Il paziente ha sempre ragione? Parliamo di dolore…

La domanda che segue può apparire banale, ma in realtà rappresenta uno dei problemi principali nella pratica quotidiana degli infermieri e dei medici di pronto soccorso. Il dolore può essere valutato dall’esterno? Un infermiere o un medico possono permettersi di giudicare attraverso quella stanza priva di porte e di finestre che è il dolore di un paziente?

Ovviamente no.

Ma vorrei riformulare la domanda: il dolore in pronto soccorso può essere valutato dall’esterno? Un infermiere di triage o un medico di pronto soccorso possono permettersi di giudicare il dolore del paziente che stanno valutando?

Ovviamente no. Ma con qualche riserva. Perché il mondo del pronto soccorso è del tutto particolare.

Perché la gestione del dolore in pronto soccorso è particolarmente problematica? E perché la scienza della misurazione del quinto parametro vitale, ossia il dolore, in pronto soccorso si tramuta sempre più spesso in un’arte? Attenzione, perché il problema è rilevante, se pensiamo che fino al 70% degli accessi di pronto soccorso avviene per un qualche tipo di dolore. Noi siamo portati a parlare di infarto miocardico, di diverticolite, di fratture: ma le persone cercano il nostro aiuto per un dolore toracico, un dolore addominale, un dolore conseguente ad una caduta: il resto, la diagnosi, per esempio, viene dopo, in un secondo tempo.

Parliamo di scale valutative del dolore, parliamo della loro storia. Il dolore, in quanto tale, ha una storia antica come l’uomo; la scienza della sua misurazione invece ha una origine molto più recente, e si concentra negli ultimi cento anni. Attraverso studi di vario genere (tra cui studi in cui si inducevano vari tipi di dolore nei volontari partecipanti, anche mediante la stimolazione della polpa dentaria – per fortuna sono nati i comitati etici…) si è dimostrato in modo sempre più chiaro come il dolore non possa in alcun modo essere misurato con modalità scientifica. A ben pensarci, il sintomo dolore rimane una delle questioni irrisolte della medicina moderna: possiamo misurare all’istante la concentrazione di ossigeno nel sangue con una semplice luce, monitorare a distanza i nostri pazienti, effettuare ecografie con apparecchi sempre più portatili, valutare un’emogasanalisi direttamente in ambulanza. Ma non possiamo in alcun modo misurare il dolore di un paziente. Dovremo sempre basarci sulla sua dichiarazione.

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