Medicina di genere: donne e Lupus (Eritematoso)

Il lupus “morde” e nella stretta delle sue “fauci rimangono imprigionate” soprattutto le giovani donne. Il rapporto maschi/femmine colpiti dalla malattia è, infatti, di 1 a 9 e, concentrandosi solo sul gentil sesso, in 8 casi su 10, la paziente ha un età che va dai 15 ai 45 anni

Sintomi e diagnosi del Lupus eritematoso sistemico

Il Lupus può essere responsabile di dolori articolari, facile affaticabilità, febbri, manifestazioni cutanee, perdita di capelli, anemia, aborti spontanei, nefriti, tendiniti, pleuriti, pericarditi, disturbi neurologici o psichiatrici.

Un paziente con il LES mostra in generale i segni di un interessamento multisistemico, anche se l’andamento della malattia è diverso da paziente a paziente, irregolare e imprevedibile, con “inspiegabili” remissioni o riacutizzazioni.

Non esiste un esame diagnostico specifico.

La diagnosi è un puzzle di tante tesserine che il medico deve saper ricondurre, con una visione d’insieme, alla stessa patologia.

Può capitare che possa essere scambiata per una pleurite, un disturbo neurologico o una semplice allergia al sole.

Purtroppo spesso la diagnosi di LES (Lupus eritematoso sistemico) arriva in ritardo

A causare tutto questo sono i nostri stessi anticorpi, o meglio una parte di questi, che per cause ancora sconosciute “impazziscono” e attaccano il nostro stesso organismo.

Così a poco a poco la malattia si estende e può andare ad interessare diversi organi: pelle, reni, polmoni, sistema nervoso centrale, vasi sanguigni e cuore.

I meccanismi precisi che provocano queste alterazioni non sono del tutto noti; tuttavia sembra che, per un individuo che presenti già una predisposizione genetica, possano esserci determinate circostanze che attivino la malattia.

Fattori di origine esterna e/o interna, come ad esempio l’esposizione al sole, un’infezione di origine virale o batterica, certi medicinali.

Oppure: un trauma, una ferita, un intervento chirurgico, uno shock psicologico o un periodo di vita stressante.

Tutti possono concorrere a scatenare o a modificare un processo autoimmune. Anche i fattori ormonali e le loro variazioni (pubertà, gravidanza, menopausa) sembrano essere molto importanti, vista la maggiore incidenza in soggetti di sesso femminile in età fertile.

Lupus e gravidanza

In passato per le donne colpite da lupus la strada della gravidanza era praticamente preclusa, soprattutto per la possibilità di trasmettere la malattia al piccolo.

Si chiama lupus neonatale: alla nascita la madre trasmette attraverso la placenta gli anticorpi “incriminati” al bambino che possono scatenare la malattia nel piccolo.

Oggi avere un bambino per queste donne non è più un tabù, vanno però sorvegliate molto attentamente e la gravidanza va programmata in un periodo di remissione dalla malattia, in modo da scongiurare il pericolo per il bambino ed evitare il ricorso ai farmaci durante la gestazione.

Attenti al lupus…

Lupus è la parola latina che significa lupo, e si riferisce alla caratteristica eruzione cutanea a forma di farfalla riscontrata sul viso di molti pazienti affetti da LES, che ricordava ai medici i contrassegni bianchi presenti sul muso dei lupi.

Secondo altri invece le lesioni cicatriziali successive al rash assomigliavano a quelle lasciate dai morsi o dai graffi dei lupi.

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Niguarda

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