Catetere venoso centrale (CVC): posizionamento, gestione e linee guida

Il catetere venoso centrale (CVC) è un presidio medico che si inserisce in una delle vene centrali (vena succlavia, femorale o giugulare interna)

Il catetere è un tubicino lungo e sottile, rigido o flessibile, di vari materiali, lungo circa 20 centimetri e di alcuni millimetri di diametro.

Catetere venoso centrale: perché si usa?

Il CVC è molto utile per tutte quelle situazioni in cui si vuole immettere una sostanza all’interno del circolo sanguigno.

Esempi tipici sono l’infusione di liquidi (soluzione fisiologica, farmaci…) e la nutrizione artificiale parenterale totale, in cui le sostanze nutritive vengono immesse nell’organismo, “scavalcando” l’apparato digerente.

Nella parte del catetere esterna alla cute sono predisposte vie di accesso per i diversi tipi di infusione (queste vie hanno generalmente un lume differenziato tra loro e sono indipendenti l’una dall’altra).

Quando preferire un catetere venoso centrale ad uno periferico?

Il catetere venoso può essere inserito non solo a livello centrale, ma anche a livello periferico, eventualità in cui viene solitamente inserito in una vena superficiale del braccio (cefalica, mediana, basilica, radiale, ulnare).

I motivi per cui possono spingere un medico ad usare una via di accesso centrale al posto della meno invasiva via periferica, sono diversi.

Generalmente la via centrale viene preferita quando si prevede una terapia a lungo termine: il catetere venoso centrale può, infatti, rimanere in sede per un lungo periodo, più lungo rispetto ad un catetere periferico.

Un esempio tipico è la nutrizione parenterale totale, in cui il catetere venoso centrale rimane in sede per lunghi periodi.

Catetere venoso centrale: quali sono i vantaggi?

I vantaggi del posizionamento di un CVC riguardano principalmente la possibilità di provvedere alla somministrazione di farmaci, liquidi o medicinali in pazienti che ne presentino necessità (pazienti che ad esempio necessitino della somministrazione di farmaci per lunghi periodi di tempo, o che abbiano bisogno di terapie nutrizionali parenterali).

Come si svolge il posizionamento di un catetere venoso centrale?

  • il paziente firma il consenso informato;
  • la sede di inserimento del catetere viene rasata;
  • il paziente si accomodare sul lettino della sala angiografica;
  • il medico radiologo interventista studia la vena di interesse con l’ecografo e procede all’anestesia locale;
  • sempre sotto guida ecografica, il medico raggiunge la vena centrale con un ago-cannula, all’interno del quale si posiziona un sottile filo metallico che servirà da guida per far scorrere il catetere;
  • in seguito all’inserimento si esegue una radiografia per verificarne la corretta localizzazione.

L’inserimento di un CVC deve essere eseguito in ambiente sterile.

Posizionamento di catetere venoso centrale: quanto dura?

In totale la procedura dura circa 15 minuti.

Catetere venoso centrale: come ci si prepara?

Salvo diverso parere medico, non sono previste norme di preparazione particolari.

Il posizionamento del catetere venoso centrale è doloroso o pericoloso?

Il posizionamento del catetere venoso centrale è effettuato in anestesia locale e non è considerata una procedura dolorosa.

Il posizionamento del catetere venoso centrale è pericoloso?

Il posizionamento del CVC è effettuato in anestesia locale e non è considerata una procedura rischiosa, se eseguita da personale esperto ed in ambiente sterile.

Possono comunque verificarsi alcune complicanze.

CVC: rischi e complicanze

Le principali complicanze associate all’inserimento del catetere sono le infezioni – il catetere fornisce un accesso diretto a microbi che dall’ambiente esterno possono entrare nel circolo venoso e, quindi, nell’organismo – e le occlusioni, dovute al formarsi eventuale di precipitati di farmaci o di coaguli all’interno del catetere.

Quando il catetere è inserito nelle vena succlavia si può, in rarissimi casi, andare incontro a complicanze che interessano il polmone, in particolare al collasso (pneumotorace).

Infine, se il catetere non è posizionato correttamente si possono verificare complicanze di tipo meccanico come la pinzatura o lo schiacciamento di un tratto del catetere o la rottura del catetere stesso.

Catetere venoso centrale: controindicazioni

Particolari controindicazioni nel sottoporsi al posizionamento di un catetere venoso centrale sussistono per i soggetti che soffrono di problematiche legate alla coagulazione del sangue, per i pazienti in cura con farmaci anticoagulanti, per i soggetti con malattie cardiovascolari, diabete o ipotensione.

Dal momento che l’inserimento del catetere avviene sotto controllo radiologico, le donne in gravidanza non possono sottoporsi a questo tipo di trattamento.

Particolare attenzione deve essere prestata ai soggetti con ipersensibilità o allergia ai mezzi di contrasto utilizzati per monitorare l’inserimento del catetere che avviene sotto guida radiologica.

CVC domiciliare: gestione e follow up

La gestione dell’accesso venoso centrale può anche essere effettuata a domicilio, prestando attenzione al punto di inserzione.

È importante avere a disposizione guanti e garze sterili, soluzione fisiologica, detergenti antisettici, cerotti per coprire sia il punto di inserzione del catetere venoso centrale, sia la farfallina che fissa il catetere alla cute.

Il rinnovo della medicazione è consigliato ogni 48/72 ore con cerotto poroso o 5/7 giorni con cerotto plastico trasparente e comunque ogni volta il punto di inserzione risulti sporco o umido.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo:

Medicina Online

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