Guerra al mal di schiena: tecnologia, puoi aiutare i soccorritori?

La necessità di un sistema che aiuti il soccorritore a migliorare il sollevamento dei pazienti e dei pesi è ormai fondamentale. Abbiamo fatto un giro dei sistemi più innovativi presentati ad Automatica 2018 e il risultato è stato che gli unici che stanno pensando sistemi "a misura di soccorritore" sono i tedeschi della German Bionic. Ecco come è fatto e come potrebbe aiutare i soccorritori di tutto il mondo.

Dolori muscolari, mal di schiena, infortuni muscolo scheletrici, lombo-sciatalgie. Sono tante le tipologie di infortunio che possono colpire il soccorritore mentre cerca di sollevare un paziente per portarlo in ambulanza. L’età media del soccorritore italiano non aiuta certo questa situazione (gli infortuni al rachide aumentano con l’aumentare dell’età media) ma le soluzioni tecnologicamente avanzate non sono mai arrivate a sostenere chi fa del 118 il proprio lavoro. Soprattutto sono le donne a soffrire di più di questi infortuni, specialmente nel settore dell’emergenza, ma dipende molto anche dal grado di educazione e di formazione alla corretta movimentazione dei carichi. Sul mercato esistono alcune soluzioni intelligenti per risolvere il problema principale del soccorritore, ovvero il trasporto del paziente dal luogo in cui si trova (principalmente abitazione o casa di cura) fino alla barella dell’ambulanza.

C’è chi – violendo ogni legge e ogni minimale buon senso – preferisce per non affaticarsi caricare direttamente la sedia portantina aperta sull’ambulanza (cosa da non fare mai in nessun caso). C’è chi mobilita parenti e presenti per farsi aiutare e, infine, c’è chi ogni giorno fa un po’ di allenamento e si posiziona in modo da ridurre al minimo i carichi per la colonna e la muscolatura che rischia maggiormente di restare traumatizzata. Che si guardi da un lato o dall’altro, comunque, gli infortuni alla schiena affliggono lavoratori ovunque e causano la media del 23% di giornate lavorative per malattia. Percentuale che nello specifico settore dell’healt service aumentano.

Poi c’è la tecnologia.E in particoalre CRAY X

Questo progetto tedesco di una start-up di Augsburg è estremamente interessante nell’ottica dei soccorritori speciali che devono intervenire rapidamente su scenari complessi o con molti feriti. Un sistema robotizzato portatile che supporta il rachide e la muscolatura dorso sacrale scaricando la maggior parte del peso sulle gambe può far si che l’operatore possa movimentare un maggior numero di pazienti in minor tempo con minori traumi. Pensiamo poi all’azione non in sicurezza dei Vigili del Fuoco durante disastri naturali con scenari USAR. Un’applicativo simile potrebbe potenziale le capacità di un team di lavoro nell’estrazione delle vittime, situazione estremamente delicata.

Cos’è un esoscheletro?

Un esoscheletro o scheletro esterno è semplicemente una macchina che si combina all’intelligenza e alla mobilità dell’essere umano amplificando i movimenti e la forza impressa. In questo caso il modello Cray + è pensato e sviluppato dal modello Cray X, nato per i sollevamenti dei carichi che superano i limiti europei effettuati all’interno delle fabbriche da personale umano. Il nuovo dispositivo tedesco – in fase di sviluppo – è capace di operare in condizioni estreme, e comunicare con una centrale tramite un sistema GPS. Le batterie in dotazione sono state pensate con più potenza,così come i bracci attuativi e i motori, affinché l’operatore possa essere aiutato nella movimentazione rapida per uno spostamento fluido ma breve verso un sistema di appoggio o di recupero (classicamente una barella o una sedia portantina). “Quando operano nelle condizioni di disastro i soccorritori raggiungono i loro limiti fisici e mentali. Per essere nelle migliori condizioni quando si tratta di vita o di morte, ai soccorritori servirebbe un equipaggiamento che li mettesse nelle condizioni di effettuare i movimenti e gli spostamenti con un supporto di potenza, che sia il più avanzato possibile” ha spiegato Arming G. Schmidt, CEO della German Bionic. “Il sistema Cray + è stato pensato e testato con gli specialisti della Protezione Civile giapponese. Lo abbiamo creato in Germania e pensato perché fosse usato in aree e situazioni dove attrezzature pesanti non possono essere usate”.

L’idea della German Bionic è quella di applicare il Cray + agli operatori – di Protezione Civile o Vigili del Fuoco – che devono lavorare sulla scena di un disastro e liberare persone incastrate in specifiche aree. Spostare massi, rovine di un crollo o rottami potrebbe essere un’ottimo inizio come test per valutare la fattibilità dell’applicazione di questi sistemi anche nell’EMS più classico. Spostare un paziente infatti non è una questione meno importante, e farlo con la giusta forza e attenzione è estremamente utile per lavorare sempre meglio e dare comfort al paziente.

Siamo vicini all’era del soccorritore-robot?

E’ impossibile dirlo, ma l’epoca degli esoscheletri per i lavori pesanti, dai fumetti, si sta rivelando sempre più alla portata di molti servizi. Non è improbabile che l’EMS sia fra i primissimi ad essere interessato da questi sviluppi.

 

 

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