Il sindaco di Parma attacca i sistemi di allerta: "E' uno scaricabarile"

“Chiunque poteva telefonarmi” ha detto il primo cittadino di Parma, affermando che “nessuno era in allerta”.

PARMA – Secondo il sindaco di Parma Federico Pizzarotti il sistema di gestione delle emergenze in Italia “è arcaico ma come tante cose italiane, è una sorta di scaricabarile e non è questo il sistema di gestire le procedure”. A riportare le dichiarazioni di Pizzarotti l’agenzia AGI che ha seguito l’intevento dei sindaci dell’ANCI nell’audizione in Senato per il report sui danni subiti durante le alluvioni di ottobre  a Genova, Parma e Grosseto.

“Meno male – ha chiosato il sindaco a 5 stelle – che gli uomini della Protezione civile già nel primo pomeriggio di lunedì erano sul posto per monitorare la situazione e per chiudere i ponti, primo fra tutti quello ciclo-pedonale della Navetta”.

Ma come spiega meglio il consigliere di opposizione Nicola dall’Olio “Si tratta di alcuni volontari della protezione civile e dei dipendenti del servizio idroclima di ARPA provenienti proprio dalla Val Baganza, che vedendo la situazione già molto critica, si sono assunti la responsabilità, senza che il Comune si fosse ancora attivato in tal senso, di chiudere il Ponte sul Baganza e di deviare il traffico”.

A questo punto, per una riflessione seria sui sistemi di emergenza che ha già anche coinvolto Genova bisogna capire meglio il ruolo e le responsabilità dell’amministrazione comunale e del sindaco in primis.

Pizzarotti per fronte alle accuse di mancata attivazione delle strutture di emergenza si è difeso attaccando tutti gli altri organi di competenti. Prima la Prefettura, rea di aver inviato il fax di sabato. Poi il dipartimento di allerta della Protezione Civile, colpevole di emanare troppe allerte (“Il fax è arrivato, ma era la 144ma allerta in un anno”). Infine il sistema generale di allerta, colpevole di essere fatto “a scaricabarile”.
“Chiunque poteva telefonarmi – ha continuato Pizzarotti-. Io ero in prefettura per una vertenza sindacale e nessuno era in allerta. La bomba d’acqua si è verificata in una zona fuori Parma e non ho la finestra sul cortile, sul fiume. A Parma pioveva in modo normale”. Per l’esponente 5 Stelle “va gestito un sistema di allerta che registri l’evolversi della situazione non il modello. Ci vogliono strumenti in loco, per esempio idrometri”. “E’ profondamente sbagliato che il sindaco debba sapere tutto e sia responsabile di tutto. Ci sono gli esperti. Se vogliamo un sistema che funziona deve essere fatto da professionisti che poi si coordineranno con me”.

Dichiarazioni che ogni volontario di Protezione Civile potrà valutare per quello che sono. Sicuramente c’è un dato chiaro: anche a Parma, come a Genova, chi doveva valutare la pericolosità di un evento metereologico ha ampliamente sottovalutato la realtà. Ed ha lasciato ai cittadini, angeli del fango o meno, il peso di un disastro annunciato e non contrastato. Le cantine – non i barili – pieni di fango, li hanno come sempre svuotati gli italiani.

Per dare ancora più chiarezza a chi non conosce i ruoli del sindaco e dell’amministrazione nel campo della Protezione Civile, potrà essere utile un semplice pdf trovato online, dedicato dal Dipartimento della Protezione Civile al ruolo istituzionale del Sindaco nei casi di emergenza e calamità naturale. Una lezione sicuramente importante da imparare sulle responsabilità che hanno di fronte ai cittadini i politici, che hanno si degli onori, ma anche degli oneri.

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