Riforma P.A. e numero unico 112: alcune precisazioni

Approvato poche ore fa, il testo di riforma della Pubblica Amministrazione proposto dal Consiglio dei Ministri, prevede chiaramente – tra le altre iniziative di razionalizzazione e innovazione – l’istituzione del Numero Unico Europeo 112 su tutto il territorio nazionale.
Sulle principali testate online compare già un’intervista a Francesco Bermano, presidente dell’associazione Società Italiana Sistema 118, nella quale quest’ultimo muove le prime critiche ad una riforma che, a suo dire, non terrebbe conto dell’attuale scarsa preparazione e know-how  della maggior parte delle realtà regionali, le quali gestiscono la propria sanità già da diversi anni.
Sembra però doveroso portare all’attenzione di tutti, come peraltro ha marginalmente fatto lo stesso Dott. Bremano, che nel nostro paese c’è già qualcuno che ha attivato il sistema NUE 112, con apparente successo. Si tratta della Lombardia, per la quale un PSAP (Public Safety Answering Point, ndr) a due livelli garantisce la ricezione, l’identificazione e lo smistamento delle chiamate di soccorso. Questo modello, sebbene non rappresenti un esempio della maggiore efficienza possibile, non ha causato e non causa tuttora fraintendimenti nella cittadinanza o significativi ritardi nei soccorsi, anche perché tutti i vecchi numeri di emergenza risultano ancora funzionanti, anche se l’eventuale chiamata risulta inoltrata in automatico al call center del numero unico.
L’Azienda Regionale Emergenza Urgenza lombarda, inoltre, ha già avuto modo di dirsi disponibile a condividere esperienza e buone pratiche, come ha fatto in occasione della visita della presidente Serracchiani a Giugno.
Insomma non si tratterebbe di dover far tabula rasa nella testa dei cittadini, quanto piuttosto di introdurre finalmente ciò che nella maggior parte dei paesi europei, è già da tempo realtà, magari approfittando dell’occasione per efficientare ulteriormente le strutture attualmente operative.

 

Potrebbe piacerti anche