Quality Control, pensare al feedback nel 118

Testo di: Rommel Jadaan, medico, Specialista di Medicina Interna e di Medicina d’urgenza SUEM 118, Crespano del Grappa

Tutti noi saremmo portati a giudicare l’esito di un’uscita, indipendentemente dal fatto che il paziente sia stato salvato o che invece sia deceduto.

Secondo la mia valutazione, il buon esito di un emergenza dipende dalla comunicazione tra i membri della squadra. Una comunicazione chiara, rispettosa e basata su una solida conoscenza medica. Purtroppo, noi delle emergenze, raramente veniamo a conoscenza di come si sia conclusa la vicenda personale di un paziente che abbiamo soccorso.

Cos’è accaduto dopo che lo abbiamo intubato e portato in ospedale? Sarà riuscito a cavarsela oppure no? Ci sono state complicazioni? Queste complicazioni (o addirittura la sua morte) sono state causate da noi o era destino che la sua storia finisse così?

Dovrebbe essere un dovere del capo-squadra controllare le proprie capacità e quelle del proprio team. Inoltre è fondamentale che dopo ogni uscita, in particolare dopo un’emergenza difficile da gestire o finita male, si parli insieme dei fatti che sono avvenuti. Non per criticare gli altri, o per dare dimostrazione del fatto che un medico o un infermiere possa aver agito meglio di un altro, bensì per analizzarne le cause e per fare di meglio (ove possibile) la prossima volta. Questo si chiama debriefing e il tempo che la squadra vi dedica è estremamente utile.

E’ mortificante sapere che non esista un sistema di feedback negli ospedali, grazie al quale il 118 potrebbe avere informazioni sul decorso del paziente che per primi i suoi medici ed infermieri hanno soccorso. Se così fosse, anche noi potremmo imparare molto dai nostri errori e sperare di non commetterli più in futuro. Solo in questo modo, potremmo poi verificare se le nostre teorie, i nostri pensieri, le nostre diagnosi ed il nostro approccio siano stati corretti oppure no.

Per noi sarebbe sicuramente molto costruttivo poter ricevere (magari via fax o mail) tutti i documenti, gli ECG o le TAC personali del paziente, che potrebbero insegnarci ed arricchirci in modo impagabile ed inimmaginabile. D’altro canto, la teoria si impara a scuola, mentre la pratica si impara sul campo con allenamento e simulazioni. Chiedendo quindi un resoconto del lavoro fatto, potremmo migliorarci molto.

Esistono, anche in questo campo, molti esempi di comunicazione errata o non costruttiva e spesso, un errore commesso da un medico o da un soccorritore può avere anche una causa logica. E’ possibile che non sia stato somministrato un farmaco specifico e necessario, poiché non presente in ambulanza oppure che il paziente fosse stato precedentemente intubato con strumenti non appropriati. Naturalmente risulta facile criticare un collega, ma sarebbe più corretto farlo privatamente, senza sottolineare le sue mancanze davanti ad altri. Nel caso specifico di una scorretta intubazione, un discorso potrebbe essere: “Ho visto la statura del paziente ed immagino sia stato difficile intubare uno come lui, ma forse usando un 6 e mezzo sarebbe stato meglio per prevenire traumi ai bronchi”. Umiltà e rispetto, sono la chiave di una buona collaborazione! Di seguito, un modello di Feedback che ho preparato :

 

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