La Toscana fa il passo del gambero e proroga di un anno l'installazione dei defibrillatori

Avevamo anticipato pochi giorni fa (leggi ) che la Regione Toscana rischiava di fare il passo del gambero sull’installazione dei defibrillatori negli impianti sportivi che è stata imposta nel 2013 dal Decreto Balduzzi. Oggi è ufficiale: la Regione non solo fa il passo del gambero, ma sposta di un anno i termini imposti dalla legge. In Toscana infatti il termine ultimo per posizionare un DAE sarà il primo ottobre 2016. La legge nazionale invece impone come reale termine il primo gennaio 2016. Ecco il testo dell’articolo pubblicato da Il cittadino online che spiega a fondo qual’è la situazione che ha portato a questa decisione. Una decisione che dimostra scarsa lungimiranza e poca attenzione per la salute e la prevenzione. Il rischio che si corre ora? Quello di una corsa alla proroga. Una corsa che – nell’anno delle nuove linee guida ILCOR e dell tema della cardioprotezione al centro dell’attenzione – farà solo male a chi rischia un attacco cardiaco. Il sogno di un paese cardioprotetto purtroppo si allontana…

 

FIRENZE –  Via libera da parte della commissione Sanità alla proposta di legge di modifica della normativa regionale in materia di diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni nell’ambito della pratica fisica e sportiva. Il nuovo testo, frutto di un’articolata elaborazione svolta in commissione, obbliga le società, gli enti e le associazioni che gestiscono impianti sportivi a dotare gli stessi di defibrillatori ed a dotarsi di personale formato all’uso di questi strumenti salvavita. Tecnicamente, inoltre, la legge modificata fissa un nuovo termine per l’adeguamento alla dotazione dei defibrillatori al 1° ottobre 2016 anziché a domani, 1° ottobre 2015.

“Ringrazio gli uffici del Consiglio regionale per aver lavorato con impegno e solerzia alla mia richiesta di stesura di una nuova legge sulla diffusione dei defibrillatori semiautomatici, nell’ambito della pratica fisica e sportiva”, ha commentato il presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli, Pd, che ha sottolineato “l’ampio consenso di nove voti favorevoli” conseguito dalla proposta di legge.
SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA – La proposta colma un vuoto normativo che da domani si sarebbe creato, rimandando di un anno il termine per l’adeguamento alla dotazione dei defibrillatori. Con le modifiche approvate in commissione, ha fatto notare Scaramelli, “l’obbligo scatta solo sugli impianti sportivi e risponde alla volontà della Regione Toscana di ridurre l’incidenza dei ritmi defrillabili quale causa di decessi attraverso l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici. Altro passaggio importante – ha continuato Scaramelli – è la semplificazione burocratica che il nuovo testo introduce. A differenza di quanto previsto nel vecchio testo normativo, la nuova legge non prevede per i gestori produzione e invio di documentazione ma solo la tenuta, presso l’impianto, del fascicolo contenente il materiale relativo al defibrillatore”.
Il testo è stato approvato con i voti favorevoli di tutti i gruppi presenti in commissione (Pd, Sì, M5s, Forza Italia) ad eccezione della Lega Nord, la cui contrarietà è stata espressa dal capogruppo Manuel Vescovi.
Il punto di conflitto si è determinato sul fatto se la formazione debba o meno essere a totale carico del servizio sanitario regionale. Il testo approvato, al momento, non vincola il servizio sanitario all’effettuazione della formazione del personale, anche se il presidente Scaramelli ha anticipato che in Aula consiliare potrebbe essere presentato un ordine del giorno per la gestione diretta da parte delle Aziende sanitarie locali del servizio di formazione, al fine di organizzare in via diretta la formazione degli operatori.
“Se l’obiettivo è fare una legge che non sia solo una legge-bandiera ma innalzi i livelli di sicurezza negli impianti sportivi toscani”, ha affermato il vicepresidente di commissione, Stefano Mugnai, Forza Italia, “bisogna trovare una mediazione che permetta alle piccole associazioni e ai piccoli gruppi sportivi di non avere oneri per la formazione del personale addetto, tanto più alla luce che le aziende sanitarie hanno già l’obiettivo della sicurezza e della prevenzione”.
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