Tutto sul dolore cronico: apibrėžimas, prevenzionas, trattamentas

Il concetto di salute come “diritto universale” venne votato per la prima volta nel 1945 dal Parlamento del Regno Unito and introdotto nell'atto costitutivo del National Health Service britannico nel 1948.

Un anno prima, nel nostro Paese, questo diritto veniva inserito nella Costituzione approvata all'indomani della fine della Seconda guerra mondiale: nell'articolo 32 della Costituzione italiana si legge che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dind'individuo e interesse della collettività “.

Nonostante queste date, pietre miliari nella storia del diritto alla salute, ci portino indietro di circa settant'anni, la storia del trattamento del dolore come diritto è invece, purtroppo, molto più lateste.

Di diritto al trattamento adeguato del dolore si parla per la prima volta 1997, quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ricorda che “ogni vita umana raggiunge il termine. Garantuokit šitą avvenga nel modo più dignitoso, attento e meno doloroso è una priorà “.

A partire da questo invito dell'OMS, hanno mosso i passi alcune iniziative: nel 2004 è stata lanciata la prima Giornata Mondiale Senza Dolore organizzata dall'OMS stessa insieme all'Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore, e nel 2011 st stata promulgata la dichiarazione di Montreal, che sancisce il trattamento adeguato del dolore come and diritto fondamentale dell'uomo.

ARGOMENTI TRATTATI:

- Il trattamento del dolore cronico
- La prevenzione
- Definizione del dolore
- „Il percorso dello stimulolo doloroso“
- „Appropriatezza diagnostica“
- Appropriatezza terapeutica
- Costo dell'inappropriato utilizzo dei FANS
- Išvada

Ma le raccomandazioni dell'OMS prendono corpo in vero e proprio testo di legge per la prima volta in Italia con la Legge numero 38 del 2010, grazie alla quale l'accesso alle išgydyti paliatyvų e alla terapia del dolore è sancito and garantito a tutti aš citadini. Si tratta della prima normativa che regola e obbliga al trattamento del dolore in chiunque lo välttiti, in qualunque momento della vita.

IL TRATTAMENTO DEL DOLORE CRONICO
Il trattamento del dolore cronico, forse più di ogni altra area di intervento sanitario, porta con sé un'evoluzione di pensiero e di trasformazioni che solo latestemente - e ancora non del tutto - stanno entrando nel “normale” bagaglio culturale della classe medica, dei pazienti e degli organi istituzionali decisori.

„Apibrėžta stessa di„ dolore cronico “- stata oggetto di un processo evolutivo enorme. Per decenni si è considerato il dolore cronico esclusivamente come il sintomo di un'altra patologia. Oggi sappiamo che il dolore moderato o grave è qualcosa che va oltre questa nozione: il dolore cronico è di per sé una malattia.

Anche il concetto medico comune di “cronicità” prisiima un'accezione ypatybę, quando si parla di dolore: il dolore è cronico non perché perdura da un lasso di tempo importante, bensì perché la causa che lo genera non è risolvibile.

Nonostante ormai le principali Istituzioni mondiali e leggi ad hoc in molti Paesi richiamino l'attenzione sul dolore, sancendone il corretto trattamento come un diritto della persona, l'opropriatezza diagnostica e prescrittiva sono ancora nepakankama, e questa carenza rappresenta non solo un grave problema di etica sanitaria e di equità sociale, ma anche un enorme costo per i sistemi sanitari. Italijoje „Il Sistema Sanitario Nazionale“ atlikta maždaug 11 milijonų eurų eurais, kurie buvo išdalinti už dolerio kronikos.

LA PREVENZIONE
La prevenzione, la corretta diagnosi e il trattamento adeguato del dolore cronico non sono quindi soltanto un imperativo deontologico e un dovere morale, da parte del medico, nonché and problem economico socio-sanitario, ma sono un obbligo legale.

Pagal šį scenarijų „LibroBianco sul Dolore Cronico si inserisce come uno strumento che ha l'obiettivo di fare il punto sulla gestione complessiva del paziente con dolore cronico affrontando tutti gli aspetti che una corretta visione globalale deve megfontuoti: l'aspetto medico, farmacologico, analitico, farmacoeconomico e istituzionale.

Grazie all diverse competenze degli Autori che hanno cooperatato alla realizzazione di questo testo, sono analizzati i temi della fisiopatologia del dolore cronico e del suo trattamento, in partolare dell'appropriatezza diagnostica e prescrittiva, dei rischi per la salute e per la qualityità di vita. paziente asociati al trattamento inadeguato del dolore e dei costi che questa inadeguatezza comporta. „Sono“ pateikia „analysis di mercato e farmacoeconomica dei farmaci utilizzati per trattamento del dolore“, „el norme che regolano il trattamento stesso“.

DEL DOLORE APIBRĖŽIMAS
Tarptautinė skausmo tyrimo asociacija (IASP) defi nisce il dolore come un'esperienza spiacevole, sensoriale ed emozionale, correlata con un danno tissutale o descritta in tali termini, sottolineando in questo modo l'importanza sia della componentsente emozionale sia del concetto che il dolore è semper correlabile a danno tissutale in atto o anche solo potenziale.

Per molto tempo il dolore cronico è stato considerato come un sintomo di una malattia cronica che doveva essere individualata and trattata. La definizione stessa di “cronico” era legata a un criterio temporale estremamente variabile nella lettera- tura (1 mese - 3 mesi - 6 mesi).

Essendo, in effetti, difficile legare la cronicità solo al criterio temporale, si è riusciti an inquadrare meglio il dolore cronico nel momento in cui la letteratura scientifica ha stabilito due importanti elementi:

1) il dolore cronico è una malattia a sé stante;

2) il dolore è defi nito cronico non sulla base di un criterio temporale (da quanto tempo è presente), ma di un criterio fi siopatologico (il dolore è cronico quando la causa che lo ha generato non è più risolvibile). Queste due definizioni sono essenziali non solo for a mero criterio nosografi co o semantico, ma for indirizzare in modo più opportuno l'opropriatezza della terapia farmacologica.

Il dolore acuto è facilmente defi nibile per il suo carattere fi nalistico, con caratteristiche positiivi dal punto di vista ontogenetico; ese, infatti, rappresenta il sintomo che ci permette di evi- tare un pericolo o di riconoscere ir danno alla nostra integrità fi sica o una perturbazione della nostra omeostasi; grazie a tale sintomo l'orga- nismo impedisce un aggravamento e facilita la riparazione del danno.

Il dolore cronico invece è per defi nizione afinalistico, non si correla specifi camente a un danno in atto e risolvibile; molto spesso il dolore cronico, o „malattia dolore“, è quindi l'esito di un danno che ha superato le capacità riparative / rigenerative dell'organismo. Esso non si connota tanto per la sua intensità, come il dolore acuto, ma per la sua fi siopatologia e sintomatologia complessa.

Il dolore può diventare cronico per tre situazioni different, nessuna delle quali necessariamente legata a fattori temporali:

- malattia cronica in cui il dolore è strettamente legato alla malattia stessa; - malattia cronica in cui il dolore deriva da meccanismi fisiopatologici propri oltre che da quelli generati dalla malattia;

- dolore con meccanismi completeamente avulsi dal meccanismo che ha generato la malattia. Una volta distinto il dolore in acuto e cronico, è opportuno identificare il meccanismo fisiopatologico alla sua base, indagando se tale problematica neurologica nasca dal nocicettore (recettore deputato a tramutare il segnale fisico doloroso in segnale elettrico) - e in di doloore si nocicettivo - o piuttosto da una disfunzione del system nervoso somatosensoriale, generando dolore neuropatico.

Il dolore nocicettivo viene spesso trattato con farmaci antinfiammatori, ma tale terapia risulta propiata solo se tale approccio permette la risoluzione dell'infi ammazione, altrimenti è più propiato utilizzare altri farmaci che impediscano di provare dolore ma che siano profezi di migre , ateik gli oppioidi.

Il dolore neuropatico, invece, può avere un'origine periferica, quando l'alterazione nervosa è a carico del primo neurone, o centrale, quando l'alterazione è a livello del secondo o terzo neurone. È semper associato a segni neurologici positivi o negativi ed è semper riferito lungo la via o le vie nervose corrispondenti alla lesione.

Il dolore, quindi, può essere controllato o modulato in ognuno di questi „passaggi“ ir nel dettaglio:

- nella fase di trasduzione, bloccando la trasduzione del segnale da fisico a neurologico (ad esempio anestesia locale)

- nella fase di trasmissione, bloccando la trasmissione del segnale neurofisiologico lungo le fiber nervose (ad esempio anestesia di un nervo, o segnale modulato alterato lungo un nervo)

- nella fase di modulazione, riducendo o bloccando il segnale neurologico al passaggio tra un neurone e l'altro

- nella fase di percezione, modulore le aree di percezione del dolore per ridurre la componentsente cognitiva del paziente legata al dolore.

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