Sì al 112 ma con un altro modello. Lettera del collegio Direttivo IPASVI a seguito del drammatico evento che ha coinvolto la famiglia di Valentina Ruggiu, figlia di Gianfranco, che nella lettera-denuncia su Respublika raccontò delle sei telefonate disperate per richiesta di soccorso alle quali ha risposto la voce registrata invitandola a rimanere „in attesa“.

„Emergency Live“ pranešimai ir viešieji pranešimai:

E questo racconto è perché nessun altro padre, marito o figlio, nessun altro amico o cugino, possa morire con una voce che ti dica „Rimanga in attesa“.

Vorremmo tentare un'analisi con spirito propositivo esprimendo anzitutto vicinanza for quanto accaduto a Valentina Ruggiu. La frase finale dell'articolo a sua pub publicato in data 09/08/2017 su La Repubblica, è una lezione profonda per tutte le professioni del soccorso pubblico, avendo riportato al centro la misija di un sistema integrato di sicurezza che negli ultimi anni è andata perduta. Valentina purtroppo deve sapere che già Lombardia nel 2013, avvenne and caso simile a quello che ha causato la morte del papà. Si doveva rivedere allora l'attuazione di questo modello organizzativo del Nue112 and non solo or, come affermato by Presidente della Regione Toscana. Per non parlare delle „meno gravi“ situazioni in cui non solo i tempi d'intervento sono aumentati, ma si register and unisposposta non kompetente in un momento delicato (e magari unico), come la chiamata di avarinis. Il pensiero di Valentina, ci riporta ai contenuti innovativi di una tesi di Laurea in Scienze Strategiche dal titolo „UN MODELLO ORGANIZZATIVO INTERFORZE NELL'AMBITO DEL 112 NUE“, 2015 m. Konsensuso „Torino“ infermiere di Stefano Agostinis, ove si legge che mai il richiedente dovrebbe sentirsi dire “..attenda che le passo ..“. Della Catena del Soccorso universalmente riconosciuta che mira a ridurre i suoi anelli performandoli, che se ne è fatto? Italijoje abbiamo maždaug 800 „Centrali Operative di Emergenza“. Costi e organizzazione non sono più sostenibili. Ne basterebbero 50, ma interforze, integruoti e interconnesse, palaikyti pusiausvyrą bazėje epidemiologia di eventi e caratteristiche territorial. „Il Dpr del '92 istitutivo del Soccorso Sanitario 118 in poche righe lanciava una previsione di evolutionuzione che all'atto di organiszare il Nue112, nessuno ha ricordato, gettando all spalle 25 anni di storia.

Il Collegio Infermieri della Provincia di Brescia, in quanto Ente ordinistico a tutela dei cittadini e rappresentante di una quota di professionisti del Soccorso Sanitario, fu tra i primi ad accorgersi dell'anomalia di un modelo organizzativo is testamento eidorito, degli organizzativo anacronistico nel contesto, con un'analisi che, purtroppo, si sta avverando ovunque tale modelo si attivi. Il Collegio, partecipando a incontri locali e non, pubblicando contributi tematici di singoli iscritti, lettere e comunicati stampa, ha sostenuto e vuole sostenere (offrendo disponibilità alla stesura e realizzazione progettuan komponentas), delle rappresreeno duebbeici delle rappreslii Ugniagesis e la Polizia di Stato. Aš naudoju funkcines, struktūrines ir ekonomines sistemas Integrato di Sicurezza che comprenda le Centrali Operative Interforze afferenti al Nue 112, sono noti e sono una tendenza europea. Il Collegio di Brescia è tra i Collegi Lombardi che hanno presentato ricorso al TAR in quanto anche nelle Centrali Operative del Soccorso Sanitario si è introdotto un passaggio in più (il secondo dopo quello del Nue112), ovvero operatori la nonsennitari , che svolgono la funzione di triažas telefonico, che per legge è di kompetencie infermieristica (anzi, di infermieri con esperienza e alta formazione). Già il Coordinamento Regionale dei Collegi Ipasvi della Toscana con una ottima azione professionale, politica e amministrativa scongiurò il medesimo pericolo facendo modificare gli atti deliberativi regionali. Questo per ribadire che l'emergenza sanitaria extraospedaliera in Contesto di Soccorso Pubblico, Difesa Civile e Protezione Strategica yra viena iš Scienza nelle Scienze. Occorrono coscienza, consapevolezza, megfelelő, kompetencija e autorevolezza nei confronti del cittadino. Ancora poco si scrive di questi valori che devono essere propri delle professioni operanti nelle centrali operative dell'emergenza. La "moda" di professionalizzare figure che non esistono giuridicamente è lesivo in primis della nostra Carta Costituzionale. L'aspetto tecnologico cui si invoca la soluzione di tutti i Mali, non è la "pezza" e la sostituzione delle professionalità: l'Italia è il fanalino di coda in Europe in tema di digitalizzazione. Significa che non siamo ancora coscienti e preparati sul tema. Che vi sia la necessità di rivedere la formazione accademica e le modalità operative del personale dei tre Enti citati, rendendole trasversali, è ormai una necessità intrinseca a una riforma del Soccorso Pubblico non più procrastinabile. Il Nue112 non è solo un obbligo! E' una opportunità che con un modelo organizzativo all'altezza può fare del bene al nostro paese, il cui Sistema di Soccorso, Sicurezza e Protezione Strategica è costantemente in affanno. L'organizzazione del Nue112 è la spina dorsale di un systemato di sicurezza. Lesponsabilità sono a carico di tutti gli attori: Governo, Conferenza Stato-Regioni, organizzazioni sindacali, professionali, classe dirigente, associazioni di tutela, che ancora non si sono posti con lungimiranza politica e professionale l'cureobiettivo dequale. La Sicurezza è di tutti ed è il vanto dei paesi che la pongono al primo posto come obiettivo di sviluppo del paese. Danno e beffa: di fronte a una sanzione non siamo stati capaci di presentare un progetto di Sistema Integrato di Sicurezza che avrebbe avuto un ritorno finanziario utile a toli evolvere il system. Al Governo il compito di bandire una selezione nazionale di esperti veri, incondizionati, liberi, slegati da ogni compromesso. Una tempesta di cervelli seria che produca, anche "copiando" dal migliore e reale sistema integrato di sicurezza, un sistema evoluto. Allo stesso modo la Politica (anche professionale), faccia emergere le testate d'angolo e non le sabbie facilmente „mobili“. Abbiamo bisogno di persone prima di tutto. Altrimenti perdiamo tutti. Per non dimenticare quanto accaduto a Valentina. E ad altri che non hanno voce.

Fonte: Ufficio Comunicazione Collegio IPASVI Brescia