Coronavirus e phase 2, la psicologa: "La disregolazione emotiva ha colto tutti"

Coronavirus, parla la psicologa. Soignant en relation : « I genitori possono lenire i momenti di angoscia del bambino aiutandolo a comprendere che un danno può essere riparato »

 

I CAMBIAMENTI DA CORONAVIRUS, LA PSICOLOGA :

« Attacchi rabbiosi dei ragazzi verso i genitori, dei genitori tra loro o verso i ragazzi.

L'aumento dei rituali per tenere a bada l'angoscia, l'alterazione dei ritmi di base, il disaccordo tra mondo interno emotivo e la nostra pensabilità ».

Tutti esempi di disregolazione emotiva, osservabili in una fase in cui “sono saltati tanti paradigmi e idee che hanno tenuto in vita le nostre modalità di comportamento, tanto che ci ritroviamo ora nel pieno di una forte colta disregolazione, da cuiione è stata ».

CORONAVIRUS, REGOLAZIONE ET DISREGOLAZIONE EMOTIVA A DETTA DELLA PSICOLOGA :

Spesso “non viene attribuita ai sentimenti e agli affetti la loro importanza, sia come ispiratori che superviseur e moderatori dell'impresa culturale.

Si sottovalutano questi fattori, che poi sono il principal antidoto in quello scollamento che avviene tra teorie e processi di vita ».

Esordisce così Madga Di Renzo, psicoterapeuta dell'età evolutiva e responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), che durante una diretta Facebook (CLIQUEZ ICI POUR VOIR LA VIDÉO) risponde alla domanda 'Perché occorre occuparsi di disregolazione emotiva durante il Covid-19', riprendendo il pensiero del famoso neuroscienziato Antonio Damasio.

La regolazione emotiva est un costrutto “che delinea un processo biologico che permette all'individuo di adattare the proprie risposte comportamentali in virtù della regolazione e della modulazione dei propri stati interni“, aggiunge Davide Trapolino, neuropsichiatra infantile dell'IdO.

Le emozioni, infatti, risultano “centrali”, non solo perché “vengono regolate ma perché al contempo svolgono una funzione di regolazione che solitamente si articola in due momenti”: una fase “primaria non verbale, a carico degli affetti”, e una fase “secondaria legata alla capacità di mentalizzazione, dunque più evoluta, che avviene successivamente”, continua l'esperto.

La regolazione delle emozioni rientra appieno tra gli argomenti della cosiddetta 'Fase 2', perché «si inserisce in un continuum in cui l'essere umano tenta alla nascita di regolare i propri stati interni per la sopravvivenza – illustra Trapolino, – ritmo heart respiro e ritmo sonno-veglia ».

La regolazione est « sensoriale » quand « si è in grado di integrare la nostra sensorialità in dei percetti coerenti che organizzano la nostra mente ei nostri agiti », et di conseguenza permettono di accedere alla regolazione « emotiva ».

Questa, a sua volta, "permetterà l'acquisizione di quella attentiva fino ad arrivere alla regolazione comportamentale, che prelude all'acquisizione di una di autoconsapevolezza che guiderà l'essere umano nel suo rapporto con il mondo", chiadisce il neuropsitra.

I primi anni di vita perciò « risultano fondamentali per acquisire queste competencenze ». Se il bambino è in grado di regolare i propri stati emotivi, infatti, "sarà un bambino che è resistant, può recuperare quindi il suo equilibrio in virtù delle sue capacità di regolazione".

Di pari passo con questo concetto va poi, a detta del medico, anche il concetto di “flessibilità, perché se si è flessibili e adattabili, il ruolo centrale che l'emozione detiene è quello della dignità più profonda, che questo sistema di regolazione avere ai nostri occhi ».

Dall'ottavo mese di vita, ad esempio, "la regolazione sensoriale è già andata avanti, ma ha inizio il legame di attaccamento, palcoscenico privilegiato per imparare a regolare le emozioni".

Il punto su cui Trapolino entende insistere è "l'importanza della relazione, di un sistema bambino-care donneur in cui c'è una continua rinegoziazione tra capacità di autoregolarsi da soi e capacità di eteroregolazione".

I genitori possono svolgere quindi un ruolo in tutto questo, poiché “la mente del bambino viene co-costruita con l'adulto di riferimento – gli fa eco Di Renzo – L'adulto funziona da catalizzatore e mediatore nel rendere digeribile' al bambino ques che ancora non sarebbe in grado di affrontare da solo.

Un nutrimento psico-cognitivo costante, che consente di dare al bambino ciò che è in grado di percepire”, perché, continua la psicoterapeuta dell'IdO, “se lo sovrastimolasse il bambino non sarebbe più in grado di regolarsi”.

«UN DANNO PUÒ ESSERE RIPARATO»

Il genitore può supportare dunque la regolazione emotiva dei bambini nel “lenire i momenti di angoscia inevitabile o la frustrazione del momento, incoraggiandolo e aiutandolo a comprendere che un danno può essere riparato, concetto fondamentale – statisce tra Di Renzo fondamentale”, dal "punto di vista psichico e symbolico".

Infine, occorre tenere a mente che è importante anche “comprendere i momenti di difficoltà, accettare determinate emozioni e aiutare” i più piccoli “a viverle, perché abbiamo spesso quest'abitudine non profondamente corretta – conclure l'esperzzare di cered i momenti” che i bambini possono vivere come complessi.

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FONTE DELL'ARTICOLO:

AGENCE DIRE

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