Brasile, a Manaus, nello Stato di Amazonas, è emergenza per la variante covid

Variante Covid in Brasile: il sistema sanitario della capitale dello Stato di Amazonas, Manaus, ha fatto registrare un collasso durante la seconda ondata della pandemia di Covid-19. L’aumento vertiginoso di ricoveri ha provocato una carenza di ossigeno per uso medico nella regione, portando anche alla morte di pazienti per asfissia.

Amazonas, 7mila decessi Covid: la regione fronteggia un’emergenza spaventosa

In questo fine settimana, l’Amazonas ha superato quota 7.000 decessi a causa della malattia.

La regione era stata una delle piu’ colpite anche nel primo semestre del 2020 e la prospettiva di un aumento dei casi tra novembre dell’anno scorso e questo mese di gennaio era stata preannunciata in anticipo da medici e specialisti, in quanto questo periodo dell’anno e’ storicamente caratterizzato da un incremento delle patologie respiratorie e dagli assembramenti tipici delle feste di fine anno.

Un altro fattore che ha contribuito all’aumento nei contagi nella zona e’ stata l’emersione di un nuova variante del virus, individuata la prima volta dai ricercatori giapponesi in quattro turisti che sono arrivati a Tokyo partendo dall’Amazonas.

Il 10 gennaio in Amazonas registrato primo caso di reinfezione con variante al Covid

L’avviso nipponico e’ arrivato in Brasile il 10 gennaio, e appena due giorni dopo i ricercatori dell’Instituto Leonidas e Maria Deane (Ilmd/Fiocruz Amazonia) hanno riscontrato il primo caso di reinfezione con la nuova variante.

“Non si puo’ affermare nulla con certezza” spiega Filipo Naveca, virologo e ricercatore dell’Instituto che nella capitale Manaus ha condotto le indagini sulla variante.

“Basandoci sui risultati delle indagini sulla variante sudafricana pero’, che ha molto in comune con la nostra – prosegue l’esperto -, ci sono sempre piu’ prove del fatto che le nuove mutazioni sfuggono alla risposta degli anticorpi sviluppati con una prima infezione”.

Due varianti, oltre a quella brasiliana, hanno destato preoccupazione negli scienziati e nelle autorita’ di tutto il mondo, portando anche a nuove limitazioni nei viaggi e alla chiusura delle frontiere.

Stando alle somiglianze riscontrate tra queste mutazioni, esiste una possibilita’ che anche la variante di Amazonas presenti una maggiore trasmissibilita’, come gia’ constatato per la mutazione individuata nel Regno Unito.

“Abbiamo dati molto preliminari che mostrano che almeno il 50 per cento delle nuove infezioni e’ causata da questa variante” spiega Naveca.

“Con questa settimana arriveremo a 100 genomi analizzati e arriveremo ad avere una certezza maggiore rispetto alla sua presenza nella popolazione”.

Secondo il ricercatore, lo scarso rispetto del distanziamento sociale ha contribuito alla libera circolazione del virus e, di conseguenza, alla sua evoluzione.

Per questa ragione, le misure di protezione devono essere rinforzate finche’ una percentuale significativa di popolazione abbia ricevuto il vaccino.

Una processo, questo, che potrebbe richiedere del tempo.

“Fino a questo momento nulla indica che questa mutazione del virus riesca a sfuggire ai vaccini che si stanno producendo, anche se non possiamo scartare l’eventualita’ che questo in futuro possa avvenire” dice Naveca.

“Se aiutiamo a diminuire la velocita’ di evoluzione del virus, guadagniamo tempo per raggiungere un buon livello di protezione”.

Il ministro della Salute, Eduardo Pazuello, ha indicato Manaus come meta’ prioritaria per la distribuzione dei vaccini di Oxford/Astrazeneca che sono arrivati la scorsa settimana.

Il ministro sta ricevendo pressioni affinche’ si dimetta e dovrebbe essere indagato per la sua gestione della crisi, dopo che la Procura generale della Repubblica ha aperto un’inchiesta al riguardo.

Per approfondire:

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Agenzia Dire

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