COVID-19 e flussi migratori, The Lancet: Etiyopya'da con la pandemia sono aumentati i rimpatri forzati

COVID-19 ve flussi göçmen. I rimpatri forzati di migranti non sono stati fermati dalla pandemia, al contrario. Nonostante i rischi sanitari che queste operazioni comportano, c'è stato un incremento in çeşitli alanlara, soprattutto dal Medio Oriente verso l'Africa. Bir evidenziarlo uno studio pubblicato su Lancet Migration, piattaforma specializzata della rivista scienceifica britannica.

 

COVİD-19 E FLUSSI GÖÇÜ:

"Molti Paesi non vengono aplike ai migranti, come se questi non fossero persone" denuncia, Davide Mosca, medico, membro della Commissione sulla salute dei migranti di Lancet, uno degli autori della ricerca.

Realizzato insieme a esperti della ong italiana Medici con l'Africa Cuamm, l'università di Edimburgo, l'ateneo Ucl di Londra) e la rete di advocacy Realizing Health SDGs for Migrants, Displaced and Communities, lo studio dedica attenzione particolare ai casi di Etiopia e Niger.

Secondo Mosca, se “il problema è globale e riguarda tutte le regioni del mondo”, i nedeniyle Paesi africani sono però “amblematici”.

FLUSSI MIGRATORI, I DATI SUL COVİD-19

Sarebbero oltre 15.000 i migranti rimpatriati in Etiopia dall'inizio della pandemia, yaklaşık 3.000 dalla sola Arabia Saudita.

Mosca premette che "in molti casi queste persone sono diventate irregolari per effetto della crisiconomica generata dalla pandemia".

Paesi dove i permessi di soggiorno sono connessi alla situazione lavorativa "perdere un impiego significa perdere il diritto di restare", sottolinea il medico.

Secondo Mosca, çok çeşitli eleştiriler sunarak, sınır dışı edilmek üzere görevlendirildi.

"La prima è la negazione del diritto alla selute" denuncia l'esperto: "E 'imkansız ücret prevenzione negli affollati centri di detenzione dove vengono spesso tenute le persone prima di essere rimpatriate".

A essere violati, però, evidenzia Mosca, sarebbero anche i principi della selute pubblica dato che “proteggere la salute di una persona significa tutelare quella di tutti”.

C'è poi una ricadutaconomica.

L'autore dello studio calcola che “Afrika'da yaklaşık 100 milyon di persone dipende dalle rimesseconomiche inviate dai migranti”.

Costringerli a tornare bir casa önemli ebbe quindi colpire tante famiglie.

Uno delle conseguenze dei rimpatri and anche il sovraccarico system sanitari già sotto pressione.

Ne parla Michele d'Alessandro, ortak araba dell'articolo di Lancet, diğer yandan Addis Abeba con l'ufficio relazioni internazionali di Cuamm.

"Immaginate - zar il cooperante - che effetto può avere tutto questo su un Paese come l'Etiopia, che conta 110 milioni di abitanti ed è già alle con focolai di colera, malaria ve morbillo".

D'Alessandro ricorda che i rimpatri dalla penisola arabica sono ripresi alcune settimane fa, dopo un periodo di sospensione chiesto dal Governo etiope guidato da Abiy Ahmed: "C'è stata una fase molto delicata, insostenibile, nella quale arrivalavano anche tre aerei a notte , dalle 600 fino alle mille persone ”.

Una volta atterrate all'aeroporto di Addis Abeba, le persone dovevano essere sottoposte una quarantena di 14 giorni, trascorsa il più delle volte “in università riadattate”.

Al problema dei rimpatri si somma quello dei migranti in transito, un Paese che, sottolinea D'Alessandro, proprio come il Nijer "è crocevia di diverse rotte verso l'Europa".

Sorgu başına, ikincil il cooperante, l'intervento di Cuamm si sviluppa lungo assi diversi: “Siyamo suni in quattro aree del Paese e ci stiamo, guverno nel ücret informazione, mettere in sicurezza le strutture sanitarie e reperire i dispositivi di protezione individuale ”.

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FONTE DELL'ARTICOLO:

AJENZYA DİRE

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