Obesità: che cos’è la chirurgia bariatrica e quando fare l’intervento

Riguardo all’obesità, quando parliamo di chirurgia bariatrica intendiamo un insieme di interventi fondamentali per le persone obese, sia per eliminare l’eccesso di tessuto adiposo, sia per prevenire o curare le patologie associate all’obesità

Se, infatti, sono possibili varie terapie per combattere una situazione di sovrappeso, quando si deve far fronte a un’obesità importante, di 2° o 3° grado, l’unica soluzione è la chirurgia bariatrica.

L’obesità è una patologia provocata dall’aumento del tessuto adiposo, che accorcia l’attesa di vita e ne peggiora la qualità, poiché si associa a diverse malattie, di tipo metabolico (diabete tipo 2, colesterolo e trigliceridi elevati), tumorale, e a carico dell’apparato cardiovascolare e respiratorio.

Chirurgia bariatrica: gli interventi

La chirurgia bariatrica comprende tutti quegli interventi chirurgici mirati alla riduzione del peso in chi soffre di obesità, e alla cura delle malattie a essa associate.

Sono interventi mini-invasivi, che si svolgono in laparoscopia: la laparoscopia, unita a una gestione del periodo perioperatorio moderna ed efficace, consente al paziente di beneficiare di una ripresa più veloce, una breve degenza in ospedale e una riduzione del dolore post-operatorio.

A seguito di un intervento di chirurgia bariatrica il paziente deve seguire un lungo percorso di follow-up, per garantire il buon esito dell’intervento attraverso il mantenimento del peso e la riduzione dei possibili effetti collaterali delle procedure bariatriche.

La chirurgia bariatrica procura in media un calo ponderale del 70% dei chili in eccesso, ma il calo può variare in relazione all’età, alla statura, al genere e alla storia clinica del paziente.

Bypass gastrico e sleeve gastrectomy: quali differenze?

Gli interventi bariatrici validati a livello internazionale sono quattro, ma due da soli (Sleeve Gastrectomy e Bypass Gastrico) rappresentano più dell’80% delle procedure eseguite nel mondo.

Vi sono poi altre procedure che sono state eseguite più facilmente in passato ma ormai quasi in disuso, quali il bendaggio gastrico e la diversione biliopancreatica.

La sleeve gastrectomy comporta una resezione verticale di una parte significativa dello stomaco.

Riduce il senso di fame e aumenta la sensazione di sazietà, perciò le persone operate perdono peso perché mangiano poco, ma lo fanno spontaneamente, senza fatica.

Nel lungo termine è una procedura molto ben tollerata.

Il bypass gastrico è un intervento praticato da ormai più di 50 anni.

Si perde peso anche in questo caso per ridotta fame e aumentata sazietà, è associata però anche una componente di ridotto assorbimento intestinale.

Il bypass gastrico trova particolare indicazione in caso di diabete tipo 2 in stadio avanzato e in caso di severo reflusso gastroesofageo.

Per quanto riguarda gli interventi ormai meno comuni, il bendaggio gastrico comporta la collocazione di un anello di silicone intorno alla parte alta dello stomaco.

È un intervento a rischio minore, ma la sua poca efficacia, insieme all’alta percentuale di secondi interventi (per fallimento o per effetti collaterali) lo fanno apprezzare poco sia dai pazienti sia dai chirurghi.

La diversione biliopancreatica, per contro, è un intervento particolarmente efficace ma altresì complesso e presenta un alto rischio di effetti collaterali.

Per questo, nonostante venga praticato dal 1976, si riserva solamente a casi molto particolari, valutati attentamente dallo specialista.

Malattie cardiovascolari, insufficienza respiratoria e tumore: le conseguenze dell’obesità ed il ruolo della chirurgia bariatrica

Il fine della chirurgia bariatrica è duplice: perdita di peso e risoluzione o prevenzione di gravi comorbidità, a lungo termine anche fatali, che l’obesità comporta.

Uno studio longitudinale, eseguito presso l’Università dello Utah, ha confermato quanto già visto in studi precedenti.

In 40 anni di osservazione su 45000 soggetti affetti da obesità (metà curati con chirurgia e metà curati con terapie non chirurgiche), la mortalità dei soggetti operati è stata inferiore del 72% per diabete, del 43% per cancro e del 29% per eventi cardiovascolari maggiori.

Sono numerosi ormai gli studi internazionali che mostrano una diminuzione del 50% della mortalità nei pazienti affetti da obesità operati di chirurgia bariatrica rispetto ai pazienti affetti da obesità e non operati.

L’obesità può comportare l’insorgenza di patologie come:

  • diabete mellito di tipo 2
  • ipertensione arteriosa
  • aumento di colesterolo e trigliceridi nel sangue
  • apnee notturne

Questi disturbi, sia singolarmente sia uniti e potenziandosi uno con l’altro, possono essere causa di infarto, ictus ed embolia polmonare.

L’obesità è anche fattore di rischio per l’insufficienza respiratoria, l’osteoartrite e tumori come quelli della mammella, dell’utero, del colon, del pancreas e del fegato.

Chirurgia bariatrica: quando fare l’intervento?

La chirurgia bariatrica è un’opzione indicata per tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni, affette da obesità di secondo grado (indice di massa corporea o BMI uguale o superiore a 35) con malattie associate, come il diabete di tipo 2, l’ipertensione arteriosa, le apnee notturne, la dislipidemia, l’osteoartrite o pregressi eventi cardiovascolari, oppure  di terzo grado (indice di massa corporea o BMI uguale o superiore a 40) anche senza malattie associate.

Per chi avesse dubbi sul proprio indice di massa corporea, questo si calcola dividendo il peso in chili per la statura in metri elevata al quadrato: per fare un esempio, un soggetto che pesi 120 kg e sia alto 1,7 m, avrà un BMI di 41,5 (120 / 1,702). Ma se si nutrissero dei dubbi su Internet si possono trovare facilmente calcolatori automatici di BMI.

Esistono anche delle controindicazioni: la chirurgia bariatrica non può essere applicata in assenza di precedenti tentativi conservativi (dieta seguita da specialista), e in caso di impossibilità a collaborare nel follow-up per la migliore riuscita dell’intervento: gli interventi bariatrici non sono quindi consigliati a chi soffra di alcolismo, tossicodipendenza, bulimia nervosa o psicosi scompensata.

Obesità: come prevenirla

I pazienti sovrappeso devono porre particolare attenzione a prevenire l’obesità, mettendo in atto una serie di strategie e regole di salute. In primis è fondamentale che chi presenta un eccesso di peso modifichi lo stile di vita, assicurandosi di svolgere attività fisica regolarmente e di seguire un’alimentazione sana ed equilibrata.

Esistono oggi dei farmaci iniettivi (liraglutide, semaglutide e, in futuro tirzepatide), nati inizialmente per la terapia del diabete ma che hanno un potente effetto anti-fame, che sono in grado di fare perdere dai 10 ai 20 chili di peso senza provocare ipoglicemia (come invece può fare l’insulina e altri farmaci anti diabete). Il loro uso può essere di grande aiuto nei soggetti sovrappeso nella prevenzione dell’obesità: naturalmente la prescrizione di questi farmaci deve avvenire all’interno di una dieta.

Per approfondire

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Fonte dell’articolo

Humanitas

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