Riconoscimento professionale dell'autista soccorritore: manifestazione per il popolo dell'ambulanza di CO.ES

CO.ES na piazza a Roma. La manifestazione per il riconoscimento della figura dell 'autista soccorritore davanti a Montecitorio potrebbe essere descritta con due frasi, o potrebbe non bastare un libro d'appendice.

 

Già, porque a destare perplessità di questa iniziativa é o proprio carattere di assoluta mancanza di novità, ed é davvero triste, scriverlo.

Gli autisti soccorritori, questo anello assim essenziale della filiera del soccorso, stanno chiedendo cose ovvie e necessarie un anno dopo l'altro, senza che il mondo della politica abbia trovato tempo e voglia di dare loro risposta.

Cosa chiedono? Ciò che serve a pazienti ed equipaggio dell 'ambulância, prima che a loro: riconoscimento profissional e formação homogênea em todo o território nacional.

Mas as primeiras coisas primeiro.

AUTISTA SOCCORRITORE, IL POPOLO DELL'AMBULANZA CO.ES A ROMA:

Sono giunti nella capitale em una cinquantina, ma come sottolineano nei primi interventi, solo per le conseguenze delle norme sul Covid-19: “Ciascuno di noi - rimarcano - viene in rappresentanza di centinaia di colleghi nella propria regione”.

Região, parola chiave. Ne parleremo in seguito.

Indossano una t-shirt dalla scritta eloquente: “Profilo professionale, riconoscimento giuridico, dignità, giustizia. Aspetto da più di 20 anni, ora basta promesse ”.

Moreno Montanari, Presidente da CO.ES Italia, lo spiega molto bene: “não abbiamo mai scelto una manifestazione di piazza perché non ce la sentivamo di esporre così tanto il nostro disagio”.

Un sentimento che è cambiato proprio con il COVID-19, dato che, and questa è una certezza, gli autisti soccorritori foi la categoria meno celebrata in assoluto, nell'epoca degli "angeli del soccorso"

Nonostante abbiano messo a repentaglio la propria saudação esattamente come gli altri.

“Creare la figura professionale - afferma -, formata: non si può prendere una persona e semplicemente metterla sull'ambulanza”.

Un invito che, ironia (ma non fa ridere) giunge proprio nelle stesse ore della disavventura dell'infermiera toscana pizzicata sull'automedica: per lei guai indesiderati sul fronte-patent. Il sindacato degli infermieri enfermagem ha emanato un comunicado al riguardo.

L'AMBULANZA, IL RUOLO DELL'AUTISTA SOCCORRITORE E 'ESSENZIALE

Per risolvere un quadro che vede l'ente utilizzare personale come tappabuchi invece che professionisti dedicati? “E 'una questione di massima Collaborazione Necessaria - chiosa il presidente Montanari -. Il concetto di una volta, per esempio, quello della corsa in ospedale, è superato. Oggi prima lo si deve estabilizzare.

Al microfono si alternano i delegado regionali.

“Ogni Regione regolamenta in maniera autonoma il percorso formativo - afferma uno di essi -: come conseguenza otteniamo una disomogeneità del Servizio 118 tra le diversas regioni, e talvolta anche in seno alla medesima”.

Una problemática che si mantiene immodificata nei decenni, tenuto conto che “la prima proposta di riconoscimento è del 2003, oggi siamo nel 2020”.

“Il primo DPR - sottolineerà un altro - è del 1992”.

O quadro narrato dalla Puglia, relatore Cosimo, è particolarmente sugestivo. La regione amministrata da Emiliano ha da poco annunciato l'internalizzazione del servizio 118, scelta che ha scatenato un dibattito serrato, come è us, nell'Italia del soccorso.

La regione, rispetto ai due modelli praticabili, ha scelto un'adesione a quello dipartimentale, “mai veramente attuato”, verrà detto.

A contradição de longe convivere percorsi tanto differenti è che “abbiamo formazioni e competenze diverso, pur svolgendo la medesima mansione. Sirva omogeneità ”.

AUTISTA SOCCORRITORE, IL POPOLO DELL'AMBULANZA E LA POLITICA

A política, interpelada, há resposta. Due gli eletti ad aver preso la parola.

Il senador Lamiensa, medico, ha rimarcato come la regione Val d'Aosta sia l'unica, con il Veneto, ad aver riconosciuto la figura dell'autista soccorritore.

Il riconoscimento nazionale, ha detto, é um obiettivo da raggiungere per gradi, un passo dopo l'altro.

Il covid, ha concluso, ci ha insegnato l'importanza di definire i compiti di tutte le persone che operano nella Sanità.

Non ha schivato nemmeno the theme dei temi, la contrapposizione tra volontari and figure professionali: “bisogna terminare questo scontro che avviene in un po 'tutte le regioni, sono figure complementarari”.

Il Deputato Darius Bond, si é dimostrato otimista: il suo emendamento é stato guardato com favore do ministro.

La sua valutazione é o ruolo dell'autista soccorritore necessiti di riconoscimento and formatzione professionale, para la creazione non tanto di un profilo tecnico lavorativo, bem sanitario.

Un “pilota soccorritore”, come l'ha definito, che sia entrambi i termini dell'espressione.

Netto e dritto al punto l'intervento della sindacalista della Cisl, che fondamentalmente ha detto: bene essere a Roma, ma non tutte le strade passano da qui.

Non con questi termini, ma di fatto il senso del suo intervento é stato difficilmente fraintendibile.

Un passaggio in particolare: “a non volere l'autista soccorritore sono le Regioni.

E 'questo ad impedire la chiusura dell'accordo.

E 'quindi importante che gli onorevoli ben disposti scrivano ai propri presidenti di Regione ”.

E isso, em fundo, riconduce dritti dritti ad uno dei temi evidenziati da esta pandemia così violenta e crua: la localizzazione del Sistema Nacional de Saúde, ormai ad appannaggio proprio delle regioni stesse.

C'è un fondo di innegabile verità, em quanto affermato dalla sindacalista di categoria.

Ma dopo 20 anni di promesse, il pensiero é uno solo: che lo voglia il Parlamento, che lo voglia un'Assemblea regionale… basta che si diano da fare.

Perché finora, al netto delle chiacchiere, poco si è visto.

CO.ES Italia ha portato em piazza un'istanza: chi agirà concretamente, quello ce lo racconterà solo il futuro.

POR APROFONTAMENTO:

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