Tumore dell'occhio nei bambini: diagnosi precoce di CBM na Uganda

CBM Italia na Uganda: la storia di Dot, 9 anni, colpita da retinoblastoma, tumore della retina che mette a rischio la vita dei bambini del Sud del mondo

Il retinoblastoma ọ bụ a ọrịa maligno della retina diffuso n'ime età pediatrica.

Ọ dịghị diagnosticato na tempo, porta alla perdita della vista e, ma eleghị anya, anụ ezi, ala ọnwụ.

“Questa bambina ha un problema agli occhi” inizia così la storia di Dot, una bambina di 9 anni nata in un villaggio rurale del South Sudan e colpita da retinoblastoma, un tumore maligno della retina che ogni anno nel mondo colpisce 9mila bambini (fonte: American Academy of Ophthalmology). È la madre ad accorgersi che qualcosa non va, l'occhio della figlia è molto gonfio e lo dice al marito David, che in quel momento si trova a Juba, la capitale, nduru frequenta il secondo anno del corso universitario di agricoltura.

“Gli anziani della nostra comunità dicevano che non era ili. Provarono alcuni rimedi erboristici, ma ndị na-abụghị migliorava. A quel punto ho detto loro di portarla qui in città nduru c'è un centro oculistico che poteva aiutarci” racconta David na CBM Italia – organizzazione internazionale impegnata nella salute, l'educazione, il lavoro ei diritti delle persone con disabilità nel mondo e in Italy – che lavora attraverso partner locali nei Paesi in via di Sviluppo, bia il BEC – Buluk Eye Center dị na Sud Sudan na Ụlọ ọgwụ Ruharo Mission dị na Uganda.

Dopo aver viaggiato tutta la notte, Dot e David eketre ndidọhọ ete: “Una volta arrivata l'ho subito portata al. BEC, l'unico centro oculistico che c'è qui, l'hanno visitata, e la diagnosi è stata: cancro all'occhio. I medici mi hanno detto che doveva essere operata al Ruharo, e così siamo partiti”. Il Ụlọ ọgwụ Ruharo Mission, dị na Mbara nella parte occidentale dell'Uganda, rappresenta un punto di riferimento per la cura del tumore dell'occhio in questa parte dell'Africa.

David e Dot si mettono na viaggio percorrendo 900 km si Juba na Mbarara: “Ntụpọ è stata subito accolta dai medici che l'hanno visitata, operata e le hanno fatto la chemioterapia. Siamo stati lì da maggio a ottobre dello scorso anno, entrambi seguiti e aiutati ogni giorno ad affrontare questa difficile battaglia per la vita. E, la mia piccola la sua battaglia l'ha vinta!".

Bịa spesso accade na queste zone dell'Africa sub-sahariana, poiché la malattia non è riconosciuta e trattata per tempo, qundo Dot è arrivata in ospedale. il tumore era in uno stadio avanzato, questo le ha causato la perdita dell'occhio: “Avere un occhio di vetro non è un grosso problema, si può sopravvivere. I bambini riescono comunque a fare tante cose, anche prendere lo zaino e andare a scuola. L'unico problema è che lei è ancora piccola e ha bisogno di un ambiente bello e sicuro. Un ambiente in cui le persone conoscono queste disabilità, se io pensassi ora di riportarla al villaggio penso che la lascerebero in disparte”.

Nonostante la malattia che l'ha colpita, Dot sta bene e la sua storia a lieto fine rappresenta una speranza per i tanti bambini affetti da retinoblastoma: “Avere un solo occhio non vuol dire essere finiti. La prossima volta che la vedrete, se ci riuscirò, sarà una bambina istruita. La porterrò in una bella scuola, studierà, imparerà con bambini di differi etnie”.

La storia di Dot è una delle tante che CBM Italia ha raccolto na Uganda sul tumore maligno oculare ma ọ bụ retinoblastoma. La malattia, in uno stadio iniziale, si manifesta con un riflesso bianco nell'occhio leucocoria (leucocoria). deviazione dell'occhio (strabismo), ma ọ bụghị nnukwu gravi, comporta una deformazione na estremo gonfiore. Causato da errori genetici, ereditari o che possono verificarsi durante i primi anni di vita (nella maggior parte dei casi entro i 3 anni), il retinoblastoma può formarsi in un occhio o in entrambi, e colpire anche altri organi.

Achọta tipo di tumore, se non trattato tempestivamente, ha nsogbu dị egwu: dalla perdita della vista a quella dell'occhio, fino alla morte.

Nei Paesi del Sud del mondo, povertà, mancanza di prevenzione, assenza di strutture e medici specializzati sono fattori che ostacolano la diagnosi precoce del retinoblastoma, contribuendo ad alimentare quel circolo vizioso che lega povertà e disabilità disabilità sono fattori che ostacolano la diagnosi precoce del retinoblastoma. alla malattia è del 65% anaghị akwụ ụgwọ na-akwụ ụgwọ, mentre sale al 96% nei Paesi ad alto reddito dove è possibile una diagnosi precoce.

Maka ajụjụ CBM dal 2006, porta avanti un importante programma di prevenzione e cura del retinoblastoma presso il Ụlọ ọgwụ Ruharo Mission che nel tempo ha permesso di aumentare la sopravvivenza dei bambini, insieme alla possibilità di una guarigione completa, conservando anche la vista. Grazie all'introduzione di una serie di trattamenti combinati (radioterapia, laser terapia, crioterapia, chemioterapia, rimozione chirurgica dell'occhio, utilizzo di protesi) e ad attività di sensibilizzazione sul territorio, oggi, picconti pacconti prehanti presi premio, oggi, il curli pagonti premio si prezio, ogi, il curli pagonti prehanti preharo si. 15% gosipụtara: Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan, Ruanda, Burundi, Tanzania, Kenya na Somalia.

CBM Italia na-akwado nkwado Ụlọ ọgwụ Ruharo Mission assicurando visite e diagnosi ozugbo, interventi chirurgici, ricoveri e trattamenti di lunga durata a 175 bambini colpiti na retinoblastoma ogni anno.

L'obiettivo è di accogliere e curare ogni anno 100 nuovi bambini, mentre 75 proseguono la terapia iniziata negli anni precedenti. I progetto supporta anche le famiglie (provenienti dalle aree più remote e rurali) nella degenza in ospedale sostenendo i costi di pasti, spese di trasporto per le tante visite, interventi di consulenza e supporto psicosociale per garantire ai piccoli pazienti di seguire fino in fondo il programma di cure che altrimenti, a causa della povertà, sarebbero costretti na abbandonare.

Un'attenzione particolare è rivolta anche agli operatori sanitari della struttura ospedaliera, formati per l'identificazione, la diagnosi, il referral e la gestione dei casi di retinoblastoma. CBM Italia svolge inoltre un'intensa attività di sensibilizzazione nelle comunità al fine di cambiare la percezione della malattia, e fare in modo che i bambini con problemi alla vista non solo siano visitati immediatamente ma accettati dalla comunità stessa.

Nke CBM Italy

CBM Italy bụ otuorganizzazione internazionale impegnata nella salute, l'educazione, il lavoro ei diritti delle persone con disabilità nduru c'è più bisogno., nel mondo e na Italy. Nell'ultimo anno (2022) ha realizzato 43 progetti na 11 Paesi di Africa, Asia e America Latina, raggiungendo 976mila persone; N'Italytali nwere atụmatụ 15: www.cbmitalia.org

La campagna di sensibilizzazione "Fuori dall'ombra, per il diritto di vedere ed essere visti”, lanciata a na ayeye della Giornata Mondiale della Vista, vuole garantire cure oculistiche a quasi 1 milione di persone ogni anno nei Paesi del Sud del mondo, grazie a progetti di prevenzione, cura e riabilitazione delle disabilità visive e inclusione nella comunità.

CBM Italia sitere na CBM - Ndị Kraịst Blind Mission, organizzazione internazionale riconosciuta dall'OMS per il suo impegno da oltre 110 anni nel garantire cure oculistiche accessibili e di qualità. Achọghị ka CBM nweta ya 391 progetti in 44 Paesi di tutto il mondo raggiungendo 8.8 millioni di beneficiari.

Nel mondo sono oltre 2 miliardi le persone con problemi visivi. La metà di questi, cioè oltre 1 miliardo di persone, concentrate soprattutto nei Paesi in via di Sviluppo, non ha la possibilità di accedere ai servizi oculistici. Eppure il e soprattutto nei Paesi in via di Sviluppo, non ha la possibilità di accedere ai servizi oculistici. Eppure il 90% di tutti i disturbi visivi sono prevenibili e curabili. (fonte: Rapportto Mondiale sulla Vista, OMS 2019).

Fonti dell'articolo

  • Akụkọ ihe mere eme nke CBM Italia
Mbelata nke ukwuu