Schizofrenia: che cos'è e quali sono i sintomi

La schizofrenia è una psicosi caratterizzata da delirio che distorce il contatto del paziente con la realtà circostante

La malattia ha un impatto sociale enorme ed è un disturbo mentale estremamente diffuso.

Normalmente il suo esordio lo si può riscontrare durante o subito dopo l’adolescenza.

La schizofrenia può avere un decorso lungo ed essere caratterizzata da alternanze di periodi di benessere a periodi di malattia di grado e durata variabile.

La sua capacità invalidante dipende dal forte condizionamento dell’autonomia delle persone che ne sono affette.

Sintomi della schizofrenia

Il primo sintomo è il disturbo del pensiero, che si concretizza nel mancato o deviato collegamento tra le idee, disturbi dell’affettività, autismo, rallentamento motorio e di reazione.

Genesi multifattoriale della schizofrenia

Come molte malattie psichiatriche, non è possibile individuare un meccanismo univoco per la genesi della schizofrenia.

Per questo motivo, questa patologia viene definita a “genesi multifattoriale”, cioè dovuta a molteplici fattori, quali, ad esempio, relazioni con altre persone, particolari eventi, componenti sociali, educative o ambientali e, non da ultimo, l’ereditarietà.

Comincia solitamente durante l’adolescenza, sebbene l’esordio acuto non sia molto frequente.

È infatti più frequente la situazione di esordio subdolo con sintomi mal riconosciuti.

In circa un terzo delle persone che mostrano i primi sintomi di schizofrenia la malattia “conclamata” non si sviluppa, sebbene un segno resti a confermare che qualcosa è successo nella psiche di questi soggetti.

Un altro terzo, invece, ha crisi della malattia alternate a periodi di benessere; anche in questi casi qualche segno dell’avvenuto cambiamento rimane evidente in sintomi quali la tendenza all’isolamento, l’impoverimento di idee e altri disturbi del pensiero in generale.

Infine, l’ultimo terzo dei soggetti è quello che deve affrontare la malattia nel modo più duro, con sintomi estremamente evidenti e costanti.

L’unico valido aiuto è quello di una diagnosi precoce e, di conseguenza, di una terapia precoce ed adatta alle esigenze.

Gli esami da fare per la diagnosi di schizofrenia

Non ci sono test di laboratorio che confermino una diagnosi di schizofrenia.

È lo psichiatra che può porre una diagnosi di questo tipo sulla base di colloqui con il paziente.

Per porre una diagnosi accurata e corretta sono necessari alcuni mesi di osservazione, anche se non necessariamente in regime di ricovero ospedaliero.

Trattamento della schizofrenia

In generale, si prescrivono farmaci, detti neurolettici, che controllano i sintomi; oggi ce ne sono di nuova generazione che presentano minori effetti collaterali, sono più facili da somministrare e contribuiscono efficacemente al miglioramento della qualità della vita di queste persone.

La terapia farmacologica in generale viene affiancata ad altri approcci terapeutici, quali:

  • il sostegno di uno psicoterapeuta anche per al famiglia;
  • gli interventi socioriabilitativi per il reinserimento del soggetto nella società;
  • i gruppi di auto-aiuto.

Soltanto nelle fasi acute è necessario il ricovero ospedaliero.

Schizofrenia e pregiudizio

La schizofrenia si porta dietro una serie di pregiudizi che peggiorano la situazione del paziente e della sua famiglia; infatti, all’isolamento al quale la malattia costringe il paziente, va aggiunto anche quello ‘attuato’ dalle persone che gravitano intorno al soggetto e alla famiglia e che affossano la loro situazione ancora di più.

Per combattere i pregiudizi che la schizofrenia provoca e, soprattutto, per rompere l’isolamento nel quale il soggetto schizofrenico e la sua famiglia vengono relegati sono nate associazioni di operatori, familiari e pazienti che hanno come principale scopo quello di informare correttamene sulla malattia e favorire lo scambio di esperienze dirette, minando così le basi del pregiudizio stesso.

In caso di bisogno ci si può rivolgere al Centro di salute mentale, individuato dalle leggi italiane, che ha una competenza territoriale specifica, grazie all’interazione di operatori con diverse professionalità (psichiatri, assistenti sociali, sociologi, infermieri, ecc.) che riescono ad offrire un supporto di qualità ai pazienti psichiatrici.

Per approfondire:

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