Risonanza Magnetica Nucleare (RMN): quando farla?

La Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) è un fenomeno fisico caratteristico dei nuclei esposti a un campo magnetico

Se applicata al campo medico si chiama TRM (Tomografia a Risonanza Magnetica) o più semplicemente RM.

In tal caso è una tecnica diagnostica basata sull’utilizzo di un campo magnetico e onde elettromagnetiche a radiofrequenza.

La Risonanza Magnetica fornisce immagini dettagliate del corpo umano

Con questa tecnica molte malattie e alterazioni degli organi interni possono essere visualizzate e quindi facilmente diagnosticate.

Tramite la RM sono ben visibili i tessuti molli ed è possibile la discriminazione tra tipologie di tessuti, talora non apprezzabile con altre tecniche radiologiche.

La RM è, dal punto di vista tecnologico, molto più recente rispetto alla TAC ed è tuttora in piena evoluzione.

È un esame innocuo che non utilizza nè raggi X nè sorgenti radioattive, anche se in alcuni casi (come nei pazienti in gravidanza) può essere considerata potenzialmente dannosa e viene impiegata soltanto dopo attenta valutazione del rischio/beneficio.

In che cosa consiste la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN)

Il paziente viene fatto sdraiare supino su un lettino.

In relazione al tipo di organo da studiare, potranno essere posizionate all’esterno del corpo le cosiddette ‘bobine di superficie’ (caschetto, fasce, piastre ecc.) sagomate in modo da adattarsi alla regione anatomica interessata;

l’applicazione di queste ‘bobine’ non provoca dolore o fastidio al paziente.

Il paziente viene introdotto all’interno della macchina di RM, un tubo abbastanza largo e confortevole, aperto alle due estremità e con apparecchiature che permettono di comunicare con il personale incaricato di condurre l’esame.

In questa macchina, viene irradiato da un campo magnetico ad elevata intensità.

Il paziente deve restare immobile per tutta la durata dell’esame.

All’interno della macchina, le forze generate nel campo magnetico fanno sì che i momenti magnetici delle molecole del paziente si allineino alla direzione del campo esterno, inducendo temporanee alterazioni dei nuclei che, quando le onde radio vengono interrotte, ritornano alla normalità, dando luogo a segnali.

I segnali vengono poi trasmessi a un computer e trasformati in immagini tridimensionali.

In queste immagini i tessuti si presentano di colore chiaro se ricchi di acqua, a causa dell’abbondante presenza di atomi di idrogeno (elemento basilare dei tessuti biologici) e scuri se ne sono poveri.

Se le immagini vengono acquisite in rapida sequenza, permetteranno anche la visualizzazione di filmati, ad esempio del moto cardiaco o dell’accumulo di mezzo di contrasto nei tessuti.

Le immagini possono anche essere stampate su di una pellicola simil-radiografica.

Non ci sono rischi di radiazioni e, pertanto, l’indagine è sicura, indolore e sostanzialmente priva di effetti collaterali.

La Risonanza Magnetica Nucleare ha una durata variabile ma mediamente la permanenza all’interno della macchina è di circa 30 minuti

Terminato l’esame diagnostico il paziente può tornare a casa senza particolari problemi.

Durante la RM, a discrezione del radiologo e in relazione al tipo di patologia da studiare, potrà essere somministrato un mezzo di contrasto per via endovenosa.

A differenza di altre indagini diagnostiche (come per esempio l’angiografia o la TAC) la quantità di mezzo di contrasto generalmente necessaria per la Diagnosi è relativamente modesta (10-20 ml).

L’uso del mezzo di contrasto non comporta effetti collaterali, a parte rari casi di reazione allergica.

Recentemente è stata segnalata un’influenza del mezzo di contrasto paramagnetico sullo slatentizzarsi di una sindrome chiamata fibrosi nefrogenica sistemica nei pazienti con insufficienza renale grave, acuta o cronica o con disfunzione renale dovuta a sindrome epato-renale nel periodo perioperatorio del trapianto di fegato.

Si tratta di casi molto rari ed esistono adeguati protocolli di controllo e protezione.

Prima dell’esame il paziente deve togliere tutti gli oggetti di metallo (orologio, occhiali, forcine, gioielli, ecc.) e gli indumenti che possono contenere fibre o parti metalliche (corsetti, panciere, reggiseni body, ecc.); deve inoltre rimuovere tutti i prodotti cosmetici e le protesi dentarie. In genere non si devono seguire preparazioni né diete particolari.

Quando e perché si usa fare la Risonanza Magnetica Nucleare

La Risonanza Magnetica rappresenta la più moderna metodica di diagnostica per immagini oggi disponibile e, pertanto, può essere usata per la diagnosi di una grande varietà di condizioni patologiche che coinvolgano gli organi e i tessuti del corpo.

La RM è utile nella diagnosi delle malattie del cervello e della colonna vertebrale, dell’addome e pelvi (fegato e utero), dei grossi vasi (aorta) e del sistema muscolo-scheletrico (articolazioni, osso, cartilagine).

È particolarmente utile per lo studio dei tessuti molli (muscoli, vasi sanguigni, fegato, legamenti, sistema nervoso, cuore e tutti gli organi interni), ricchi di acqua e quindi di atomi di idrogeno, e meno per l’esame delle strutture anatomiche “dure”, carenti di acqua (osso).

La RM è controindicata per i pazienti in gravidanza o portatori di pace-maker, valvole cardiache metalliche, protesi metalliche, protesi dotate di circuiti elettronici e preparati metallici posizionati in prossimità di organi vitali.

Le indicazioni all’uso della RM sono in evoluzione, anche per la più recente introduzione di nuove tecniche TAC che consentono rilievi impensabili fino a pochi anni fa.

È importante quindi sapere che la RM non è sempre l’esame migliore; ci sono casi in cui la RM e la TAC hanno risultati sovrapponibili, e casi in cui la TAC è preferibile (esempio: studio della patologia osteodiscale nell’anziano).

Il Medico Radiologo è in grado di indicare l’esame preferibile caso per caso.

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