapia viene praticata attraverso infusioni venose prolungate, che durano continuativamente per diversi giorni o settimane.

Alcuni tipi di chemioterapia possono essere somministrati anche per via orale, sottocutanea, direttamente nel tumore (somministrazione intralesionale), o nelle cavità dell’organismo (addome, cavo pleurico).

Per le terapie per cui è prevista un’infusione prolungata o, comunque, quando si prevedano diversi cicli è opportuno posizionare un tubicino che raggiunge una vena profonda di grosse dimensioni (catetere venoso centrale) con piccolo serbatoio sottocutaneo (Port-a-Cath) o senza serbatoio (Groshong).

Tale serbatoio, che può essere rimosso al termine dei cicli di chemioterapia, può essere usato per somministrare i farmaci senza pungere una vena, permettendo al paziente di avere le braccia libere ed evitando il pericolo di flebite causata dai farmaci.

La chemioterapia può essere impiegata nella cura dei tumori da sola (chemioterapia esclusiva)

Può avere uno scopo “curativo” cioè di distruggere tutto il tumore e far guarire il paziente o, comunque, dargli una vita più lunga e in buone condizioni, oppure avere uno scopo “palliativo”, cioè di ottenere soltanto un miglioramento dei sintomi.

Se somministrata da una equipe esperta non dà conseguenze ed effetti tossici maggiori di quelli della stessa malattia nel suo evolvere naturale senza terapie.

Più spesso, la chemioterapia è impiegata nell’ambito di una strategia terapeutica integrata (trattamenti multidisciplinari), insieme ad altre modalità terapeutiche, quali: la chirurgia, la radioterapia, ed eventualmente le terapie ormonali e le terapie biologiche (interleuchine, interferoni, anticorpi monoclonali, farmaci interferenti con la trasmissione intracellulare del segnale, etc.).

L’uso e lo scopo della chemioterapia varia a seconda del tumore e della situazione clinica.

I quadri clinici sono molteplici, ma potrebbero essero così sintetizzati: 

  • chemioterapia pre-operatoria (cioè somministrata prima di un eventuale intervento chirurgico). L’intervento chirurgico a cui viene fatto riferimento nello schema può essere sia la chirurgia del tumore primitivo sia quella di una metastasi. In taluni casi la chirurgia potrebbe essere sostituita o associata alla radioterapia. Sono entrambe cure ‘loco-regionali’ (cioè interessano una parte del corpo), mentre la chemioterapia è un trattamento ‘sistemico’ (cioè interessa tutto il corpo)
  • chemioterapia esclusiva, il tumore non è operabile per sua natura (esempio: leucemie) oppure è del tutto improbabile che divenga operabile anche se la chemioterapia risultasse efficace;
  • chemioterapia neo-adiuvante in tre situazioni principali:
  • il tumore non è operabile, ma, se la chemioterapia risultasse efficace, potrebbe diventare operabile;
  • il tumore è operabile, ma vi è la possibilità che vi siano micrometastasi a distanza, anche se non visibili, a cui si vuole dare la precedenza di cura;
  • il tumore è operabile ma, se la chemioterapia risultasse efficace, l’intervento potrebbe diventare più agevole e con maggiori probabilità di radicalità.
  • chemioterapia intra-operatoria (cioè somministrata durante intervento chirurgico). Situazione rara, di fatto riducibile alla Chemioterapia Intraperitoneale (associata all’Ipertermia = HIPEC) o intrapleurica per Metastasi (carcinosi) peritoneale o pleurica;
  • chemioterapia post-operatoria (cioè somministrata dopo intervento chirurgico);
  • chemioterapia adiuvante (precauzionale). L’intervento chirurgico è stato radicale, non vi sono residui tumorali, nè metastasi a distanza, ma vi è il rischio che vi siano micrometastasi a distanza da curare prima che possano crescere;
  • chemioterapia a carattere curativo. L’intervento chirurgico non è stato radicale, vi sono residui tumorali oppure metastasi a distanza, da curare.

Effetti collaterali della chemioterapia

Gli effetti tossici della chemioterapia sono legati al fatto che i farmaci chemioterapici colpiscono tutte le cellule che si riproducono, siano esse normali che tumorali.

Infatti, non esistono ancora farmaci che colpiscano selettivamente le cellule tumorali.

Tuttavia, grazie alle nuove terapie di supporto, gli effetti collaterali della chemioterapia si sono ridotti notevolmente rispetto al passato essendo, in realtà, molto più limitati di quanto comunemente si creda.

Gli effetti tossici non sempre si manifestano, dipendendo molto anche dalla sensibilità individuale ai farmaci.

Il paziente in trattamento chemioterapico può svolgere quasi tutte le attività precedentemente svolte, ivi inclusa quella lavorativa, con qualche eccezione, di solito, limitata ai giorni immediatamente seguenti la somministrazione dei farmaci.

Gli effetti collaterali che accompagnano la somministrazione della chemioterapia sono a carico prevalente degli organi o apparati costituiti da popolazioni cellulari che si moltiplicano attivamente, e cioè: la mucosa dell’apparato digerente (nausea, vomito, diarrea, infiammazione della mucosa orale), midollo osseo (anemia, diminuzione dei globuli bianchi e piastrine) e bulbi piliferi (caduta dei capelli).

Tutti gli effetti collaterali sopra menzionati, compresa la caduta dei capelli, sono reversibili, cioè passano completamente al termine del trattamento.

Come abbiamo detto, esistono al giorno d’oggi, efficaci rimedi terapeutici contro la maggior parte degli effetti tossici della chemioterapia.

Ad esempio, sono disponibili sostanze biologiche che stimolano la produzione di globuli rossi e bianchi, ne prevengono la riduzione e ne favoriscono la rapida ripresa.

Per la diarrea e soprattutto per la nausea e il vomito sono impiegati agenti farmacologici in grado di eliminare il problema nella quasi totalità dei casi.

L’attività sessuale può essere diminuita soprattutto per la spossatezza che può seguire la somministrazione di antiblastici.

A questo proposito il consulto con il medico è utile per la prescrizione di eventuali rimedi.

È opportuno invece evitare tassativamente le gravidanze durante la chemioterapia per il pericolo di gravi danni al feto.

Il futuro della chemioterapia

L’obiettivo attuale della ricerca è quello di fornire farmaci e terapie biologiche sempre più selettivi per le cellule tumorali, cioè “bombe intelligenti” (target therapy) in grado di colpire in maniera altamente efficace e selettiva le cellule malate limitando gli effetti su quelle sane, al fine di migliorare l’efficacia terapeutica e la tollerabilità per il paziente.

Per approfondire:

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Torino, sviluppata nuova terapia contro il tumore al pancreas: combinazione di vaccino DNA e chemioterapia

Pediatria, St. Jude Children’s Research Hospital individua 84 neoplasie mieloidi correlate alla chemioterapia

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