A Roma un bambino è morto nel traffico. Colpa della viabilità o della scarsa attenzione a sirene e lampeggianti?

ROMA – Non è colpa della Formula E, degli incidenti o del traffico. La morte di un bambino su Viale Cristoforo Colombo, questa mattina alle 8.00, è colpa di tutti noi cittadini. Perché non ricordiamo e non capiamo che è fondamentale dare spazio ad una ambulanza affinché presti immediatamente le prime cure salvavita.

La triste e fredda cronaca di un evento drammatico

Questa mattina un undicenne a bordo di un’auto con la madre e la zia, lungo la Cristoforo Colombo, è morto a causa – secondo i primi riscontri – di un malore improvviso e non chiaro. Moltissimi giornali stanno riportando la notizia collegando la causa della morte alla complessa situazione del traffico romano, deviato in molte zone a causa del Gran Premio di Formula E che si svolgerà nel fine settimana. Da oggi infatti il quadrante di Roma Sud, fra la Colombo e la Laurentina, è sottoposto a restrizioni del traffico. Nel tratto di complanare fra via Casal Palocco e via Ermanno Wolf Ferrari il giovane deceduto si è sentito male mentre era a bordo di un’auto con la madre e la zia. Uscito dal veicolo, l’undicenne si è accasciato sul ciglio della strada. Non è chiaro se per un malore, un arresto cardiaco o altre cause. La chiamata dei soccorsi è stata rapida, la Polizia Locale di Roma Capitale Municipio X è arrivata sul posto e ha cercato di fare spazio per i mezzi di soccorso. Ma tutto è stato inutile.

Il traffico paralizzato può aver tardato i soccorsi?

Non se ne parla direttamente, ma si collega con un accostamento (non commentabile ndr) il fatto di avere un blocco del traffico, le strade paralizzate, e un presunto ritardo nei soccorsi. L’alto flusso di veicoli, due incidenti sul viadotto della Magliana e su via Laurentina e le deviazioni potrebbero aver contributo ad un ritardo delle prime cure? Prima ancora di affrontare questa tematica, che al momento è sotto indagine da parte della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo di inchiesta e sottoposto a sequestro l’area del decesso, è forse necessario parlare di educazione. Prendiamo spunto da questa drammatica tragedia per ricordare a tutti gli utenti della strada quali sono le regole fondamentali affinché, quando una persona sta male in mezzo al traffico, le ambulanze possano giungere rapidamente sul target, per fornire le cure più rapide ed efficaci possibili.

Strade extra-urbane: spostarsi a destra, il più possibile, sempre!

Quando succedono situazioni critiche e si iniziano a vedere segni di arrivo dei mezzi di emergenza, bisogna SEMPRE spostarsi sul ciglio della strada, nelle strade urbane, extraurbane e dove non è presente una corsia di emergenza chiaramente indicata. Se ci si trova su una strada a doppia corsia, è necessario formare un varco che sia percorribile da un’ambulanza in urgenza. Il minimo spazio transitabile da un veicolo simile è di due metri e dieci centimetri.Servono quindi almeno due metri e mezzo di spazio per un passaggio prudente, e tre metri, tre metri e mezzo per un passaggio in urgenza. Come ci si accorge che sta arrivando un’ambulanza? Prima ancora che da sirena e lampeggianti, dovrebbe essere il movimento delle auto dietro alla nostra che ci suggerisce che bisogna spostarsi a bordo strada.

 

In autostrada: Liberare la corsia di emergenza, crearla quando non c’è

Quando un incidente o un paziente deve essere soccorso in autostrada invece, è necessario tenere libera il più possibile la corsia di emergenza. Quando ci si trova in coda sul tratto autostradale è quasi sempre per colpa di un sinistro quindi bisogna aspettarsi di vedere un’ambulanza sfrecciare alla nostra destra. Per questo, tenere un metro di distanza dalla linea continua è un buon modo per garantire al veicolo che sopraggiunge la certezza di non avere ostacoli improvvisi in arrivo. Chiaramente in ogni condizione l’autista del veicolo di emergenza deve tenere una condotta prudente e diligente, ma aiutarlo nella visione dello spazio è fondamentale. Ogni cittadino può e deve concorrere al meglio delle sue possibilità affinché il prossimo sia soccorso nel migliore dei modi. Quando invece non c’è una corsia d’emergenza, il codice della strada italiano rimane chiaro, ma non “allineato” alle pratiche di altri paesi europei, che spesso vengono presi ad esempio creando in noi confusione.

Il mascherino del Fiato Ducato, principale furgone per l’allestimento di ambulanze in Italia

A chiarire i dubbi è l’articolo 176 del CDS. In autostrada deve essere libera sempre la corsia d’emergenza. Su strade a due o più corsie, in caso di ingorgo, l’indicazione è quella di creare una terza corsia a destra. Se si percorre la corsia di sinistra è obbligatorio spostarsi il più possibile a sinistra. Se si percorre la corsia di destra, ci si sposta il più possibile a sinistra SENZA MAI impegnare la preferenziale corsia d’emergenza. Rimane sempre fondamentale prestare attenzione a ciò che ci circonda, non effettuare manovre brusche o non prevedibili, e usare le frecce di indicazione per dire all’ambulanza che sopraggiunge le nostre intenzioni.

3. In occasione di arresto della circolazione per ingorghi o comunque per formazione di code, qualora la corsia per la sosta di emergenza manchi o sia occupata da veicoli in sosta di emergenza o non sia sufficiente alla circolazione dei veicoli di polizia e di soccorso, i veicoli che occupano la prima corsia di destra devono essere disposti il più vicino possibile alla striscia di sinistra.

Il problema non riguarda solo Roma, e non è facile da risolvere

Con la risoluzione 2085 del 2017 il Parlamento Europeo ha sollevato la questione, rilevando che “molti conducenti non sono consapevoli della necessità di formare un corridoio di accesso per i veicoli di emergenza sulle autostrade o non sanno come farlo”. La Commissione Europea avrebbe dovuto fissare regole comuni per la creazione dei corridoi di soccorso, e lanciare una campagna di sensibilizzazione europea che non è ancora partita.

Chiunque si trovi sulla strada percorsa dai veicoli di cui al comma 1 [quelli dotati di lampeggianti e sirene, ndr], o sulle strade adiacenti in prossimità degli sbocchi sulla prima, appena udito il segnale acustico supplementare di allarme, ha l’obbligo di lasciare libero il passo e, se necessario, di fermarsi. È vietato seguire da presso tali veicoli avvantaggiandosi nella progressione di marcia». Chiunque viola le disposizioni del comma 3 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 41 a 168 euro.

Ma più che la multa, forse è necessario pensare che poco più avanti potrebbe stare male un bambino di 11 anni, e che sta rischiando di morire perché un’ambulanza sta tardando non a causa “del traffico”, ma della nostra negligenza.

 

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 15.00

Come riportato dal sito online del quotidiano La Repubblica – la ricostruzione degli eventi di questa mattina a Roma parlano di un bimbo con una crisi respiratoria in atto, che i parenti stavano portando verso l’ospedale Bambino Gesù.  Le donne hanno accostato prima dell’incrocio con la Cristoforo Colombo chiedendo aiuto, trovando il supporto di una pattuglia della Polizia Locale di Roma Capitale. E’ confermata l’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Roma per il reato di omicidio colposo.

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