L'impatto del lutto nell'infermiere di Pronto Soccorso: il carico emozionale nel confronto con la morte

La gestione dell’evento luttuoso per un infermiere di Pronto Soccorso, un tema che va guardato con grande attenzione, essendo così vicino a quello del burnout.

Su L’Infermiere, rivista della Federazione Nazionale degli Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI), un articolo molto interessante a firma Ilaria Battarin, Antonella G. Caruso, Stefania Di Mauro, Massimo Alberio, che tratta la questione.

Infermiere di Pronto Soccorso, chi si prende cura di chi si prende cura?

“La professione infermieristica – raccontano gli autori del lavoro nel proprio incipit – rientra nelle cosiddette professioni d’aiuto; il “prendersi cura” della persona è una caratteristica cruciale di questa professione che è un componente essenziale del processo di guarigione del malato e, proprio per questo, ne deriva un carico emozionale.

Gli infermieri si trovano spesso davanti ad emozioni intense come il confronto con la morte (Scmidt e Haglund, 2017).

Entrando più nello specifico della professione infermieristica, coloro che lavorano nell’area dell’emergenza-urgenza sono spesso sottoposti a maggior carico emotivo, proprio per la condizione di instabilità clinica tale da compromettere la sopravvivenza della persona e la rapida e complessa risposta assistenziale richiesta.

Sono dati che confermano che la morte rientra nella quotidianità lavorativa dell’ infermiere di Pronto Soccorso

Uno studio qualitativo condotto nel 2008 su quindici Pronto Soccorso di ospedali del Belgio, ha riportato che negli ultimi 6 mesi il 31,6% degli infermieri si è scontrato con la morte di giovani e il 25% di bambini o adolescenti.

Il 15% ha riscontrato un decesso, il 32% due decessi, il 23% quattro o cinque decessi e il 17% sei o più decessi.

L’82% degli infermieri che, negli ultimi sei mesi, si è scontrato con una morte improvvisa ha commesso poi un errore (Adriaenssens et al, 2012). Esiste un filone della psicologia che si occupa dello studio dei fenomeni psichici, cognitivi e comportamentali che insorgono in situazioni di shock o di fronte a un evento critico.

In ambito infermieristico la definizione è data da Mitchell nel 1983: qualunque situazione affrontata dal personale di emergenza sanitaria, capace di produrre uno stress emotivo insolitamente elevato in grado di interferire sulle abilità dell’operatore di fronte alla scena dell’evento e anche dopo.

Secondo questa definizione, assistere alla morte improvvisa di un proprio paziente dopo aver speso energie, è un evento critico (De boer et al, 2013).

Secondo il senso comune, far trapelare le proprie emozioni davanti a un evento critico come la morte è errato poiché può interferire con la relazione d’aiuto che si è instaurata con il paziente o con i familiari.

Infatti da uno studio è emerso che il 78% degli infermieri di Pronto Soccorso sviluppa un atteggiamento di distacco emotivo dal paziente in fin di vita e dai suoi familiari, focalizzandosi sugli aspetti biomedici della malattia, non perché il lutto non sia vissuto, ma perché è poco professionale manifestare i propri sentimenti e le proprie emozioni in tali situazioni (Labelli et al,2011)””.

AVER CURA DI CHI SI PRENDE CURA: L’IMPATTO DEL LUTTO NELL’INFERMIERE DI PRONTO SOCCORSO: PROSEGUI LA LETTURA

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Per approfondire:

Operatori sanitari e soccorritori in burnout: i sintomi, la strada per uscirne

Emergenza e soccorso, il senso di colpa che pervade soccorritori e operatori sanitari ed il defusing

Ansia, panico e paura: distinguerli ancor prima di gestirli

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Fonte dell’articolo:

L’INFERMIERE – Notiziario Approfondimenti Professionali

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