Quando il cuore ricomincia a battere. La rianimazione raccontata da Michele

CASO CLINICO del 22 ottobre 2008 – Capoliveri (Isola d’Elba) – sono da poco passate le 20, la quiete che avvolge gli ultimi turisti della stagione ospiti del Campeggio Tallinucci di Lacona in cerca di relax, è spezzata dalle grida e il pianto di una bambina tedesca che corre lungo il viale cercando disperatamente aiuto. Solo pochi attimi prima stava tranquillamente cenando nel suo appartamento insieme al papà e alla giovane mamma Petra, quando questa si è improvvisamente accasciata a terra priva di sensi.
Michele, che in quel momento è in casa con il resto della famiglia, si precipita fuori e va incontro alla bambina per capire cosa sta accadendo, “Help Me, Help Me” ripete con gli occhi gonfi di lacrime, indicando l’appartamento nel quale è ospite insieme con i genitori per una breve vacanze sull’isola.
Michele senza esitare corre verso l’appartamento e al suo interno trova la giovane donna distesa sul pavimento e il marito inginocchiato al suo fianco che tenta inutilmente di farla respirare scuotendola. Il corpo della giovane mamma non da alcun segno di vita, il volto è pallido, le labbra di un colorito viola, segni inequivocabili. Michele capisce subito la gravità della situazione, si precipita fuori e ordina al suo personale di allertare il 118 e corre più veloce possibile verso la reception. Il Campeggio Tallinucci, lo scorso anno ha aderito all’iniziativa del progetto Salvacuore della Salvamento Isola d’Elba e si è dotato di un defibrillatore semiautomatico l’unico su 23 campeggi presenti all’Isola d’Elba.
Una manciata di secondi e Michele è di nuovo di ritorno con il defibrillatore… Michele posiziona gli elettrodi sul torace di Petra e accende il DAE alle 20.08, ed inizia ad inviare precisi messaggi vocali, con semplici e chiare istruzioni da seguire, che Michele conosce molto bene, le ha ripetute molte volte al corso BLSD sul manichino, ma questa volta davanti a lui c’è una persona vera, una mamma di appena 45 anni. Il defibrillatore segnala che ha iniziato ad analizzare il ritmo cardiaco, e avverte che è pronto per erogare la prima scarica. Nella sua tragicità, questo rappresenta un segnale positivo, in quanto significa che c’è una speranza di poter convertire la fibrillazione ventricolare in un ritmo cardiaco normale e poter far ripartire il cuore, che in quel momento non permette una regolare ossigenazione del cervello. Michele si assicura che nessuno tocchi la vittima, non tralascia davvero nulla, preme il tasto di shock, la scarica viene rilasciata. La giovane mamma non sembra però dare segni di ripresa.
Michele inizia il massaggio cardiaco…
Il defibrillatore riprende ad analizzare l’attività elettrica del cuore. Michele è ormai stremato. Il responso della diagnosi fatta dall’apparecchio è di erogare ancora una scarica, la terza. Michele è già pronto con il dito sul pulsante arancione, il sibilo segnala che il defibrillatore ha iniziato a caricarsi, pochi secondi e lancia il messaggio “erogare scarica”, fatto, Michele non esita di un millesimo di secondo”. preme deciso il tasto di shock. Questa volta accade il miracolo… iniziano a comparire dei flebili segnali di attività cardiaca…Siamo a 8 minuti, il DAE lancia puntuale il messaggio vocale di interrompere qualsiasi attività per permettere di analizzare il ritmo cardiaco senza interferenze, pochi secondi e viene ordinata la quarta scarica.
Questa volta lo shock converte il ritmo cardiaco che Michele è riuscito a mantenere attivo con le manovre di rianimazione, il cuore della giovane mamma inizia di nuovo a battere anche se lentamente… Il DAE continua l’analisi e segnala che non è più necessaria alcuna scarica. Arriva la prima autoambulanza da Capoliveri, sono passati 18 interminabili minuti da quando il defibrillatore è stato attivato. La ragazza del 118 congratulandosi con Michele, attacca l’ossigeno ad Petra, mentre il medico a bordo della seconda ambulanza proveniente da Portoferraio, giunge sul posto dopo altri 7 minuti e a differenza di quanto poteva aspettarsi trova una paziente in vita da stabilizzare.
EPILOGO
Alle 20.41 il defibrillatore viene staccato dal medico poco prima di trasferire Petra sull’ambulanza, oltre 33 minuti dopo da quando ha erogato la sua prima scarica. Meno di due ore dopo, Petra sarà trasportata dall’elisoccorso in un presidio ospedaliero sul continente, oggi è fuori pericolo, le ultime notizie che ci sono giunte dall’ospedale parlano di una lenta ma costante ripresa, ma soprattutto escludono danni neurologici irreversibili.
CONSIDERAZIONI

Si ringrazia Stefano Mazzei per l’importante contributo, e il progetto “Salvamento Academy” per l’impegno nella formazione al primo soccorso e utilizzo del DAE; formazione che anche in questo caso, come in tanti altri, si è rivelata determinante per la salvezza di una vita umana. Stiamo forse percorrendo la strada giusta? A quanto pare sembra proprio di si.

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