
Medici dell'emergenza, errori e capri espiatori: una riflessione per migliorare il sistema
Andare a un congresso americano, soprattutto a quello dell’American Academy of Emergency Medicine, può avere degli effetti collaterali sulla salute mentale. Su di me, ha degli effetti bestiali! Capita, infatti, di ascoltare e riflettere … e pensare può essere molto pericoloso. Lo è in generale, ma ancora di più quando le riflessioni interessano il nostro lavoro e le problematiche attuali.Tranquilli, non sto per fare alcun paragone tra l’organizzazione sanitaria degli Stati Uniti e la nostra. Una volta l’avrei fatto, certamente!, ma ora non penso più che quel modello sia importabile nel nostro Paese. Certo, credo ancora fermamente che abbiamo molto da imparare e da imitare in tema di formazione (universitaria e non) di nuovi e vecchi medici, ma quando si parla di organizzazione del lavoro e di modelli clinici, siamo talmente lontani e le situazioni sono talmente differenti che è impensabile un qualsiasi paragone. Nonostante questo, venire a conoscenza di alcuni aspetti della loro organizzazione e ascoltare i discorsi degli anziani medici americani che hanno fatto la storia dello sviluppo della Medicina d’Urgenza, mi porta a riflettere e fantasticare. Oggi ho deciso di non avere vergogna e condividere con voi le mie riflessioni per quanto pazze siano. Vi racconto da dove partono i miei pensieri.Recentemente un mio amico è stato coinvolto in un problema medico legale nel Pronto Soccorso dove lavora. Non un errore “sicuro” (perlomeno per ora sembra così) ma uno di quei casi clinici difficili e subdoli dove è difficile capire che il tuo giovane paziente è una bomba a orologeria che esploderà da un momento all’altro. Il fattaccio… CONTINUA