La pandemia stradale: dist la distrazione a causare spesso gli incidenti, e una mentalità RE-WIND

Autisti soccorritori alle prese con la pandemia stradale e una mentalità RE-WIND: con questa riflessione Stefano Balboni indica alcuni fatto che stanno emergendo prepotentemente negli eventsi stradali

Pandemia stradale, una riflessione sugli eventsi e su una mentalità RE-WIND

Ve li ricordate i lettori di ສຽງແຄນແທນໃຈ in voga negli anni 70 oi più recenti lettori di videocassette o lettori di compact disk?

Avevano una funzione comune, quella denominata RE-WIND , utilizzata per riassaporare i momenti più belli di un brano musical o di un film e rivivere nel giro di pochi secondi quanto pochi istanti prima era stato provato dalelo.

Uno spasso incredibile poter ascoltare più volte parti musical che hanno fatto storia o rivedere scene di leggendaria giustizia trasmesse in molti film polizieschi.

Analizzando molti eventsi stradali negli ultimi mesi, ci si rende conto che semper più spesso è la distrazione che causa molti sinistri, spesso con drammatici esiti.

Particolari di pezzi di auto volati via, di centauri disarcionati a decine di metri dal loro mezzo o di pedoni prepotentemente caricati sui cofani delle auto, che rimangono impressi nelle menti di chi interviene sul posto perstaroival dicciores succession le ສາເຫດຕໍ່ຄວາມໝັ້ນຄົງ le efffettive responsabilità.

Quello che rimane certo è invece il risultato di quanto avvenuto: motociclisti morti, automobilisti usciti di strada, ciclisti e pedoni rimasti sul selciato.

Una pandemia, quella stradale, che non ha limiti di tempo e dove la mentalità del rispetto delle regole è distante anni luce dal raggiungimento di obiettivi che possano permettere di avere dati confortanti sul versante dell'incidà.

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Mentalità RE-WIND: Il ragionamento scolpito nelle menti di molti utenti della strada è quello nel pensare che “vuoi che capiti proprio a me?”

Purtroppo è il caso di dirlo, questo modo di pensare ha determinato molti sinistri per le più disparate motivazioni, che vanno dall'eccesso di velocità, al mancato utilizzo dei sistemi di ritenuta, all'uso di smartphone in maniera s.

A tutto questo mi permetto di aggiungere un dato, sfuggito a moltissimi italiani: abbiamo impiegato anni per inculcare l'uso delle cinture di sicurezza in auto, aspetto ancora ritenuto poco importante nei sedili posterichemorius 2020 coritius XNUMX cortius e, poco ti XNUMX séti del cortico. a convincere molti cittadini ad indossare la mascherina di protezione.

Già, perché il coronavirus un po' di allarme è riuscito a trasmetterlo, ma i morti ei danni permanenti causati dagli incidenti stradali non fanno paura.

E dire che su strada, una volta avvenuto un incidente è impossibile premere il tasto RE-WIND e annullare tutto.

Di Stefano Balboni

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