Intossicazione da Ozono, come affrontarla e riconoscerla

Intossicazione da ozono: difficile da riconoscere ma facile da affrontare. Ecco di cosa si tratta

La molecola di questo gas è estremamente reattiva, in grado di ossidare numerosi componenti cellulari, fra i quali amminoacidi, proteine e lipidi.

I casi più eclatanti di intossicazione si hanno sul lavoro, ma anche un’esposizione continua – soprattutto quando c’è molto caldo – può causare danni non facili da individuare, e un calo delle difese immunitarie molto deciso.

Caratterizzato dal numero chimico 24823, l’ozono prodotto dall’inquinamento è un gas pericoloso.

Gli effetti sul corpo umano di questo gas serra

ozono-o3-inquinamentoL’ozono allo stato puro è un gas azzurrognolo dal caratteristico odore aspro, pungente.

E’ facile da riconoscere soprattutto dopo un temporale: il classico profumo di fieno appena tagliato.

Ma si tratta di un gas inerte che però ha precisi effetti sull’uomo.

Alla concentrazione di 0,008-0,02 ppm (15-40 µg/mc) è possibile già rilevarne l’odore; a 0,1 ppm provoca una irritazione agli occhi ed alla gola per la sua azione nei confronti delle mucose.

Concentrazioni superiori causano irritazioni all’apparato respiratorio, tosse ed un senso di oppressione al torace che rende difficoltosa la respirazione.

I soggetti più sensibili, come gli asmatici e gli anziani possono essere soggetti ad attacchi di asma anche a basse concentrazioni.

Alla concentrazione di 1 ppm provoca mal di testa e a 1,7 ppm può produrre edema polmonare.

In presenza di altri ossidanti fotochimici, di biossido di zolfo e di biossido di azoto, l’azione dell’ozono viene sempre potenziata per effetto sinergico.

Il pericolo ozono negli spazi industriali chiusi

In luoghi chiusi, con concentrazioni elevate, l’ozono può portare alla morte.

Numerosi casi di gravi intossicazioni sono state riferite per i lavoratori addetti alle saldature, in quanto vi è un maggior irraggiamento di radiazioni UV nell’ambiente e, di conseguenza, una formazione di ozono in loco.

Studi sugli animali dimostrano che il gas può ridurre la capacità del sistema immunitario di combattere le infezioni batteriche nel sistema respiratorio.

Tutte queste patologie si riferiscono ad esposizioni relativamente brevi, le conseguenze derivate da un’esposizione per vari anni a concentrazioni non elevate sono ancora poco chiare (si sospetta comunque una notevole influenza nell’aumento delle allergie).

Cura e approccio alla intossicazione da ozono

Gli eventuali disturbi correlati alla presenza dell’ozono in genere terminano se i soggetti colpiti soggiornano in ambienti salubri.

Il soccorritore può, come primo strumento utilizzabile sempre, senza prescrizione medicale, somministrare al paziente ossigeno.

Il problema diventa più grave se l’azione di questo gas serra è ripetuta nel tempo sui polmoni in via di sviluppo dei bambini.

In questi casi può ridursi la funzionalità polmonare.

I soggetti più sensibili alle intossicazioni sono: pazienti asmatici oppure con patologie polmonari e cardiovascolari, gli anziani, le donne incinte, i bambini, chi fa attività fisica sostenuta all’aperto (lavoro, sport, svago) perché l’aumentata attività fisica causa un aumento della respirazione (che si fa anche più profonda).

Le persone che vivono nelle aree dove i livelli di ozono sono spesso alti possono verificare che i sintomi iniziali dovuti alla presenza dell’ozono si affievoliscono col passar del tempo (in modo particolare quando l’esposizione ad alti livelli di ozono persiste per parecchi giorni consecutivi).

Questo non significa che hanno sviluppato una resistenza all’ozono: infatti l’ozono continua a danneggiare l’apparato respiratorio anche quando i sintomi sono scomparsi.

Quando i livelli di ozono sono più alti del normale, bisognerebbe diminuire il tempo passato all’aperto, o almeno ridurre l’attività fisica all’aria aperta per proteggere la propria salute fino al momento in cui il livello di ozono non scende.

L’inquinamento della Val Padana e l’ozono

L’inquinamento da ozono troposferico è quindi un problema che coinvolge sia il soccorritore sanitario che le autorità di Protezione Civile.

Meno noto dell’inquinamento invernale da polveri sottili, rappresenta tuttavia un inquinante altrettanto pericoloso, che colpisce principalmente nei periodi di maggior intensità solare e di calore, facendo sfumare la speranza di una tregua per i nostri polmoni.

Le autorità di Protezione Civile vengono coinvolte quando c’è necessità di supporto alla popolazione per eventi, manifestazioni e iniziative su persone anziane.

Se la presenza di questo gas nella stratosfera è uno straordinario schermo in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette (UV) potenzialmente cancerogene, alte concentrazioni di questo gas nella troposfera (lo strato di aria che respiriamo), risultano nocive per la salute dell’uomo oltre che per gli equilibri degli ecosistemi. 

L’ozono troposferico è un inquinante di origine sia antropica che naturale che tende a prodursi per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari quali gli ossidi d’azoto (NOX) e i composti organici volatili (VOC), prodotti in larga parte da motori a combustione e dall’uso di solventi organici, andando a costituire il cosiddetto smog fotochimico.

PER APPROFONDIRE:

LEGGI DELL’USO DI OZONO NELLA SANIFICAZIONE COVID-19

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