Emorroidi: cause, sintomi e cure

Parliamo di emorroidi: la patologia emorroidaria è provocata dalla protrusione verso l’esterno di una parte del rivestimento interno del canale anale. Come si può curare?

Le emorroidi sono delle strutture anatomiche angiocavernose situate nel canale anale

Somigliano a dei cuscinetti e sono presenti già nel feto e svolgono la funzione di completare la continenza di liquidi e gas.

La funzione di completamento della continenza è assolta attraverso l’afflusso e il deflusso sanguigno: le emorroidi si gonfiano, chiudendo il lume del canale anale, per afflusso arterioso e si sgonfiano, riaprendo il lume del canale anale, per deflusso venoso.

Le emorroidi si distinguono in:

  • plessi interni – collocati sopra la linea pettinata e ricoperti di mucosa rettale insensibile;
  • plessi esterni – collocati al di sotto della linea pettinata e ricoperti di anoderma molto sensibile.

Le emorroidi sono tre per ogni plesso e sono posizionate a ‘ore tre-sette-undici’.

Emorroidi: quali sono le cause

La patologia emorroidaria è provocata da una protusione verso l’esterno di una parte del rivestimento del canale anale (prolasso mucoso): la mucosa rettale scivola verso il basso, spingendo verso l’esterno le emorroidi interne, che a loro volta spingono fuori le emorroidi esterne.

Esistono diverse condizioni che predispongono alla patologia, o che vi sono associate.

Le più comuni sono:

  • fattori ereditari
  • costipazione
  • aumento della pressione intra-addominale
  • lavoro estenuante e sforzi eccessivi
  • stress psichico
  • alimentazione irregolare.

Sintomi e segni delle emorroidi

Prolasso: rappresenta la fuoriuscita attraverso l’ano della mucosa interna del canale anale e rettale, può essere di vario grado e può essere associato a una perdita involontaria di liquidi e gas.

Perdite di sangue durante la defecazione: il sangue è tipicamente rosso vivo.

Le perdite a volte possono essere lievi e sporcare la carta igienica o essere presenti sulle feci; altre volte sono presenti come perdita di gocce di sangue durante e/o dopo l’espulsione delle feci.

In questi casi il sanguinamento può essere causa di anemia.

Dolore: legato alle emorroidi esterne e all’insorgere di ematomi o di trombosi emorroidaria.

Prurito e bruciore della zona anale: la continua perdita di secrezione rettale dovuta al prolasso rende l’ano umido e può essere causa di prurito e di irritazione.

Presenza di un rigonfiamento esterno particolarmente sensibile.

Classificazione delle emorroidi

Le emorroidi vengono classificate in base al grado di fuoriuscita del prolasso mucoso.

Distinguiamo:

grado 1: prolasso mucoso interno, che durante la defecazione non si estende oltre il margine anale, pertanto è quasi irriconoscibile;

grado 2: prolasso mucoso esterno, che si estende oltre il margine anale durante lo sforzo defecatorio e si riduce spontaneamente dopo la defecazione;

grado 3: prolasso mucoso esterno, che si estende oltre il margine anale e può essere ridotto all’interno del canale anale manualmente;

grado 4 : prolasso mucoso esterno permanente, riducibile o irriducibile, che viene fuori spontaneamente indipendentemente dalla defecazione.

Terapie per la cura delle emorroidi

I sintomi delle emorroidi possono essere alleviati modificando lo stile di vita e le abitudini alimentari.

La maggior parte dei casi può essere trattata con terapia medica conservativa, utilizzando integratori alimentari e farmaci che risolvono la sintomatologia.

Spesso però la patologia diventa particolarmente fastidiosa (I° e II° della malattia) e richiede trattamenti ambulatoriali, quali la legatura elastica, la terapia sclerosante o la fotocoagulazione.

Le emorroidi possono essere trattate chirurgicamente (pratica consigliata in presenza di sintomi importanti e persistenti, come ad esempio consistenti emorragie, dolore cronico o trombosi ricorrenti), attraverso interventi di emorroidectomia o emorroidopessi con suturatrice meccanica (III° e IV° della malattia).

Esistono anche trattamenti intermedi, nel caso in cui vi siano sintomi lievi, ma persistenti, che prevedono la legatura dei vasi arteriosi delle emorroidi e la emorroidopessi con sutura manuale (dearterializzazione con/senza emorroidopessi manuale).

Questi interventi non sono indicati nel caso di prolassi esterni o emorroidi molto voluminose.

Allo stesso modo esistono nuove tecniche che prevedono l’utilizzo di strumentazioni avanzate come il laser, ma che non sono indicate in caso di patologia molto avanzata.

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