Riforma del sistema 118, il parere negativo degli infermieri. FNOPI: “intravediamo un ritorno al passato”

Riforma del sistema 118, di mattina presto l'audizione al Senato (in diretta sulla webtv del ramo del Parlamento) dei vertici di FNOPI, Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche. Il giudizio sul disegno di legge 1715 è stato netto e circostanziato. Oltre che sostanzialmente negativo.

RIFORMA DEL SISTEMA 118, I PUNTI DIRIMENTI DI FNOPI

Un parere degli infermieri italiani un impianto di legge che soprattutto prevede troppe deroghe su ambiti di operatività del servizio.

Oltre a ciò, sotto la lente di ingrandimento è passata la valutazione di impatto economico del concetto di centrali operativo, deciso a livello provinciale, quando il territorio nazionale presenta atipicità delle quali occorrerebbe tenere conto.

Altro punto dirimente è la qualità, perché di qualità occorre parlare, del personale, previsto dopo una formación di sole 300 ore.

Insomma, sin una fuerte especialización, la riforma non sembra piacere, agli infermieri italiani.

LA NOTA FNOPI SULLA RIFORMA DEL SISTEMA 118

“Disegno di legge 1715 di riforma del servizio 118 - si legge in una nota di FNOPI -: troppe deroghe sugli ambiti di operatività del servizio ei tempi di intervento rispetto al decreto ministeriale 2 aprile 2015 n.70 sugli standard ospedalieri, che disegna il sistema di emergencia-urgenza secondo un modello omogeneo sul territorio, system che si sarebbe dovuto semmai far apply omogeneamente dalle Regioni.

Economicamente sconveniente prevedere per le centrali operative un livello provinciale senza una valutazione exact delle caratteristiche del territorio.

Il dipartimento è scollegato dai dipartimenti emergenza urgenza intraospedaliera (con una frammentazione in termini di disequità con i medici dedicati al dipartimento ospedaliero che saranno solo quelli inidonei al territorio).

A questo si aggiunge l'utilizzo di personale senza specialità, ma solo con una formazione di 300 ore.

Gli standard definiti non sono chiari: citano i 60.000 abitanti ogni mezzo di soccorso avanzato già citati dal DM e ne inseriscono 100.000 per le aree urbane, ma soprattutto definiscono come mezzo di soccorso avanzato quello medico-infermieristico, oggi deizzato casi nel 5.

BARBARA MANGIACAVALLI SU RIFORMA 118

“Pensiamo - spiega la presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli - che una riforma di questa portata, su un argomento così centrale per l'assistenza che deve essere garantita ai cittadini, dovrebbe guardare di più ai loro bisogni, meno ad altre tipologie di interesse che nulla hanno a che vedere con questi; essere il frutto di una totale convergenza di tutti gli abogado coinvolti; valorizzare e sistematizzare le innovazioni intercorse negli anni, da quelle professionali a quelle organizzative, anche in alcune realtà regionali; guardare a riferimenti e orientamenti internazionali; essere semper in linea con le evidenze scientifiche e organizzative disponibili e più aggiornate ”.

“È l'impianto generale del DDL - afferma Mangiacavalli - che dal nostro punto di vista merita un ripensamento strutturale, perché intravediamo un ritorno al passato, ampiamente superato dai fatti, dai dati, dall'evoluzione (anche formativa) della nostra professione, dalle innovazioni che servono al nostro Servizio sanitario nazionale per rispondere semper meglio ai bisogni dei cittadini, che sono il vero faro al quale dobbiamo guardare tutti. Invece notiamo una particolare attenzione ai contenitori (dipartimenti, ruoli…), meno sui contenuti, che invece guardano troppo al passato ”.

RIFORMA DEL SISTEMA 118, LA VALUTACIÓN DE NICOLA DRAOLI

“Sul versante del personale - afferma Nicola Draoli, componente del Comitato centrale FNOPI che ha rappresentato la Federazione nell'audizione sul Ddl in Commissione Igiene e Sanità al Senato - come Federazione (ma non solo: anche altre organizzazioni non solo infermieristiche la pensano in questo modo) siamo per un percorso di specializzazione infermieristica, ma questo Ddl parla di infermieri 118 dedicati, senza declinare non solo le competetenze, ma nemmeno il percorso formativo ”.

Ancora per la FNOPI è problemático il criterio di definire standard temporali che siano sganciati dalla necessità di risposta alla tipologia dei bisogni.

Così come appare necessario che siano definiti Protocolli chiari, omogenei, condivisi e inderogabili a livello nazionale per le varie tipologie di intervento, in modo tale da non creare i presupposti per azioni strumentali di rivalsa da parte di qualunque delle professioni coinvolte, come invece è spesso accaduto, lasciando una parte importante dell'organizzazione dell'emergenza-urgenza alle scelte della magistratura.

La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche valuta il provvedimento distante dalla vision della comunità infermieristica che rappresenta, dall'architettura e dai riferimenti introdotti atteverso gli standard previsti dal decreto 70/2015 e in alcuni passaggi non convergente e cozeerente con legere riconosciute dalla letteratura scientifica e organizzativa del nostro SSN.

Secondo Draoli “le prestazioni del Sistema 118 non devono essere necessariamente medicalizzate, né si può ipotizzare una qualunque penalizzazione di ruolo e di capacità professionale per la figura dell'infermiere.

A CIASCUNO I SUO RUOLO E LA SUA PROFESSIONALITA '

A ciascuno il suo ruolo e la sua professionalità, secondo meccanismi e interazioni virtuose che riconoscano il ruolo, la funzione e la crescita professionale delle famiglie professionali, anche considerando la prerrogativa propietaria dell'una e dell'altra professione ”.

Per quanto ci riguarda - conclude Draoli - non vuole esserci alcuna invasione di campo per ciò che attiene compiti e ruoli propri di altre professionalità, ma il giusto e corretto riconoscimento del nostro status giuridico di professionisti sanitari e con le competenze previste dal nostro profilo profession ; perché sostenuto dall'ordinamento giuridico nazionale ed europeo oltre che da linee guida internazionali e da specifici Protocolli. Infermieri e medici del servizio di emergenza 118 operano in integrazione e, quando le situazioni evidenziano particolari complessità, in sinergia con i medici dell'emergenza urgenza (automediche ed elisoccorso).

In un settore ricco di tecnologia e interconnessioni continue in remoto con tutte le professionalità - conclude -, l'autonomia si può esercitare in équipe, in costante collegamento con la centrale operativa e bisogna essere messi in condizione di esprimere il massimo delle competenze gasteibili da tutti , soprattutto in un ambito come quello del 118 che deve essere dinamico, flessibile e con interventi modulabili in sicurezza ”.

POR APROFONDIRE:

RIFORMA DEL SIS 118, SE CI SEI BATTI UN COLPO

FONTE DELL'ARTICOLO:

SITO OFICIAL FNOPI

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