Il Comma 566 e le ambulanze: cosa cambierà?
Da mesi si discute fra infermieri e medici del problema “comma 566”.
Di cosa si tratta?
E’ uno dei 700 commi inseriti nel Jobs Act che – in estrema sintesi – si propone di sostituire il medico con un infermiere che abbia competenze “avanzate”.
Cosa dice di preciso questo comma?
Ferme restando le competenze dei laureati in medicina e chirurgia in materia di atti complessi e specialistici di prevenzione, diagnosi, cura e terapia, con accordo tra Governo e Regioni, previa concertazione con le rappresentanze scientifiche, professionali e sindacali dei profili sanitari interessati, sono definiti i ruoli, le competenze, le relazioni professionali e le responsabilità individuali e di équipe su compiti, funzioni e obiettivi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione, anche attraverso percorsi formativi complementari. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Cosa significa, tradotto in parole semplici?
Significa che il Governo sta lavorando – insieme alle Regioni – per ridefinire le competenze professionali dei sanitari. Il percorso di questo comma è iniziato nel 2011, ed oggi c’è un accordo politico che punta a dare maggiore risalto alle competenze degli infermieri, in base alle loro specializzazioni.
Qual’è l’obiettivo?
L’obiettivo finale è duplice. Da una parte si vuole dare agli infermieri maggiore importanza, e ridurre le polemiche sul “chi fa che cosa” fra le diverse categorie sanitarie.Dall’altro si vuole spendere meno, perché secondo le Regioni gli infermieri sono meno costosi dei medici.
Chi è contrario cosa dice?
Chi è contrario a questo processo dice che se oggi “demansioniamo” le competenze dei medici agli infermieri, domani demansioneremo le competenze degli infermieri agli OSS, e via dicendo fino alle badanti e al volontariato. Soprattutto,contrari sono i medici che hanno anche fatto partire una petizione online.
Chi è favorevole che cosa dice?
I favorevoli dicono che finalmente chi ha le competenze diventerà garante del processo sanitario con ruoli più centrali e autonomi. Pensando all’evoluzione dell’autoinfermieristica che è nata in Lombardia, si può pensare ad uno sviluppo soprattutto nel settore dell’emergenza verso il modello del paramedico. Anche perché il riconoscimento delle competenze savanzate è ancora congelato dal 2013, e non è più il tempo di farsi la guerra fra infermiere e medico. A questo proposito un intervento interessante è quello di IPASVI su QS del 20 aprile scorso.