Violenza sulle donne, calo di accessi ai Pronto soccorso: c'è un grande problema di 'sommerso'

da Cristiano antonino il 28 Novembro, 2020

Violenza sulle donne and accessi al Pronto Soccorso, intervista em Catia Morellato, especialista em Medicina Interna che dal 2001 lavora presso il Pronto Soccorso di Montebelluna, Azienda ulss n. 2 Marca Trevigiana

Violenza sulle donne e accessi al Pronto Soccorso, la dottoressa Morellato: “episódios sottostimati”

“La prevalenza e la gravità degli episodi di violenza psicologica e sessuale sulle donne da parte del marito ou compagno sono sicuramente sottostimati dall'analisi dei verbali del Pronto Soccorso, perché non vengono sempre denunciati dalla donna stessa o perché non vengati adeguatamente indagado operatori sanitari ”.

E 'un'affermazione che denuncia the grande problem del “sommerso” sulla violenza di genere quella che Catia Morellato, especialista em Medicina Interna che dal 2001 lavora presso il Pronto Soccorso di Montebelluna, Azienda ulss n. 2 Marca Trevigiana, ha rilasciato, proprio in virtù del suo impegno in prima linea per l'accoglienza delle donne che arrivano em ospedale dopo aver subito maltrattamenti.

Con il Covid poi le cose si sono ulteriormente complicar.

Il “codice rosa” del Pronto Soccorso: l'accoglienza nei casi di violenza sulle donne

“Da fine 2015- ha spiegato la dottoressa- da quando cioè abbiamo iniziato a raccogliere in modo sistemático i dati relativi agli accessi identificati come 'codice rosa' em dezembro de 2019 nei nostri pronto soccorso abbiamo accolto 968 donne.

Nel 2020 (da gennaio ad oggi) si sono rivolte a noi 163 donne (nell'anno 2019 avevamo avuto 233 accessi).

Nel periodo della prima ondata Covid-19 e em particular durante o lockdown (febbraio-fine maggio 2020) abbiamo notato una diminuzione del numero di accessi (81 vs 64).

Questo minore accesso ai servizi sanitari da parte delle donne vittime di violenza domestica e di genere, si spiega- ha chiarito- non solo con le disposizioni impõe dal DPCM, ma in parte é stato dovuto al fatto che oltre ad avere meno possibilità di uscire di casa para as limitações impostas por legge, a donne conviventi con gli autori di violenza subivano anche un maggior controlo e una ulteriore limitazione della loro libertà individuale ”.

“Dalla metà del 2014- ha spiegato Morellato sulla genesi del progettos- si è iniciado a delinear un protocollo (denominado 'progetto Adele') di presa in carico delle donne vittime di violenza di genere e sessuale, ma solo dal 2015 nel Distretto di Asolo (ex-AULSS n 8, ora Marca Trevigiana 2, nei due presidi ospedalieri di Montebelluna e Castelfranco Veneto) é stato avviato il 'codice rosa', codice virtuale di accesso al pronto soccorso che si affianca ai codici di 'triagem'”, tem spiegato la especialista che da anni si ocupa di violenza di genere ed è referente per il distretto di Asolo per la violenza contro le donne.

Nel 2015 teve o prêmio 'Donna medica dell'anno' dell'Ordine dei Medici di Treviso proprio por seu suo impegno in questo ambito.

Dal 2016 é componente do 'Tavolo di coordinamento regionale per la prevenzione ed il contrasto alla violenza contro le donne'.

All'interno dell'Azienda n. 2 ha implementado il percorso 'Codice rosa' attraverso il 'progetto Adele' (percorso virtuoso di presa in carico delle donne vittime di violenza dal loro arrivo al triage del pronto soccorso fino alla dimissione).

Pronto soccorso e violência sulle donne, formação e rete le parole chiave

“La formazione del personale sanitario è di fondamentale importanza- ha spiegato-perché il pronto soccorso rappresenta un posto privilegiado per il riconoscimento e la rilevazione dei casi di violenza contro le donne, sia quelli dichiarati che quelli sospetti.

Nel biennio 2018-2019 su delibera e financiamento della Regione Veneto che ha indicato il Creu (coordenação regional emergência-urgenza) come responsabile scientifico e la FSSP (fondazione scuola sanità pubblica) come responsabile organizzativo, sono stati fatti dei corsi di formazione sulla presa em carico delle donne vittime di violenza, rivolti non solo al personale sanitario del pronto soccorso (medici, infermieri, OSS / autisti) ma anche a tutte le altre figure professionali facenti parte della rete (operatrici dei centri antiviolenza, pediatri, ginecologi, assistenti sociali, psicologici, avvocati, medici legali, forze dell'ordine, farmacisti, medici di medicina generale, pediatri e ginecologici di libera scelta).

Questi corsi- ha evidenziato Morellato- sono stati replicati anche quest'anno in modalità FAD.

Questo a testemunhare l'impegno a realizzare una rete di sostegno che tenda a considerare tutti gli aspetti inerenti la presa in carico della donna vittima di violenza. Em cooperação com o Centri antiviolenza (programa 'Vale') no 2018 si são tenuti corsi di formazione sulla violenza di genere ai medici di medicina generale ”.

Chi é a donna che arriva al Pronto soccorso? Esiste un identikit?

“In passato- ha dichiarato Morellato - é stata effettuata un'analisi retrospettiva dei dati relativi agli accessi delle donne vittime di violenza ai due pronto soccorso nel periodo 2015-2016 per un totale di 240 donne.

La fascia d'età maggiormente colpita é quella compressa tra i 35 ei 44 anni (78 soggetti), seguita dalla fascia di età 25-34 (54) e 45-54 (45).

A maggior parte delle donne vittime di violenza é pertencente a ricercarsi nella fascia di età dai 25 ai 44 anni (55%), verosimilmente in un contesto familiare in cui possono essere presenti anche dei minori, possibili vittime di violenza assistita. 58 donne (24%) sono sposate o conviventi con figli, 31 (13%) sono sposate o conviventi senza figli 19 (8%) sono separado e la violenza è perpetrata dall'ex fidanzato / ex marito, 10 (4% cerca) sono fidanzate non conviventi e / o vivono con i genitori.

Nella maggior parte dei casi (122 donne, 51% del campione considerato) é risultato difficile risalire alla tipologia di nucleo familiare.

La maggior parte delle donne acede ao Pronto Soccorso per violenza fisica (164 donne, 68% del totale) o psicofisica (68 donne pari al 28% del totale)

A violência psicológica– foi adicionada e especialmente difícil de se recuperar da vida cotidiana.

Per definire la componente psicologica sono stati ricercati eventuali sintomi psicosomatici gastrointestinali (gastriti, coliti, dolori addominali non meglio specificati), cardiovascolari (cardiopalmo, episodi ipertensivi non inquadrabili in un'eziologia di tipo orgânico, dolore toribilacico / algie di ricondacic natura organica, etc), neurologici (vertigini, cefalee di ndd, etc), ginecologici (algie pelviche, aborti ripetuti, etc) oppure se comparivano in anamnesi episodi di malessere generale di natura psicofisica, franca depressiione e / o consumo diiolitici, e stupefacenti, atti di autolesionismo e / o tentativi di suicidio ”.

Poco si sa della scolarizzazione porque não viene chiesta.

“I dati relativi alla scolarizzazione non vengono purtroppo sempre raccolti- ha detto la medica- durante l'inserimento dei dati anagrafici e per questo motivo non è possibile accedere a tale informazione.

I dati della Regione Veneto ci indicano però che una grande percentual delle donne che vengono prese in carico dai centri antiviolenza ha un elevado grado di istruzione (scuola secondaria di primo e secondo grado and laurea).

Un altro dato rilevato è che nell'82% dei casi le donne valutate in seguito all'episodio di violenza, non si sono rivolte ad alcuna struttura dopo la dimissione dal pronto soccorso ”.