Comportamento suicidario nei bambini e negli adolescenti

Il comportamento suicidario comprende il suicidio portato a compimento, il tentativo di suicidio (con almeno l’intenzione di morire) e gli atti suicidari; per ideazione suicidaria si intende la presenza di pensieri e progetti riguardanti il suicidio

Il comportamento suicidario nei bambini e negli adolescenti:

In un recente rapporto che descrive in dettaglio le tendenze in aumento della mortalità per suicidio negli Stati Uniti (NCHS Brief No 398, February 2021), le femmine (dai 10 ai 14 anni) hanno mostrato un aumento dei decessi per suicidio dallo 0,5% nel 1999 al 3,1% nel 2019; nei maschi (di età compresa tra 10 e 14 anni) i tassi sono aumentati dall’1,9% al 3,1%.

Un certo numero di fattori può contribuire all’aumento dei tentativi, tra cui l’aumento della depressione adolescenziale, specialmente nelle ragazze; aumento delle prescrizioni di oppiacei dei genitori; aumento del tasso di suicidi tra gli adulti che porta a una maggiore consapevolezza del suicidio da parte dei giovani; relazioni sempre più contrastanti con i genitori; e fattori di stress accademici.

Molti esperti ritengono che il tasso variabile con cui vengono prescritti gli antidepressivi possa essere un fatto.

Alcuni esperti ipotizzano che gli antidepressivi hanno effetti paradossi, rendendo i bambini e gli adolescenti più disposti a parlare dei sentimenti suicidari ma portando ad attuare il suicidio con minori probabilità.

Ciononostante, benché raro in bambini di età prepuberale, il suicidio è la 2a causa di decesso in soggetti tra 10 e 24 anni e la 9a causa di morte dei bambini tra i 5 e gli 11 anni.

Questo rimane un problema considerevole per la salute pubblica, specialmente nei gruppi di minoranza, poiché il tasso di suicidi è quasi raddoppiato nei bambini di colore delle scuole elementari tra il 1993 e il 2012.

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Comportamento suicidario, riferimenti

    • 1. Mojtabai R, Olfson M, Han B: National trends in the prevalence and treatment of depression in adolescents and young adults. Pediatrics 138(6):e20161878, 2016. doi: 10.1542/peds.2016-1878
    • 2. Brent DA, Hur K, Gibbons RD: Association between parental medical claims for opioid prescriptions and risk of suicide attempt by their children. JAMA Psychiatry 76(9):941-947, 2019. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2019.0940
    • 3. Wang J, Sumner SA, Simon TR, et al: Trends in the incidence and lethality of suicidal acts in the United States, 2006 to 2015. JAMA Psychiatry 77(7):684-693, 2020. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2020.0596
    • 4. Shain B, Committee on Adolescence: Suicide and suicide attempts in adolescents. Pediatrics 138(1):e20161420, 2016. doi: https://doi.org/10.1542/peds.2016-1420
    • 5. Bilsen J: Suicide and youth: Risk factors. Front Psychiatry 9:540, 2018. doi: https://doi.org/10.3389/fpsyt.2018.00540
    • 7. Bridge JA, Asti L, Horowitz LM, et al: Suicide trends among elementary school-aged children in the United States from 1993 to 2012. JAMA Pediatr169(7):673-677, 2015. doi: 10.1001/jamapediatrics.2015.0465

Eziologia del comportamento suicidario

Nei bambini e negli adolescenti, il rischio di comportamento suicidario è influenzato dalla presenza di altri disturbi mentali e altri disturbi che colpiscono il cervello, la storia familiare, fattori psicosociali e fattori ambientali.

Altri farmaci sono stati segnalati per aumentare il rischio, portando ad allarmi black box da parte della Food and Drug Administration.

Tuttavia, in alcuni casi, come con l’uso di farmaci antiepilettici, è difficile da determinare perché l’epilessia è di per sé associata a un rischio di suicidio 5 volte maggiore in assenza di farmaci antiepilettici.

Altri fattori di rischio comprendono

    • Una mancanza di struttura e legami, che porta a una sensazione travolgente di mancanza di direzione
    • Intensa pressione da parte dei genitori di avere successo che porta alla continua sensazione che non vengano soddisfatte le aspettative

Una frequente motivazione per un tentativo di suicidio è quella di manipolare o punire gli altri con la fantasia “vi dispiacerà che sarò morto”.

I fattori protettivi comprendono

    • Efficace terapia clinica per disturbi mentali, fisici, e da uso di sostanze
    • Accesso facile ad interventi clinici
    • Supporto familiare e della comunità (relazioni sociali)
    • Capacità nella risoluzione dei conflitti
    • Credenze colturali e religiose che scoraggiano il suicidio

Trattamento del comportamento suicidario

    • Interventi di crisi, forse anche ricovero in ospedale
    • Psicoterapia
    • Possibilmente la somministrazione di farmaci per il trattamento delle patologie di base, in genere associata a psicoterapia
    • Invio allo specialista psichiatra di riferimento

Ogni tentativo di suicidio è un grave problema che richiede un intervento ponderato e appropriato.

Una volta che l’immediato pericolo per l’incolumità del soggetto è rimosso, deve essere presa una decisione per un’eventuale ospedalizzazione.

La decisione presa è ponderata sulla base di una valutazione del grado di rischio suicidario insieme alla capacità della famiglia di fornire aiuto.

L’ospedalizzazione (anche in un reparto medico o pediatrico sotto sorveglianza da parte di infermieri specializzati), rappresenta la forma più sicura di protezione a breve termine e talvolta risulta essere indicata se si sospetta una forma di depressione e/o psicosi.

Quanto può essere letale un intento suicida lo si può valutare sulla base dei seguenti indicatori:

    • Grado di premeditazione osservato (p. es., scrivendo un biglietto d’addio)
    • Misure adottate per impedirne la scoperta
    • Metodo utilizzato (p. es., le armi da fuoco sono più letali delle medicine)
    • Gravità delle lesioni
    • Circostanze o fattori immediatamente precipitanti che sottostanno al tentativo
    • Stato mentale al momento dell’episodio (l’agitazione acuta è particolarmente preoccupante)
    • Dimissione recente da ospedale
    • Recente sospensione di farmaci psicoattivi

Le terapie farmacologiche possono essere indicate per ogni condizione sottostante (p. es., depressione, disturbo bipolare, disturbo della condotta, psicosi) ma non sono in grado di prevenire il suicidio.

L’uso di antidepressivi può aumentare il rischio di suicidio in alcuni adolescenti.

L’uso dei farmaci deve essere attentamente monitorato, e solo dosaggi sub-letali devono essere forniti.

L’invio allo specialista psichiatra è in genere necessario per fornire un trattamento appropriato sia farmacologico che psicoterapico.

La terapia cognitivo-comportamentale per la prevenzione del suicidio e la terapia comportamentale dialettica possono essere preferite.

Il trattamento risulta più efficace se il medico di medicina generale continua a essere coinvolto.

È essenziale ricostruire una morale e riportare un equilibrio dell’emotività all’interno della famiglia.

Un approccio negativo o il mancato aiuto da parte della famiglia rappresenta un grave problema, e può suggerire il bisogno di un intervento più efficace come l’allontanamento da casa.

È più probabile ottenere un risultato positivo se la famiglia dimostra amore e coinvolgimento.

Riferimento relativo al trattamento

Risposta al suicidio

I familiari di bambini e adolescenti che si sono suicidati hanno complicate reazioni al suicidio, tra cui il dolore, il senso di colpa e la depressione.

La consulenza può aiutarli a comprendere il contesto psichiatrico del suicidio e riflettere e riconoscere le difficoltà del bambino prima del suicidio.

Dopo un suicidio, il rischio di suicidio può aumentare in altre persone della comunità, specialmente amici e compagni di classe della persona che si è suicidata.

Sono disponibili risorse (p. es., guides for coping with a suicide loss) per aiutare le scuole e le comunità dopo un suicidio.

I funzionari scolastici e comunitari possono provvedere a rendere disponibili i medici dei centri di salute mentale a fornire informazioni e consultazioni.

Prevenzione del comportamento suicidario

I suicidi spesso sono preceduti da cambiamenti nel comportamento (p. es., umore depresso, bassa autostima, disturbi dell’appetito e del sonno, incapacità di mantenere la concentrazione, svogliatezza a scuola, disturbi somatici e pensieri suicidari) che spesso portano al consulto di un medico.

Dichiarazioni come “Vorrei non essere mai nato” o “Mi piacerebbe andare a dormire e non svegliarmi mai più” devono essere considerate seriamente come possibili annunci di suicidio.

Una minaccia o un tentativo di suicidio rappresentano un importante segnale sull’intensità della disperazione esperita.

Riconoscere precocemente i fattori di rischio prima citati può far prevenire un tentativo di suicidio. In presenza di questi indizi premonitori volti al tentativo di suicidio o all’assunzione di comportamenti ad alto rischio, bisogna istituire un forte intervento terapeutico.

Gli adolescenti devono essere interrogati direttamente circa la propria infelicità e i propri pensieri autodistruttivi; tali domande mirate riducono il rischio di suicidio.

Un medico non deve fornire un’infondata rassicurazione, che può minare la credibilità stessa del medico e ridurre ulteriormente l’autostima da parte dell’adolescente.

I medici devono fare uno screening per il suicidio in ambito medico.

Le ricerche pubblicate nel 2017 hanno indicato che il 53% dei pazienti pediatrici che si presentano al pronto soccorso per motivi medici non correlati al suicidio è risultato positivo per la tendenza al suicidio.

Vi sono anche prove che la maggior parte degli adulti e dei bambini che alla fine muoiono per suicidio aveva ricevuto cure mediche nell’anno prima della morte.

A partire da luglio 2019, la Joint Commission ha richiesto agli ospedali di valutare il rischio di suicidio come parte delle cure mediche standard.

In aggiunta allo screening per il suicidio, i medici devono aiutare i pazienti a fare quanto segue, per aiutare a ridurre il rischio di suicidio:

    • Ottenere una terapia efficace per disturbi mentali, fisici, e da uso di sostanze
    • Accedere ai servizi di salute mentale
    • Ottenere supporto dalla famiglia e dalla comunità
    • Scoprire come risolvere pacificamente i conflitti
    • Limitare l’accesso mediatico ai contenuti legati al suicidio

I programmi di prevenzione del suicidio possono anche aiutare. I programmi più efficaci sono quelli che si sforzano di assicurare che il bambino abbia i seguenti:

    • Un ambiente educativo di supporto
    • Accesso pronto ai servizi di salute mentale
    • Un ambiente sociale caratterizzato dal rispetto delle differenze individuali, razziali e culturali

Negli Stati Uniti, il SPRC Suicide Prevention Resource Center elenca alcuni dei programmi, e la National Suicide Prevention Lifeline (1-800-273-TALK) prevede l’intervento di crisi per le persone che minacciano il suicidio .

Riferimenti per la prevenzione

    • 1. Ballard ED, Cwik M, Van Eck K, et al: Identification of at-risk youth by suicide screening in a pediatric emergency department. Prev Sci 18(2);174-182, 2017. doi: 10.1007/s11121-016-0717-5
    • 3. Oein-Odegaard C, Reneflot A, Haugue LI: Use of primary healthcare services prior to suicide in Norway: A descriptive comparison of immigrants and the majority population. BMC Health Serv Res19(1):508, 2019.
    • 4. The Joint Commission: Detecting and treating suicide ideation in all settings. Sentinel Alert Event, 56:1-7, 2016.
    • 5. Brahmbhatt K, Kurtz BP, Afzal KI, et al: Suicide risk screening in pediatric hospitals: Clinical pathways to address a global health crisis. Psychosomatics 60(1):1-9, 2019. doi: 10.1016/j.psym.2018.09.003
    • 6. Bridge JA, Greenhouse JB, Ruch D, et al: Association between the release of Netflix’s 13 Reasons Why and suicide rates in the US: An interrupted time series analysis. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 59(2):236-243. doi:https://doi.org/10.1016/j.jaac.2019.04.020
    • 7. Brent DA: Master clinician review: Saving Holden Caulfield: Suicide prevention in children and adolescents. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry58(1):25-35, 2019. https://doi.org/10.1016/j.jaac.2018.05.030

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Fonte dell’articolo:

MSD

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