Cos'è quel gonfiore? Tutto quello che c'è da sapere sull'ernia inguinale

Dolore e fastidio alla zona inguinale? Presenza di un rigonfiamento che peggiora dopo aver camminato? Potrebbe trattarsi di un’ernia inguinale

Si tratta di una patologia molto comune che si manifesta tipicamente con una tumefazione a livello dell’inguine.

Ma in cosa consiste? Come si interviene?

Ernia inguinale: in cosa consiste e quali sono le cause

Questo disturbo si manifesta attraverso la fuoriuscita delle viscere addominali in direzione della cavità inguinale.

In parole povere, un organo presente all’interno della cavità addominale, come può essere una porzione di tessuto adiposo, l’intestino o la vescica, riesce ad attraversare la parete deputata a contenerlo.

Questa struttura, composta da più fasce muscolari, può indebolirsi per svariati motivi: sforzi fisici ripetuti nel tempo, una tosse persistente o, addirittura, eccessivo sforzo durante la defecazione.

Oltre a queste ragioni, vi sono degli importanti fattori di rischio da tenere in conto, come ad esempio l’obesità, il fumo, l’asma e il diabete.

Uomini e donne: chi rischia di più un’ernia inguinale?

A questo punto si potrebbe pensare che per prevenire l’insorgenza della patologia sia sufficiente modificare il proprio stile di vita.

Per esempio combattendo la stitichezza con l’integrazione di più fibre nella propria alimentazione e l’aumento dell’attività e dell’allenamento fisico, di modo da evitare di sforzare i muscoli addominali.

Eppure, i dati parlano chiaro: gli uomini sono dalle 7 alle 10 volte più a rischio di sviluppare un’ernia inguinale.

La loro configurazione anatomica li rende, infatti, più predisposti a sviluppare questo disturbo.

Il motivo è dato dalla presenza del funicolo spermatico, che consente la discesa del testicolo dalla cavità addominale alla sacca scrotale durante lo sviluppo del feto.

Essendo questa struttura irrorata da vasi, la cavità inguinale risulta particolarmente fragile.

Tuttavia, ciò non significa che le donne possano considerarsi automaticamente fuori pericolo: se si vanno a guardare le più recenti statistiche, si può notare come questa patologia stia interessando sempre di più anche il mondo femminile.

I motivi possono essere correlati al generale aumento della vita media, insieme alla pratica di alcune abitudini, come lo svolgimento di un’intensa attività fisica o il vizio di fumare.

Il disturbo può comparire anche in caso di gravidanze ripetute e di eccessiva magrezza.

Uno strano gonfiore: i sintomi dell’ernia inguinale

Per fortuna è una patologia che si nota abbastanza facilmente: i sintomi, come già accennato, consistono in un rigonfiamento a livello dell’inguine che assume dimensioni differenti a seconda delle attività svolte.

Quando ci si alza al mattino, per esempio, il gonfiore non si nota, mentre questo diventa più pronunciato dopo una giornata di lavoro o a seguito di una camminata e, se massaggiata, si riduce nelle dimensioni.

Se la tumescenza non si sgonfia, è bene consultare il proprio medico di famiglia che può inviare agli ambulatori specialistici o al pronto soccorso a seconda della gravità del caso.

Il trattamento dell’ernia inguinale: quando i farmaci non bastano

Per ciò che concerne il trattamento, è bene tenere a mente che i farmaci possono aiutare a lenire il dolore, ma non curano la patologia.

Purtroppo, una volta comparsi i sintomi, è inutile aspettare: l’ernia non regredisce spontaneamente, anzi, tende a peggiorare con il passare del tempo.

Per questa ragione è necessario intervenire con un’operazione chirurgica.

Ad eccezione di casi particolari, l’operazione è sempre condotta in regime di day hospital (il paziente entra in ospedale la mattina e rientra a casa la sera).

Generalmente si procede con la chirurgia aperta: viene effettuata un’incisione a livello del canale inguinale, con l’obiettivo di riportare in sede l’ernia fuoriuscita e ricostruire la parete addominale.

Questa viene ricreata tramite il posizionamento di una protesi, composta da una piccola rete di rinforzo, fissata con suture o colle chirurgiche.

Talvolta può capitare che le ernie siano presenti sia nel lato destro che sinistro dell’inguine: in quel caso si parla di ernia inguinale bilaterale e viene trattata con una chirurgia videolaparoscopica.

Questo tipo di intervento è meno invasivo, la tecnica infatti sfrutta delle piccole incisioni in cui viene introdotta una telecamera manovrata dall’esterno tramite appositi strumenti.

Non va, tuttavia, applicata su delle ernie di dimensioni troppo grandi.

Il post-operatorio: la fase di convalescenza

A seguito dell’intervento è importante indossare per tre settimane uno slip particolare che funge da contenimento e favorisce la ripresa dall’intervento.

Talvolta è possibile provare dolore, tuttavia facilmente gestibile con dei farmaci analgesici.

I tempi di recupero variano a seconda dell’attività: è possibile tornare a guidare già dopo 48-72 ore, mentre non è possibile praticare sport per circa un mese.

Per quanto riguarda l’attività lavorativa, l’attesa è di 10-15 giorni per i lavori di ufficio, mentre per impieghi che richiedono un maggiore sforzo fisico è richiesta una pausa di circa 3 settimane.

I sintomi, insieme alla consapevolezza di dover affrontare un intervento, possono spaventare.

Tuttavia, se si pensa alla velocità di esecuzione dell’operazione insieme ai tempi di recupero piuttosto rapidi, questa risulta già meno allarmante.

Una piccola incisione, seppur fastidiosa, può essere il primo passo per ritrovare la serenità.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo:

Niguarda

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