Disturbo ipoattivo e da avversione: le patologie del desiderio sessuale

Come funziona il desiderio sessuale: con Helen Kaplan le fasi del comportamento sessuale sono state riconosciute nel modello DEPOR, acronimo di: Desiderio, Eccitazione, Plateau, Orgasmo, Risoluzione

Il desiderio sta all’apice di questa scala crono-gerarchica.

Da un punto di vista endocrino il testosterone è il principale ormone che innesca il desiderio, insieme anche ad un’azione dopaminergica, ma più verosimilmente è l’aspetto relazionale e di coppia a giocare un ruolo centrale.

Il calo del desiderio o desiderio sessuale ipoattivo è molto spesso legato alle contingenze ambientali, che vanno da una malattia invalidante al conflitto di coppia, fino alla dipendenza da sostanze o all’uso di farmaci psicotropi.

Che cos’è il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo 

Il desiderio sessuale ipoattivo può certamente essere di tipo situazionale, ma quando vi è una elevata ricorrenza si varca il confine della patologia trasformandosi in DDSI: disturbo da desiderio sessuale ipoattivo.

Il manuale di nosografia psichiatrica più usato al mondo definisce il DDSI come una situazione in cui ci sono “fantasie sessuali e desiderio di attività sessuale persistentemente o ricorrentemente carenti o assenti…” (DSM IV TR, 2004).

Questa classificazione diagnostica, include anche una forma di disagio che il paziente vive per il suo totale disinteresse per tutto ciò che riguarda la sessualità, sia in atto che in potenza.

Che cos’è il disturbo da avversione sessuale

Un’altra forma di patologia del desiderio è il disturbo da avversione sessuale che si manifesta attraverso un evitamento e un’avversione di qualsiasi possibile contatto con i genitali del proprio partner.

Ciò che caratterizza il disturbo da avversione sessuale è l’elemento fobico nei confronti della sessualità.

La persona con disturbo da avversione sessuale, cerca di evitare in ogni modo situazioni considerate equivoche e di tipo sessuale, per non rischiare di trovarsi a disagio, se non addirittura in una condizione di vero e proprio panico.

Molto spesso dunque, il disturbo da avversione sessuale è originato o si accompagna a tratti fobici, d’ansia e anche traumatici.

A chi rivolgersi in caso di disturbo da desiderio sessuale

Quando in una persona o in una coppia la patologia del desiderio diviene intollerabile, il sessuologo viene chiamato in causa.

A questo punto il trattamento può orientarsi su vari fronti, anche rispetto alle possibili cause.

Spesso c’è un conflitto di coppia da risolvere, oppure se è l’abitudinarietà quotidiana a spegnere il desiderio l’intervento sarà rivolto all’introduzione di elementi di novità per la coppia.

Terapia del disturbo da desiderio sessuale

A volte invece basta vietare ai partner ogni pratica sessuale, e paradossalmente il desiderio riaffiora.

Nei disturbi d’avversione sessuale, gli interventi terapeutici, si integrano con i trattamenti cognitivo-comportamentali nel caso di elevati tratti fobici o ansiosi, oppure con un’indagine psicodinamica nel caso vi siano cause traumatiche.

Nel maschio, ad oggi, con l’avvento degli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, i problemi di erezione nella maggioranza dei casi vengono risolti, ma se a monte c’è un disturbo del desiderio neanche la farmacoterapia è efficace.

La fase del desiderio infatti, è modulata da un complesso meccanismo psiconeuroendocrino, nonché relazionale che condiziona le fasi successive.

Il campo su cui la medicina della sessualità non è riuscita del tutto ad imporsi è la componente del desiderio, senza la quale nessun atto sessuale si può compiere.

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