Malattie Rare : nuove speranze per la malattia di Erdheim-Chester

Malattia di Erdheim-Chester: un gruppo di ricercatori dell'Ospedale San Raffaele getta nuova luce sulla natura infiammatoria della patologia, aprendo la strada a nuove strategie di trattamento

Quel que soit le cas d'Erdheim-Chester, c'est une maladie onco-inflammatoire extrêmement rare

Sono circa 700 casi accertati in tutto il mondo, e dalla manifestazione complessa: difficile da riconoscere e diagnosticare, nonché da trattare dal momento che le terapie a disposizione hanno debilitanti effetti collatérali.

In uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Blood, un gruppo internazionale di ricercatori e medici guidato da Giulio Cavalli, immuno-reumatologo dell'Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologie e Malattie Rare dell'IRCCS Ospedale San all'Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologie e Malattie 'origine della tempesta di citochine che si manifesta nei pazienti.

La scoperta, che permette di collegare meglio tra loro i due volti della patologia, tumorale e infiammatorio, apre la strada a nuovi approcci terapeutici.

Cos'è la malattia di Erdheim-Chester

Il termine corretto per descriverla è « neoplasia mieloide infiammatoria » e si tratta a tutti gli effetti di una malattia clonale, ovvero causata da una abnorme crescita di una popolazione cellulare: in partiziocolare, nei pazienti con Erdheim-Chesteral malcune, a ca causata di una popolazione cellulare , le cellule mielomonocitiche (un tipo di cellule immunitarie) proliferano e infiltrano vari tessuti.

Dal momento che praticamente ogni tessuto dell'organismo può essere colpito, la malattia ha sintomi molto variabili.

Les manifestations de pronostic peggiore sono quels cardiovascolari, polmonari e del sistema nervoso central.

“L'aspetto neoplastico e invasivo della patologia è tuttavia solo una faccia della medaglia – spiega Giulio Cavalli -.

Molti sintomi che si osservano nei pazienti non sono tanto causati dalla proliferazione delle cellule mieloidi, quanto dall'infiammazione che queste cellule determinano, capace di danneggiare tessuti e organi fino al punto di comprometterne le funzioni vitali se in assenza di tra

Delle cellule mieloidi fanno, infatti, parte anche i macrofagi, cellule del sistema immunitario che svolgono un ruolo fondamental nella risposta immunitaria innata.

Nel caso della malattia di Erdheim-Chester queste cellule si comportano in modo disfunzionale e rilasciano nel sangue e nei tessuti colpiti grandi quantità di citochine, productndo un grave stato di infiammazione.

Le ruolo della mutazione BRAFV600E nella malattia di Erdheim-Chester

Capire perché ciò avvenga e quale meccanismo colleghi le mutazioni responsabili della patologia all'attivazione pro-infiammatoria delle cellule mieloidi è fondamental per sviluppare nuovi approcci terapeutici.

È con questo obiettivo che il gruppo di medici e ricercatori coordinato da Giulio Cavalli si è concentrato sullo studio della mutazione oncogena che è più spesso presente nelle cellule malate, chiamata BRAFV600E.

Si tratta di una mutazione comune a molti altri tipi di tumore, tra cui il melanoma, e per cui sono stati sviluppati farmaci antitumorali mirati.

« Questi farmaci costituiscono la prima linea di trattamento anche per la malattia di Erdheim-Chester e sono molto efficaci nel contenerne la progressione. Il problema è che sono anche molto tossici », spiega Cavalli.

Un problema non da poco, soprattutto a fronte di una patologia di natura cronica come la Erdheim-Chester, con cui i pazienti si trovano a convivere per decine e decine di anni.

Ecco perché la ricerca non può fermarsi, soprattutto quella sui meccanismi infiammatori della malattia, ancora poco comresi.

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La portée des rizières de San Raffaele di Milano

Studiando cellule prelevate da pazienti con Erdheim-Chester e da donatori sani, il gruppo del San Raffaele ha scoperto che la mutazione BRAFV600E, oltre a essere una mutazione pro-tumorale grado di attivare nei macrofagi un programma metabolo e infiammatorio che dovrebbe avviarsi solo in seguito a un'infezione virale o batterica.

“Nello studio dimostriamo che è la mutazione BRAFV600E è direttamente responsabile dell'attivazione immunometabolica e infiammatoria delle celluleoidi: beginndola, tramite tecniche di ingegneria generia, all'interno di macrofagi originati dal sangue di donatori diatisani ingrad, si cellule comportamenti infiammatori analoghi a quelli osservati nella malattia di Erdheim-Chester », spiega Raffaella Molteni, Ricercatrice del team del Dr. Cavalli et primo autore dello studio.

Malattia di Erdheim-Chester, nouvelle thérapie prospective

La scoperta potrebbe avere delle implicazioni rilevanti nel prossimo futuro. Esistono infatti dei farmaci, in parte già disponibili, potenzialmente capaci di interferire con l'attivazione dei macrofagi (uno di questi, chiamato 2DG, è in corso di sviluppo da parte gruppo di Alessandra Boletta, semper quielement in Ospedale tra San Raffao di tutt'altra patologia: il rene policistico).

"Se quanto abbiamo riscontrato verrà ulteriormente confermato, allora i cosiddetti inibitori dell'immuno-metabolismo potrebbero essere una risposta efficace per questi pazienti, proprio perché sono in grado di frenare l'attivazione aberrante dei macrofagi," concluent Giuseppe Li.

Questa ricerca si aggiunge ad altri contributi fondamentali di Ospedale San Raffaele alla comprensione di questa rara malattia orfana, iniziato anni addietro con le scoperte della dott.ssa Marina Ferrarini, del Prof. Lorenzo Dagna e del Prof. Claudio Doglioni, che in veste hanno partecip di collaboratori anche allo studio attuale.

La Ricerca del team di Giulio Cavalli, possibile grazie al sostegno dell'Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro (AIRC), si è guadagnata un nuovo prestigioso finanziamento dell'European Hematology Association (EHA), che permetterà al gruppo di laguirevoro di pros lungo la strada tracciata.

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Fonte dell'articolo:

GDS

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