Esame vestibolare: il test per i disturbi dell'equilibrio

L’esame vestibolare consiste in una serie di prove che, mediante la stimolazione delle formazioni vestibolari (organi interni dell’orecchio responsabili del senso dell’equilibrio), permettono di indagare i disturbi dell’equilibrio

Le formazioni vestibolari sono rappresentate dai tre canali semicircolari (superiore, posteriore e laterale), dall’utricolo e dal sacculo.

Tutti questi organi concorrono a regolare l’equilibrio statico e dinamico del corpo nello spazio: disturbi come le vertigini o problemi di coordinamento dei movimenti sono causati proprio da alterazioni di quello che è un vero e proprio ‘sistema dell’equilibrio’.

A cosa serve l’esame vestibolare

L’esame vestibolare serve a documentare la presenza e l’entità di un danno del sistema vestibolare, bilaterale o monolaterale, destro o sinistro.

Queste prove vengono eseguite in caso di sindromi vertiginose o di episodi di sordità.

Come si esegue l’esame vestibolare

L’attività del sistema vestibolare sui muscoli del tronco e degli arti che assicurano il cammino e la stazione eretta (riflessi vestibolo-spinali) viene studiata con le prove di Romberg: il paziente è fermo in piedi, con gli occhi prima aperti e poi chiusi; il test valuta il numero di oscillazioni del corpo e la loro direzione.

L’attività sui muscoli che assicurano i movimenti degli occhi (riflesso vestibolo-oculomotore) viene studiata con l’osservazione del nistagmo, ovvero una serie di movimenti involontari oscillatori degli occhi, mediante gli occhiali di Frenzel (occhiali a 20 diottrie con illuminazione interna) o con la registrazione con telecamera (video-oculoscopia).

Sono questi i segni spontanei di un deficit vestibolare.

L’esame vestibolare clinico (bed-side) può essere completato con altri test per la ricerca di nistagmi evocati (di posizionamento, da vibrazione, da iperventilazione, da scuotimento del capo) o di altri movimenti degli occhi (head impulse test) e con la stimolazione termica del labirinto, ossia con le prove caloriche consistenti nell’instillare nell’orecchio acqua calda (44°C) o fredda (30°C) per 30 secondi per provocare una vertigine della durata di circa 60 secondi; l’assenza di vertigine o una sua manifestazione più intensa può essere indice di patologia vestibolare.

Infine, a questi possono seguire altri test strumentali come la registrazione dei potenziali evocati muscolari (VEMPs) indotti dalla stimolazione dei recettori dell’utricolo e del sacculo.

Le prove vestibolari non sono dolorose e le vertigini provocate – anche se in alcuni casi possono essere violente e provocare nausea – in genere scompaiono nel giro di 2-3 minuti.

Il paziente dovrebbe essere accompagnato da un parente e non assumere cibi nelle due o tre ore che precedono l’esame.

L’uso di farmaci interferisce con una corretta esecuzione.

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