Collarino cervicale nel traumatizzato in medicina d’urgenza: quando si usa, perché è importante

Con “collarino cervicale” o “collare cervicale” (in inglese “cervical collar” o “neck brace”) in medicina si indica un presidio medicale che viene indossato per impedire il movimento delle vertebre cervicali del paziente, laddove si sospetti o sia conclamato un trauma fisico al livello dell’asse testa-collo-tronco

Collari cervicali di varie tipologie sono utilizzati in tre situazioni principali:

  • in medicina d’urgenza, specie se si sospetta fortemente un trauma alla colonna cervicale;
  • in ortopedia/fisiatria durante la cura di numerose patologie;
  • in alcuni sport (ad esempio motocross, per prevenire danni al rachide in caso di incidenti).

L’obiettivo di un collarino è quello di prevenire/limitare la flessione, l’estensione o la rotazione cervicale

In caso di primo soccorso di pazienti che hanno subito un incidente stradale, il collarino viene posto al collo del paziente da solo o insieme al dispositivo di estricazione KED.

Il collare deve essere indossato DOPO il KED.

La regola ABC è più “importante” sia del collare che del dispositivo di estricazione KED: in caso di incidente stradale con infortunato nel veicolo, per prima cosa vanno verificate pervietà delle vie aeree, respiro e circolazione e solo dopo si può far indossare all’infortunato collarino e successivamente KED (a meno che la situazione non richieda una estrazione rapida, ad esempio qualora non ci siano fiamme intense nel veicolo).

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Quando si usa il collarino

Il dispositivo si usa per evitare lesioni ortopedico-neurologiche, principalmente alla colonna vertebrale e quindi al midollo spinale.

Lesioni in tali zone possono essere anche molto gravi, irreversibili (ad esempio paralisi di tutti gli arti) ed addirittura mortali.

Perché il collarino è importante

L’importanza della protezione delle vertebre cervicali deriva dalla possibilità di morte o lesioni permanenti (paralisi) come conseguenza del danneggiamento del midollo spinale.

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Tipi di collarino

Esistono varie tipologie di collarini cervicali più rigidi e restrittivi o più soffici e meno restrittivi.

Quelli meno restrittivi, piuttosto soffici, sono di solito utilizzati per facilitare la transizione da un tipo più rigido verso la rimozione totale del collarino.

Un collarino rigido, per esempio il Nek lok, Miami J, Atlas o il Patriot, o il collare Speedy di Daser viene indossato per 24 ore al giorno fino a che la lesione non si è ricomposta.

Il tipo Halo o SOMI (Sterno-Occipital Mandibular Immobilization) viene impiegato per mantenere le vertebre cervicali in asse con il resto della colonna vertebrale e immobilizzare la testa, il collo e lo sterno, di solito dopo interventi chirurgici e per le fratture cervicali.

Tali collarini sono i più restrittivi in termini di possibili movimenti, rigidi e scomodi tra tutti i tipi di dispositivi cervicali per la guarigione del paziente.

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Controindicazioni nell’uso del collarino

L’uso del collare cervivale ha delle controindicazioni e degli effetti collaterali che devono essere tenuti presenti, soprattutto se vengono indossati per un periodo di tempo prolungato.

Un collarino rigido su un paziente affetto da spondilite anchilosante in alcuni casi può provocare parestesia e tetraplegia.

Inoltre i collarini rigidi possono aumentare la pressione del fluido cerebrospinale, ridurre il volume tidale e provocare disfagia. Il paziente deve rimanere sotto stretta osservazione.

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Fonte dell’articolo:

Medicina Online

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